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Stiffe, Calascio, Castel del Monte, Santo Stefano, Bominaco: l’Abruzzo interno aquilano fa il pieno di turisti

Le Grotte di Stiffe, la Rocca di Calascio e per i golosi il canestrato di Castel del Monte: tantissimi turisti in questo primo assaggio di estate nell'Abruzzo interno aquilano.

Estate è vacanze: e ci sono almeno 1000 motivi per scegliere l’Abruzzo. Non solo mare e riserve, come nel caso della Costa dei Trabocchi, ma anche borghi e luoghi caratteristici unici, arroccati, come possono essere i piccoli borghi di Santo Stefano di Sessanio, Calascio, Castel del Monte; oppure luoghi del cuore,  affascinanti, magici, originali: in poche parole le Grotte di Stiffe, uno dei più grandi attrattori del territorio aquilano degli ultimi tempi.

Sono migliaia i turisti che negli ultimi anni stanno arrivando da tutta Italia e non solo per ammirare la magia naturale delle Grotte vive che si trovano a Stiffe, una “risorgenza”, cioè il punto in cui un fiume torna alla luce dopo un tratto sotterraneo e – cosa che rende il luogo assolutamente unico nel panorama internazionale – questo punto è situato all’apice della forra che sovrasta il piccolo paese omonimo. Ci sono la Rocca di Calascio, il borgo di Santo Stefano di Sessanio, Bominaco, Castel del Monte: borghi in cui è possibile coniugare storia, tradizioni ed arte con i ‘tesori’ nascosti della gastronomia del territorio.

Andiamo per gradi: cosa fare se si decide di trascorrere una giornata al fresco, nell’Abruzzo interno aquilano?
Non può di certo mancare una visita guidata alle Grotte di Stiffe.

Migliaia le presenze, come ogni anno, di turisti che vengono a visitare le meravigliose Grotte Vive. Cosa attrae di Stiffe? Sicuramente lo spettacolare fenomeno carsico caratterizzato dalla presenza di un torrente sotterraneo formato dalle acque provenienti dall’Altopiano delle Rocche, che poi si inabissano nel Pozzo Caldaio a 2.600 m dall’imboccatura della caverna. La visita guidata negli interni delle Grotte di Stiffe, che hanno una temperatura costante di 10° C (anche in agosto!), dura circa un’ora e si snoda fra canyon, sifoni ed ampie sale in cui il fragore delle acque è più o meno tumultuoso a seconda della piovosità della stagione. Le pareti presentano il bianco tipico delle rocce calcaree con due fasce scure che corrono in alto, dovute agli ossidi metallici depositati dal fiume nel corso dei millenni. Risultano particolarmente suggestive la Sala del Silenzio, nel tratto in cui il torrente è prosciugato; la Sala della Cascata, in cui l’acqua precipita con un salto da oltre 20 m di altezza, ed il Lago Nero profondo 5 m, nei pressi della parte più antica delle Grotte che cela resti fossili di pipistrelli racchiusi nelle concrezioni. Per rendere ancora più magica l’esperienza, negli ultimi mesi sono state organizzate anche le “Notti magiche” alle Grotte di Stiffe, un’esperienza quasi primordiale: nata perché la grotta, senza luci, acquisisce un aspetto ameno e viene vissuta in maniera diversa, con un ritorno sensoriale incredibile. L’iniziativa è stata voluta dall’ATC – il cui amministratore è Giovanni Cappelli – che gestisce il sito naturalistico delle Grotte di Stiffe.

grotte di Stiffe
grotte di Stiffe

Grotte di Stiffe: un po’ di storia

Il complesso venne utilizzato sin dall’età del bronzo, anche se al suo interno sono stati rinvenuti resti archeoleogici risalenti a Neolitico ed Eneolitico. La presenza di un corso d’acqua sotterraneo ha portato, nel 1907 e per iniziativa del marchese Alfonso Cappelli, alla realizzazione di una centrale idroelettrica di cui sono visibili ancora oggi alcuni resti nei pressi dell’ingresso alle cavità. Il torrente che si trova nelle grotte riemerge all’interno della cavità originando suggestive rapide e cascate, la cui potenza varia a seconda delle stagioni. Sono aperte al pubblico dal 1991 con un percorso di circa 700 m, lungo il quale sono stati realizzati tunnel artificiali e passerelle che rendono la visita agevole ed accessibile anche ai bambini.

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Non solo le Grotte: andiamo a scoprire gli altri magnifici borghi

Concluso il giro a Stiffe si riprende la macchina: in questo periodo dell’anno sia il vicinissimo borgo di San Demetrio ne’ Vestini, che i paesini intorno hanno tante iniziative in programma. Tra tutte spiccano sicuramente le sagre, dove è possibile gustare ed assaggiare le tante tipicità gastronomiche del territorio. (A San Demetrio – ad esempio – ogni estate viene organizzata la festa del pane e del grano, in onore di quel grano reso famoso dalla Fondazione Senatore Cappelli).

Altra tappa obbligata per i flussi turistici che arrivano o transitano in Abruzzo è sicuramente Castel del Monte. Il borgo rappresenta il punto di partenza per l’altopiano di Campo Imperatore e la strategica porta meridionale per il Gran Sasso d’Italia, paese millenario dedicato alla pastorizia e alla difficile agricoltura di montagna. Terra di sartori – e non sarti – e di allevatori – non pastori: termini che utilizziamo con cura perché qui la storia del paese si fonde con quella della pastorizia.

Cosa fare a Castel di Monte? Perdersi nella magia dei colori, scattare un selfie o una foto alla perla più fotografata d’Abruzzo: il Castello di Ladyhawke (Rocca Calascio) o alla bellissima Chiesa di Santa Maria della Pietà che, con la sua pianta ottagonale, spicca immersa in un territorio del tutto selvaggio. In estate c’è anche un grande evento di richiamo: la Notte delle streghe, uno degli appuntamenti a cui non si può mancare. Per soddisfare anche il palato, non bisogna dimenticare che qui è nato uno straordinario pecorino, il canestrato di Castel del Monte, che prende il nome dalla sua forma cilindrica, con crosta esterna che riporta le impronte del canestro per la messa in forma. Un prodotto legato a una tradizione casearia di altissima qualità e a un nome importante, il compianto Giulio Petronio, scomparso un anno fa, “re” del canestrato, custode della montagna abruzzese e della sua biodiversità, portava avanti la millenaria tradizione della transumanza. Con le sue oltre 3 mila pecore era uno degli allevatori più importanti del Gran Sasso. Insieme a lui, i produttori del territorio si sono raccolti nel Consorzio di tutela e valorizzazione del Canestrato di Castel del Monte e propongono, oltre alla difesa della produzione, di promuovere ogni iniziativa volta a salvaguardare la tipicità e le caratteristiche peculiari del prodotto, estenderne la conoscenza e migliorarne il prestigio.

notte delle streghe 2022 castel del monte

Che sia comunque il formaggio, il panorama o l’aria buona, questo paesino, con le sue case piccole, curate, caratteristiche – così come i vicini Calascio e Santo Stefano di Sessanio – ha avuto una potentissima forza centrifuga durante le estati del ‘post Covid’, tanto da registrare un sold out completo durante le ultime 3 stagioni estive. Dopo il lockdown l’arrivo di viaggiatori da ogni dove ha superato anche le aspettative più ottimistiche, come non era mai accaduto prima, trasformando il turismo mordi e fuggi in un turismo più stanziale, alla riscoperta dei piccoli borghi come quelli abruzzesi.

Stesso discorso vale per Santo Stefano di Sessanio, meta di tante tipologie di turismo: ci sono gli appassionati di montagna, i motociclisti, tanti camperisti che, ogni anno, scelgono questo posto come oasi di pace e tranquillità. Arroccato, con la sua splendida Torre Medicea, simbolo del paese, distrutta dal terremoto del 2009, che dopo anni ha riconquistato la sua tradizionale bellezza. Il borgo si trova a circa 1250 metri sopra il livello del mare, all’interno del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, costituendone di fatto una delle porte di accesso nella sua parte meridionale. Fa parte del Club dei Borghi più belli d’Italia. Sono circa 100 gli abitanti rimasti a Santo Stefano di Sessanio, borgo di antiche origini, che ha conosciuto il dramma e lo spopolamento conseguente al terremoto del 6 aprile. Scenografico come pochi, il paese è stato anche un set cinematografico di alcune pellicole: “Una pura formalità” di Giuseppe Tornatore – (1994), “Palestrina princeps musicae” di Georg Brintrup – (2009), “Purché finisca bene” (film della Rai, episodio “Piccoli segreti, grandi bugie” nel 2016).

Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio

In questi luoghi, in cui il tempo sembra essersi fermato, si fila e si tinge la lana con materiali naturali, si tessono trame e orditi con macchine d’epoca, oppure ci si diletta nell’arte del tombolo. A Santo Stefano di Sessanio ha aperto da qualche anno il Sextanio Albergo Diffuso. Un visionario imprenditore italo-svedese, Daniele Kihlgren, ha pensato di far rivivere l’incantevole borgo. Come? Acquistando e ristrutturando diversi stabili, anche abbandonati, trasformandoli in un albergo diffuso.

Santo Stefano di Sessanio
Santo Stefano di Sessanio

(le foto di Santo Stefano di Sessanio sono state concesse – per la riproduzione – al Capoluogo.it, dal fotografo Giacomo Barbarossa)

Per gli amanti del trekking e della natura sono tante le passeggiate e le proposte intorno il borgo: c’è il laghetto di Santo Stefano, il Percorso naturalistico guidato fino a Rocca Calascio, il Percorso sciistico per l’Ippovia del Gran Sasso.

Ecco appunto: Rocca Calascio…borgo normanno con la sua imponente fortezza, intriso di storia e magia, è il più alto d’Italia e tra i più alti d’Europa.
Il castello di Rocca Calascio è, infatti, posto a 1460 metri s.l.m. ai margini del vastissimo altipiano di Campo Imperatore, nel Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga. La Rocca, restaurata e consolidata alla fine del XX secolo, è stata diverse volte set cinematografico di film nazionali e internazionali ed è, oggi, un’importante meta turistica. Tra i monumenti più importanti del centro abitato spiccano le chiese. Oltre alla rocca, merita sicuramente una visita anche il Convento di Santa Maria delle Grazie o la chiesa di San Francesco, al cui interno sono custoditi un candelabro e un ciborio del XVII secolo, una tela dipinta da Giulio Bradeschini e risalente al XVI secolo e un dipinto raffigurante una Madonna con Bambino.
Ma soprattutto a Calascio si mangia bene: la cucina del territorio è caratterizzata da piatti realizzati con prodotti legati alla terra, alla cucina antica, rurale, che affonda le radici nel mondo contadino. Tipici sono i ravioli, farciti con ricotta di pecora o ancora la zuppa di lenticchie servita con quadratini di pane fritto in olio di oliva; le lenticchie vengono anche cucinate con le patate, le volarelle o le salsicce.

E ancora, Bominaco: imperdibile una visita per scoprire la Cappella Sistina d’Abruzzo. L’oratorio di San Pellegrino è una piccola cappella completamente affrescata nel XIII secolo grazie al contributo dell’imperatore Carlo Magno. Un capolavoro assoluto che la furia distruttrice del terremoto del 2009 ha risparmiato. Un luogo magico e mistico che lascia a bocca aperta. Le pareti e le volte sono completamente affrescate con episodi tratti dal Vangelo, l’infanzia di Cristo, la Passione, il Giudizio Finale e alcuni episodi della vita di San Pellegrino. Gli affreschi rappresentano uno dei più antichi calendari monastici, con le personificazioni dei mesi. A ogni mese sono dedicate due vignette in cui sono riportati il segno zodiacale, la corrispondente fase lunare, una figura allegorica che rappresenta il mese e i giorni contrassegnati dalle lettere dell’alfabeto (e non da numeri).
A separare la zona destinata ai pellegrini da quella dei monaci sono due transenne di marmo, scolpite con l’immagine di un drago e di un grifone e l’iscrizione che ricorda Teodino e la data del 1263. Questi affreschi di scuola abruzzese risalenti al XIII secolo sono fra i più vasti e integri complessi pittorici dell’epoca.

bominaco

I nostri sono suggerimenti di viaggio per godere pienamente delle bellezze di questo Abruzzo interno. E fra i luoghi del cuore, non può mancare il centro storico dell’Aquila. Le sue strade e i suoi palazzi storici rinati, i monumenti restaurati: la Fontana delle 99 cannelle, le chiese di San Bernardino, del Suffragio e la chiesa cara a Papa Celestino, Santa Maria di Collemaggio. Ancora: il MAXXi, con le sue collezioni sempre rinnovate, il MuNDA, museo d’Abruzzo. E la stagione dei concerti e degli eventi estivi che sta per iniziare: primo appuntamento, i Cantieri dell’Immaginario. Per una estate tutta da vivere.

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