Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, “Il primo giorno di scuola” di Lina Schwarz

"Il primo giorno di scuola": una poesia di Lina Schwarz per l'appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.

Continuando la nostra esplorazione delle composizioni che ho definito dei banchi di scuola perchè inserite nei libri di lettura della scuola elementare e nelle antologie per la scuola media voglio soffermarmi su una poetessa, che non fu solo letterata ma anche animatrice di iniziative sociali e traduttrice: Lina Schwarz. In breve l’arco della sua vita va da fine Ottocento a metà Novecento.

Infatti nacque a Verona nel 1867, si trasferì presto a Milano dove visse e lavorò fino al 1943. Morì a Varese nel 1947. I suoi più famosi libri per bambini sono: “Il libro dei bimbi” (1904), “Ancora!” (1910) “E poi basta!” (1935). Moltissime delle sue poesie e filastrocche si ritrovano nei libri scolastici della scuola elementare a partire dai primi del ‘900. Come anticipavo Lina Schwarz non fu solo poetessa e scrittrice per l’infanzia, ma traduttrice delle opere del filosofo e pedagogista Rudolf Steiner , Inoltre unitamente a Lavinia Mondolfo dette vita alla scuola sterniana di Milano. Si impegnò nel sociale militando nell’Unione Femminile, realizzando programmi e progetti in favore dei minori . Nell’Associazione La Fraterna seguì le bambine nelle attività scolastiche e nei momenti ricreativi.

Arrivando a promuovere anche l’Associazione Scuola e Famiglia, ente che si proponeva di sostenere economicamente le famiglie di alunne disagiate. Rilevante come dicevo il suo impegno nella scuola sterniana . Rudolf Joseph Lorenz Steiner nato in Austria a Kraljevic il 27 febbraio 1861 e morto a Dornach il 30 marzo 1925 è stato il fondatore dell’antroposofia una dottrina derivata dalla teosofica . Una dottrina che studia le manifestazioni di chiaroveggenza e l’osservazione animica , attraverso la cosiddetta scienza dello spiriito o antroposofia che Steiner riteneva essere un approccio scientifico alla conoscenza della verità. Basandosi sulla sua scienza dello spirito Steiner si è occupato di argomenti e temi inerenti la filosofia, sociologia, antropologia, economia e musicologia. Oggi viene ricordato però per la pedagogia Swaldorf, per la medicina alternativa e l’agricoltura biodinamica

La pedagogia Waldorf o steineriana è un approccio educativo che ha elementi comuni con altri approcci ma quelli specifici e identitari di questa teoria vengono ritenuti spesso pseudo scientifici. Le scuole che attuano la pedagogia sterniana sono oggi diffuse in tutto il mondo e coprono l’arco educativo che va dal pre-asilo fino ai diciotto anni. Oltre alle scuole esistono anche istituti di pedagogia curativa. Nel 2019 erano presenti a livello mondiale 1182 scuole Waldorf delle quali 804 in Europa e 33 in Italia.

Ma torno a Lina Schwarz per presentare queste due poesie “Il primo giorno di scuola” e “A scuola” che risentono di tutta l’emozione di quel primo giorno di scuola che ognuno di noi ha vissuto. Solo che per Schwarz parlare di primo giorno di scuola e di quelle lacrime consolate con un morso di mela, significa anche aumentare il passo fino ad arrivare a quella seconda fanciullezza che è la quarta o quinta età, come la moderna sociologia ha cominciato a chiamare la vecchiaia. Perchè a quell’età si torna fanciulli, non fosse altro per quella spensieratezza che scevra da dolori o impedimenti fisici può rappresentare la sommatoria di tutto quello che nelle altre età non si è riuscito a fare. Che quindi assomiglia un poco all’infanzia quando appunto si è pronti a prendere lo slancio verso l’avventura della vita , completa e per quanto possibile piena. La seconda poesia è un quadretto, se vogliamo anche nostalgico, della rappresentazione delle opportunità ,fatte intravedere ,che attraverso la scuola e lo studio vengono offerte a chi si impegna “imparando piano, piano, / con la buona volontà, /mille cose che non sa!” Su Lina Schwarz si può leggere I. Drago: La poesia per ragazzi in Italia, Firenze, 1971. G. De Turris: Esoterismo e fascismo, Roma 2006. S. Fava: Percorsi critici di letteratura per l’infanzia tra le due guerre, Milano 2004.

Il primo giorno di scuola

Un dì mi ci portarono
e mi lasciaron là,
come un meschino passero
che ancor volar non sa.
Vociavano e ridevano
i bimbi intorno a me;
io cominciai a piangere
senza saper perchè.
Una bimbetta piccola
lenta si avvicinò;
avea una mela ruggine,
disse: “Ne vuoi un po’?”.
E me la diede a mordere
fino che ce ne fu,
poi mi asciugò le lacrime
ed io non piansi più.
Così sono pronta ad invecchiare,
ripromettendomi di farlo
negli eccessi e nelle sciocchezze.
Se l’età adulta
ti ha dato quello che volevi,
la vecchiaia
dev’essere una sorta
di seconda infanzia
in cui torni a giocare,
e non c’è più nessuno
che ti può dire di smettere.
A scuola
Or la bimba è grandicella,
le han comprato la cartella
e comincia a far la spola:
scuola e casa, casa e scuola.
Senza andar troppo lontano,
va imparando piano, piano,
con la buona volontà,

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