Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, La luna di Kiev di Gianni Rodari

La luna di Kiev, un inno alla pace, una poesia di Gianni Rodari, per l'appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.

In occasione della festa della Pasqua appena trascorsa, Papa Francesco che in queste settimane è rimasto forse l’unico ad implorare negoziati di pace perseverando in questa sua richiesta in ogni occasione in cui ha potuto esprimere la sua idea di dialogo, ha rinnovato l’appello con queste parole: “Si depongano le armi. Si inizi una tregua pasquale, ma non per ricaricare le armi e riprendere a combattere, no, una tregua per arrivare alla pace, attraverso un vero negoziato, disposti anche a qualche sacrificio per il bene della gente. Infatti, che vittoria sarà quella che pianterà una bandiera su un cumulo di macerie? Nulla è impossibile a Dio”.

Il Papa a quarantotto giorni dall’inizio della guerra Russia Ucraina ha chiesto invano una “tregua pasquale per arrivare alla pace con un vero negoziato”. All’Angelus, di domenica 10 aprile 2022 ,durante la messa a San Pietro, Bergoglio ha espresso il dolore perché Cristo è ancora una volta inchiodato alla croce nelle madri che piangono la morte ingiusta dei mariti e dei figli, nei profughi che fuggono dalle bombe con i bambini in braccio, negli anziani lasciati soli a morire, nei giovani privati di futuro, nei soldati mandati a uccidere i fratelli». Coloro che scatenano “la follia della guerra” sono i nuovi “crocifissori di Cristo”. Un monito duro che ci induce a riflettere proprio sulla guerra ,quello strumento di morte , di menzogna, di mistificazione , obbrobrio della stupidità umana. Lascio per qualche puntata di questa rubriche il ciclo di poesie che ho definito “le poesie dei banchi di scuola” per proporre alcuni componimenti non sulla guerra ma appunto sulla pace che rappresenta un anelito ma anche un obiettivo concreto da raggiungere. Far tacere le armi per dare voce al dialogo, all’incontro dei popoli , alla nascita di una speranza di convivenza pacifica. Ecco allora le prime due poesie scelte tra le decine che si possono trovare nel web . Inizio proprio con una poesia di Gianni Rodari di cui è in libreria un volume illustrato sulla sua poesia “La luna di Kiev” edito da Einaudi . La luna di Kiev è una poesia tratta dalla raccolta Filastrocche in cielo e in terra edito sempre da Einaudi nel 1960. In questi momenti di guerra che vede il territorio dell’Ucraina invaso dalle truppe russe e alcune città completamente rase al suolo con una grande sofferenza soprattutto per la popolazione civile questa poesia è una lettura che commuove soprattutto perchè non vi è alcun riferimento alla guerra ma fa appello alla solidarietà e all’unione tra gli uomini. In questi momenti di guerra la poesia di Rodari ci ricorda che viviamo tutti sotto lo stesso cielo, sotto un cielo dove la luna è la stessa sia per i russi che per gli ucraini, sia per l’occidente che per l’oriente .L’umanità intera, sotto la stessa luna, al di là della violenza, dei valori culturali e politici deve trovare una sua unità perchè la luna è sempre la stessa, da qualunque punto di vista la si guardi. Oggi, specialmente oggi, le parole di Rodari vanno lette come un appello urgente e necessario per la pace. Perchè oggi (la poesia è stata scritta negli anni Sessanta dello scorso secolo) le leggiamo con altri occhi, alla luce di quello che sta accadendo .La luna di Kiev ci dice di più.

La luna di Kiev

Chissà se la luna
di Kiev
è bella
come la luna di Roma,
chissà se è la stessa
o soltanto sua sorella…
“Ma son sempre quella!
– la luna protesta –
non sono mica
un berretto da notte
sulla tua testa!
Viaggiando quassù
faccio lume a tutti quanti,
dall’India al Perù,
dal Tevere al Mar Morto,
e i miei raggi viaggiano
senza passaporto

La luna parla, Da un tempo immemorabile questo astro di luce riflessa sembra appunto riflettere tutte le tragedie dell’umanità e nei secoli ognuno nella luna ha visto quello che voleva, alimentando l’immaginazione e la conoscenza. Rodari la interroga con l’innocenza con cui farebbe un bambino domandandosi chissà se la luna di Kiev è bella come la luna di Roma. La luna inaspettatamente risponde. E’ sempre la stessa e gli dà una lezione di astronomia. Affermando che i raggi della luna illuminano tutto il mondo senza fare alcuna distinzione; Rodari inserisce, tra le righe, un messaggio pacifista che diventa elogio della solidarietà tra gli uomini. Ma Rodari ci offre anche, con un altra poesia, un promemoria per la pace

Promemoria Gianni Rodari
Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola
a mezzogiorno.
Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.
Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno, né di notte,
né per mare, né per terra:
per esempio, la guerra.

Anche se le guerre Rodari le racconta sempre in una prospettiva ad altezza bambino,mettendo l’accento su un mondo in cui la guerra risulta come una ingiustizia inaccettabile e feroce. Nel 1951 – racconta Vanessa Roghi nel suo Lezioni di fantastica (Laterza) – aveva messo in scena una pièce intitolata “Stanotte non dorme il cortile”, la storia di cento bambini davanti alle guerre che si abbattono sui cortili del mondo. “Attraverso uno spettacolo di marionette una bambina entra nel bosco delle fate ma lì arrivano mostri a distruggere l’incanto, mentre la guerra distrugge il cortile”. Sulle macerie i bambini raccontano i loro sogni, le loro paure. La fiaba diventa anche il tessuto in cui la realtà esprime la sua esistenza. La fiaba diventa un contenitore che tiene insieme poesia e politica. Il fantastico, come ne La luna di Kiev non tradisce la realtà ma rifonda l’utopia confortandoci in questo momento di

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