San Calogero da Brescia per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 18 aprile.
Il 18 aprile si commemora San Calogero di Brescia. La vicenda di San Calogero – il cui nome è spesso riportato nella forma di Calocero e che le fonti agiografiche chiamano anche col nome romano di Caio – si può desumere dagli atti dei Santi Faustino e Giovita (Passio beatissimi martyris Faustini et Iovite presente nella Legenda Maior) per opera dei quali si era convertito al Cristianesimo. Originario di Brescia come gli altri due martiri, è probabile che militasse nella loro medesima coorte, tanto che gli agiografi raccontano che tutti e tre vennero trasferiti a Milano per essere processati. Durante gli interrogatori presso le Terme Erculee nessuno di loro abiurò la propria fede e, quindi furono condannati a morte. I Santi furono condotti fuori le mura, poco lontano dall’anfiteatro romano di Milano, in uno spiazzo un tempo usato per le corse dei cavalli ma già dai celti considerata area sacra, su cui era stato edificato un tempio dedicato a Giove. Abbandonate le corse equestri, era invalso al loro posto l’uso di far correre lì i condannati a morte, legati a carri lanciati a folle velocità trainati da cavalli imbizzarriti. E questa era la sorte riservata a Calogero, Faustino e Giovita: i tre furono legati ai carri e, al segnale convenuto, i cavalli vennero liberati e partirono a velocissimi, tra gli urli degli astanti accorsi ad assistere al supplizio. Tuttavia, i tre Santi riuscirono a governare i propri carri, riuscendo a fuggire ed evitando il martirio. San Calogero prese la strada per Vigevano e proseguì fino ad Asti, rifugiandosi dapprima nella comunità cristiana locale, per poi trasferirsi ad Albenga dove continuò la sua opera missionaria. Qui però fu scoperto dalla polizia imperiale e condannato alla decapitazione: il martirio avvenne presso l’antica foce del Centa, in località Campore il 18 aprile del 121.
Il ricordo di San Calogero divenne presto culto locale restando tuttavia limitato alle diocesi di Brescia, Milano, Asti, Ivrea, Tortona e Albenga. In quest’ultima città sono presenti i ruderi della basilica paleocristiana eretta attorno ai secoli IV e V e dedicata al Santo, sorta presso il luogo del martirio, o della sepoltura, in cui sarebbero state custodite le sue spoglie mortali fino alla loro traslazione nella chiesa della città. La presunta Tomba di San Calogero è conservata ad Albenga nel Museo Civico Ingauno, mentre nel Museo Diocesano è esposto il busto reliquario di San Calogero (fine XV secolo) e nella Cattedrale di San Michele è conservata l’urna con le reliquie del Santo (fine XVII secolo).
La tradizione iconografica raffigura il Santo con l’abito caratteristico dei soldati romani, la lorica; tra gli attributi, un’accetta con cui subì la decapitazione, e la palma del martirio.
