Cultura

Tutti i Santi giorni, 3 maggio: San Filippo e San Giacomo

Per la rubrica "Tutti i Santi giorni" del 3 maggio, San Filippo e San Giacomo.

Per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 3 maggio, San Filippo e San Giacomo.

Il 3 maggio ricorre la memoria liturgica di San Filippo e San Giacomo.
San Filippo apostolo fu originario di Betsaida ed è elencato come il quinto tra i discepoli di Cristo. Le informazioni sulla sua figura sono narrate principalmente nei Vangeli e negli Atti degli Apostoli: Giovanni lo descrive come uomo generoso, molto vicino a Gesù, e desideroso di far conoscere la Sua parola alla gente.  È a San Filippo che si deve l’annuncio del Messia allo scettico Natanaele (Gv 1,43-46) e viene interrogato da Cristo sul costo dei pani da procurare alla folla prima del miracolo della moltiplicazione dei pani (Gv 6,5-7). Stando agli Atti degli Apostoli, dopo l’Ascensione di Gesù, Filippo partì per evangelizzare la Samaria e la Cesarea, convertendo Simon Mago. Accanto alle fonti scritte, la tradizione vuole che Filippo fosse sposato e avesse dei figli. La sua morte sarebbe avvenuta a Hierapolis, ma esistono versioni discordanti sulle modalità del trapasso: secondo alcune fu crocifisso, secondo altre morì in tarda età per cause naturali. È venerato come santo dalla Chiesa cattolica, da quella evangelica, anglicana, ortodossa, copta e Chiesa armena, seppure in date differenti. Nella liturgia latina è festeggiato insieme a San Giacomo minore, il 3 maggio, giorno in cui si ricorda la dedicazione della chiesa in Roma, dove, sotto l’altare maggiore sono custodite le sue reliquie. Le ossa dei due Santi furono trasferite a Roma nel VI secolo, durante i pontificati di Pelagio e Giovanni III e composte nella Basilica paleocristiana ad essi dedicata, edificata come tempio votivo per la liberazione di Roma dai Goti, nei pressi del Foro Traiano. Variamente rimaneggiata, si presenta oggi in forme barocche e neoclassiche e ha mutato denominazione in Chiesa dei Santi Dodici Apostoli. Nel 2011 una equipe di archeologi italiani guidata da Francesco D’Andria ha portato alla luce la tomba di San Filippo presso Hierapolis, nell’attuale Turchia, dove erano custoditi i suoi resti fino alla traslazione a Roma. All’Apostolo vengono attribuiti due testi apocrifi: gli Atti di Filippo e il Vangelo secondo Filippo.

San Giacomo il Minore, così denominato per distinguerlo dall’altro apostolo Giacomo, detto il Maggiore, fu uno dei dodici discepoli del Signore. L’aggettivo “minore” o “giovane” attribuitogli da Marco (Mc 15,40) è di dubbia origine: forse va riferito alla sua bassa statura o alla minore età anagrafica rispetto all’omonimo, figlio di Zebedeo. La tradizione cattolica lo identifica con Giacomo figlio di una Maria e di Alfeo-Cleofa fratello di San Giuseppe, quindi cugino di Gesù (Mt 13,55; Mc 6,3); in testi extrabiblici viene nominato come “Giacomo il Giusto”. Oltre alle Scritture neotestamentarie, per ricostruire la sua figura si può attingere a testimonianze presenti negli scritti di autori successivi all’età apostolica, come il De Viris Illustribus di San Girolamo, l’Historia Eclesiastica di Eusebio di Cesarea e le Antichità giudaiche di Giuseppe Flavio. Ignota è la data di nascita di San Giacomo – da collocarsi tuttavia all’inizio dell’era cristiana – e il luogo di residenza, ipotizzabile come per la famiglia di Gesù essere Nazaret. Sulla base delle informazioni di Egesippo, raccolte da San Girolamo e da Eusebio, era probabilmente un nazireo: aveva fatto cioè voto di consacrazione a Dio, per cui non doveva tagliare i capelli né bere alcolici. Tutte le fonti concordano nel definirlo profondamente pio, tanto che le sue ginocchia erano talmente indurite per le prolungate preghiere da somigliare a quelle di un cammello. Negli Atti deli Apostoli si legge che Giacomo rivestì un ruolo di primissimo piano nella Chiesa gerosolimitana, fino a subire il martirio a Gerusalemme nel settimo anno dell’impero di Nerone, attorno al 61-62, sotto il sommo sacerdote Anano. Le descrizioni della sua morte sono in parte discordanti: alcune versioni lo vogliono lapidato insieme ad altri cristiani per ordine di Anano; secondo Eusebio, San Giacomo fu invitato da alcuni capi dei Giudei a salire sul pinnacolo del tempio per far desistere il popolo dalla fede in Gesù. Ma l’Apostolo lo dichiarò Figlio dell’uomo e sedente alla destra del Padre, attirandosi così le ire degli Ebrei che decisero di lapidarlo; fu tirato giù dal pinnacolo e, tra le pietre scagliate, fu colpito a morte da un lavandaio con un colpo di bastone sul capo.

san filippo e san giacomo

Nell’iconografia tradizionale, San Filippo e San Giacomo sono spesso raffigurati insieme. Gli attributi identificativi del primo sono la croce o un tronco, i pani e i pesci, il libro e il drago. Quest’ultimo particolare si deve ad alcune fonti apocrife, poi riprese nella Legenda Aurea di Jacopo da Varagine, secondo cui un giorno Filippo venne catturato da alcuni pagani che, trascinatolo nel tempio di Marte, lo costrinsero a sacrificare alla statua del dio. Il piedistallo della statua si sgretolò e dalla cavità uscì un drago che si avventò sul figlio del sacerdote che stava preparando il fuoco per il sacrificio e lo uccise con il suo alito, insieme ad altri presenti; allora Filippo scacciò il drago e resuscitò coloro che erano stati uccisi dal demonio. Talvolta viene ritratto crocifisso ad un albero a testa in giù, secondo la leggenda del suo presunto martirio, allorché in Frigia convertì al cristianesimo anche la moglie del proconsole, e per questo giustiziato. San Giacomo è rappresentato con un cappello da pellegrino, con una conchiglia o ancora con uno stendardo.

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