Il sondaggio

Elezioni europee, le guerre spingono l’81% dei cittadini a votare

Sono più di otto europei su dieci a ritenere il voto alle elezioni europee più importante in virtù dell'attuale situazione geopolitica. 6/10 - il 60% - quindi si interesseranno alle prossime europee: aumento di 11 punti percentuali rispetto al 2019. 

BRUXELLES\ aise\ – Sono più di otto europei su dieci a ritenere il voto alle elezioni europee più importante in virtù dell’attuale situazione geopolitica. 6/10 – il 60% – quindi si interesseranno alle prossime europee del 6-9 giugno, con un aumento di 11 punti percentuali rispetto al voto del maggio 2019. 

Questi alcuni dati dell’ultimo sondaggio Eurobarometro del Parlamento europeo. Il 73% dei cittadini afferma che le azioni dell’Unione europea hanno un impatto sulla loro vita quotidiana e la complessa situazione geopolitica dà la spinta decisiva al voto in vista delle prossime elezioni europee. Un sondaggio, quindi, che rivela consapevolezza tra gli elettori, ma al contempo una certa forma di preoccupazione per quanto sta succedendo a livello internazionale. Saranno quindi più di 8 europei su dieci (81%) a ritenere il voto europeo ancor più importante per gli equilibri geopolitici. Questa pubblicazione va letta come una tendenza positiva e in crescita dei principali indicatori di interesse elettorale a poche settimane dal voto dei cittadini dell’UE: si andrà alle urne dal 6 al 9 giugno (in Italia l’8 e 9). Gli aumenti sono ancora più evidenti rispetto al sondaggio della primavera 2019 (tre mesi prima delle precedenti elezioni europee).

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Il 60% dichiara ora di essere interessato a votare a giugno (+3 pp rispetto all’autunno 2023 e +11 pp rispetto a febbraio/marzo 2019). Il 71% afferma che è probabile che vada a votare (da 7 a 10 su una scala da 1 a 10), pari a +3 punti percentuali rispetto all’autunno 2023 e a +10 punti percentuali rispetto a febbraio/marzo 2019. Su questo fronte i dati italiani sono simili: il 59% è interessato alle prossime elezioni e il 70% andrebbe a votare alle elezioni se fossero la prossima settimana. I risultati suggeriscono, dunque, che i cittadini dell’UE sono molto consapevoli dell’importanza delle elezioni nell’attuale contesto geopolitico, con otto intervistati su dieci (81%) che concordano sul fatto che ciò renda il voto ancora più importante.

La Presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, commentando i risultati del sondaggio, ha affermato: “Il 2024 è un anno elettorale importante, con elezioni che si svolgeranno in Europa, ma anche negli Stati Uniti, in India, nel Regno Unito e in molti altri Paesi. L’esito di queste elezioni sarà con ogni probabilità cruciale per il futuro della democrazia nel mondo. Invito i nostri cittadini a votare alle prossime elezioni europee, a partecipare a questo anno storico e a rafforzare la democrazia europea”.

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La percezione dell’UE e le sfide del futuro

All’avvicinarsi della conclusione di questa legislatura, l’81% dei cittadini dell’UE ha un’immagine positiva o neutra del Parlamento europeo, mentre solo il 18% ha una visione negativa. Inoltre, la maggioranza dei cittadini UE (56%) vorrebbe che il PE svolgesse un ruolo più importante, mentre solo il 28% vorrebbe il contrario e il 10% vorrebbe mantenere il ruolo attuale.
Gli italiani apprezzano il PE più della media EU27: il 45% ha un’opinione totalmente positiva, contro il 41% europeo. L’apprezzamento si riscontra soprattutto tra i giovani (62% tra i 15 e i 24 anni) e scende man mano che si sale (40% over 55).

“Il Parlamento e l’Unione europea hanno fatto molta strada negli ultimi anni – ha aggiunto la Presidente Metsola -. Abbiamo dovuto affrontare circostanze eccezionali e difficili, ma siamo diventati più forti. Il Parlamento è stato e continuerà ad essere la voce e il difensore dei cittadini nell’UE”.
I cittadini europei vorrebbero che la lotta alla povertà e all’esclusione sociale (33%) e il sostegno alla sanità pubblica (32%) fossero i principali temi in discussione durante la campagna elettorale. Il sostegno all’economia e alla creazione di nuovi posti di lavoro, nonché la difesa e la sicurezza dell’UE sono entrambi al terzo posto (31%). L’importanza che i cittadini attribuiscono alla difesa e alla sicurezza dell’UE è aumentata nel corso della legislatura, soprattutto alla luce della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina. La difesa e la sicurezza dell’UE sono ora indicate come prima (o prima a pari merito) priorità della campagna elettorale in nove Paesi, con i risultati più alti in Danimarca (56%), Finlandia (55%) e Lituania (53%).

Rispetto alla media EU27, gli italiani vogliono parlare di più di salute pubblica (38% vs 32%) e creazione di più posti di lavoro e aiuto all’economia (41% vs. 31%). Questi due sono anche i due temi che gli elettori italiani hanno detto di voler al centro della campagna elettorale. Maggiore attenzione, sempre rispetto alla media, anche per diritti dei consumatori (25% vs 14%) e per l’indipendenza energetica (24% vs 17%). Minore invece alla difesa (23% vs. 31%). Guardando al futuro, i cittadini dell’UE considerano la difesa e la sicurezza (37%) come le prime priorità per rafforzare la posizione dell’UE a livello globale, mentre le questioni energetiche e la sicurezza alimentare/agricoltura seguono (entrambe al 30%). Inoltre quattro cittadini su dieci affermano che il ruolo dell’UE è diventato più importante negli ultimi anni, mentre il 35% ritiene che sia rimasto invariato e il 22% che sia diminuito. A livello nazionale, in 15 Paesi la maggioranza relativa ritiene che il ruolo dell’UE nel mondo sia diventato più importante nel corso degli anni, con percentuali che raggiungono il 67% in Svezia, il 63% in Portogallo e il 60% in Danimarca. Dall’altro lato, i cittadini sloveni e cechi sono i più propensi a dire che il ruolo dell’UE è diventato meno importante (rispettivamente 32% e 30%).
Quasi tre quarti dei cittadini (73%, +3 pp rispetto all’autunno 2023) affermano che le azioni dell’UE hanno un impatto sulla loro vita quotidiana, compreso un quinto (20%) per il quale hanno “molto” impatto. Inoltre, un’ampia maggioranza di europei concorda sul fatto che il proprio Paese, nel complesso, trae vantaggio dall’appartenenza all’UE (71%). Questi risultati sono stabili rispetto all’autunno 2023 e continuano a godere di livelli elevati in tutta l’UE

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