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L’Aquila capitale della cultura 2026, una grande avventura anche per Rieti

Incontro a Rieti su L'Aquila capitale della cultura 2026. Progetti e opportunità per tutto il territorio.

Incontro a Rieti su L’Aquila capitale della cultura 2026. Progetti e opportunità per tutto il territorio.

Si terrà sabato 13 aprile alle 11, presso l’Auditorium di Santa Scolastica a Rieti l’incontro su L’Aquila capitale della cultura 2026, a cui parteciperanno Daniele Sinibaldi, Sindaco di Rieti, Pierluigi Biondi, Sindaco dell’Aquila, Alessandro Crociata, Direttore dossier candidatura L’Aquila Capitale della Cultura 2026, Letizia Rosati, Assessore alla cultura Comune di Rieti.
PERCHÈ L’AQUILA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2026: “L’Aquila e il suo territorio” è una configurazione spaziale unica – si legge nella nota di presentazione – per il rapporto stretto e reciproco che caratterizza la città non solo rispetto ai 56 comuni del cratere del sisma 2009 ma in senso più ampio come città rappresentativa di un’area interna e montana i cui caratteri sono definiti, valorizzati e resi significativi proprio dalla fitta rete di relazioni che ne caratterizza la storia e la geografia, connettendo realtà, risorse, capacità e interessi che spesso fanno fatica ad essere adeguatamente considerati nel dibattito nazionale e nell’agenda delle politiche territoriali. Il titolo di Capitale italiana della Cultura conferisce impulso e visibilità ad un processo già in atto e rappresenta il giusto riconoscimento di un sistema socio-territoriale con una scala e con una struttura che assicura un potenziale evolutivo – una capacità di accumulazione e innovazione – specifico, elevato e soprattutto altamente scalabile in tante altre realtà territoriali del Paese. Il titolo di Capitale della Cultura 2026 permetterà quindi di sostenere e portare all’attenzione nazionale ed internazionale un modello originale di organizzazione delle attività culturali e delle relazioni sociali utile alla programmazione socioeconomica territoriale a base culturale della grande maggioranza delle Aree Interne.
PERCHE’ RIETI NEL DOSSIER CONDIVISO CON L’AQUILA: L’innovazione presentata nel dossier “L’Aquila Città multiverso” sta nello scalare contestualmente questo modello a un altro sistema urbano che presenta medesime sfide, disequilibri e opportunità da affrontare: la città di Rieti, unita all’Aquila da profonde radici culturali comuni e da una altrettanto comune storia plurisecolare se non millenaria. L’Aquila Capitale italiana della Cultura vuole dimostrare che è possibile condividere un percorso di sviluppo con altri territori già in fase programmatica, per di più appartenenti a regioni diverse. Le due città condividono numerose similitudini geo morfologiche, storico-artistiche ed economicoproduttive. Entrambe le città sono circondate da un paesaggio montuoso e collinare, con vette, valli e pascoli verdi. Entrambe le aree su cui insistono hanno una base economica strettamente legata alla loro storia, cultura e risorse naturali. Sia L’Aquila che Rieti possiedono centri storici medievali ben conservati, un importante richiamo turistico e culturale e una forte tradizione religiosa. Entrambe le città stanno sperimentando un percorso di ricostruzione e rinascita post-sisma. La provincia di Rieti, infatti, è stata colpita tragicamente dal sisma di Amatrice-Accumoli del 2016. Il cuore del progetto ha la finalità di potenziare la capacità di costruire visioni e strategie culturali territoriali in una dimensione di Area Vasta sovra-regionale, con una prospettiva di medio-lungo periodo e con un approccio che miri all’integrazione di politiche, soggetti, livelli istituzionali e strumenti di programmazione interconnessi. Il titolo di Capitale italiana della Cultura può così costituire un vero spartiacque che permetterà alle due città – L’Aquila e Rieti – e ai loro territori, nonché alle comunità che li abitano, di sentirsi compresi, incoraggiati e supportati dall’intera opinione pubblica nazionale e internazionale.
LINEE TEMATICHE: Oltre il sisma: sinergie di sviluppo territoriale dell’Italia minore e delle zone interne dell’Appennino centrale. Territori uniti per creare prospettive in un ecosistema culturale congiunto. L’Aquila e Rieti oggi sono pronte per una sfida del genere e potranno dare vita a un modello scalabile capace di ispirare tanti altri territori italiani a seguire lo stesso percorso, e in primis quelli delle Aree Interne caratterizzate dalle stesse criticità relative agli effetti di sismi di portata distruttiva. Il vero progetto culturale quindi non è una elencazione di eventi e manifestazioni seppur prestigiosi e di qualità ma incastonare tali occasioni in una visione prospettica, lungimirante di Territorio oltre il sisma, oltre la ricostruzione. A tale sfida si candidano le zone interne, L’Aquila e Rieti, consapevoli delle loro potenzialità spesso inespresse o represse perché schiacciate dai grandi modelli delle città metropolitane dal secondo dopoguerra in poi. Molteplici dimensioni di creatività per il risveglio di un territorio I cinque filoni che caratterizzeranno il percorso dell’Aquila Capitale italiana della cultura 2026 con Rieti protagonista saranno “Multiculturalità”, “Multidisciplinarietà”, “Multitemporalità”, “Multiriproducibilità” e “Multinaturalità”. Così verrà esplorata, attraverso un ricco programma di iniziative, la complessità e la ricchezza culturale e ambientale che caratterizza L’Aquila, Rieti e i borghi circostanti. Gli eventi saranno diffusi e, oltre a creare un ecosistema favorevole alla creatività, genereranno benefici in termini di inclusione sociale e benessere psico-fisico. Nuove produzioni artistiche, competenze diffuse e spazi rigenerati lasceranno un’eredità duratura per il presente e il futuro di questo territorio ricco di risorse e potenzialità ancora inespresse. L’intero programma verrò articolato per L’Aquila e Rieti nelle cinque declinazioni del multiverso, cinque percorsi di senso attorno ai quali si costruisce la nuova traiettoria di sviluppo delle città e dei loro territori, che ne riflettono la storia, la sensibilità, i bisogni profondi.

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