Fonici, trascrittori, stenotipisti forensi, nuovo sciopero a Roma. “Dal Ministero nessun passo in avanti”. Le richieste della categoria
Internalizzazione di tutti, nessuno escluso, in seno al Ministero della Giustizia, tavolo permanente di contrattazione con il Ministero, garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali e salariali dell’appalto. È quanto chiedono Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti per fonici, trascrittori e stenotipisti forensi, circa 1.500 in Italia e 200 in Abruzzo, da molti considerati i “fantasmi” dei tribunali, con lo sciopero indetto per giovedì 18 gennaio con presidio a Roma, in piazza Cavour, contro la Riforma Cartabia, dopo mesi di stato di agitazione e riunioni con il Ministero.
“Alla riunione di novembre il Ministero ci ha lasciati con l’intesa che avrebbe fatto conti e considerazioni e al successivo incontro ci avrebbe fornito specifiche riguardo l’internalizzazione, numeri e risposte precise. Alla riunione di dicembre invece nulla è successo: non avevano valutato niente, non avevano preso in considerazione niente. Erano sempre aperti a questa internalizzazione, ma non ci hanno più detto quanti lavoratori avrebbe lasciato fuori. Per questo non abbiamo interrotto lo stato di agitazione e adesso scioperiamo: perché abbiamo visto non un passo indietro, ma non un passo avanti dal Ministero”, così all’ANSA Deborah Di Lauro della Filcams Cgil e stenotipista di Teramo.
Tra rischio di automazione del loro lavoro con l‘introduzione del software T-Rex, e precariato, con contratti di non più di due anni con ditte esterne che rinnovano di volta in volta gli appalti, “con questo sciopero – sottolinea Di Lauro – vogliamo far capire l’importanza della nostra mancanza nelle aule giudiziarie, della mancanza di una trascrizione fatta in un giorno, con accortezza e competenza“.
“Siamo tanti e abbiamo i cancellieri dalla nostra parte: rischiano di finire per fare anche il nostro lavoro, e loro non vogliono, non compete loro. Per questo hanno già scioperato e molti di loro scenderanno in piazza con noi giovedì a Roma. Questo è solo il primo passo, non è detto che non ce ne saranno altri. Non ci fermeremo”.