Festivita'

Alto Aterno, Natale e Capodanno tra storia e tradizioni

Alto Aterno, Natale e Capodanno tra storia e tradizioni a Cabbia di Montereale.

Alto Aterno, Natale e Capodanno tra storia e tradizioni a Cabbia di Montereale. Il contributo di Nando Giammarini.

Il Natale, la festa più importante dell’anno e non solo per quel che concerne il profilo religioso, è una ricorrenza che scalda i cuori.
Una tradizione invernale che rende qualsiasi ambiente piacevole ed incantato, specialmente se con la neve che gli dona fascino ed originalità. La modernità, indubbiamente, aiuta a vivere meglio ma i ricordi del passato di certe atmosfere natalizie tipiche dei tempi che furono rimangono impresse nelle menti e nei cuori di coloro che li hanno vissuti. Specialmente quelli dei montani, borghi che ben si adattano alla natività. Il Natale storicamente è il periodo preferito dai bambini. Luci e colori, regali e dolciumi sono i componenti maggiori che stimolano la loro fantasia e creatività generando un’atmosfera magica. Nonostante queste sacrosante attenzioni rivolte ai bambini, c’è da tenere in considerazione anche l’aspetto degli adulti che comunque amano trascorrere le festività in famiglia tra le mure domestiche.

In questo Natale ormai alle porte non lasciamoci travolgere dal consumismo e dall’indifferenza. I suoi simboli ci riportano alla certezza che ci riempie il cuore di pace, di gioia e lo apre alla speranza. Dobbiamo sempre tenere ben presenti le tante famiglie, specialmente quelle con bambini piccoli, che versano in condizioni di difficoltà e le persone più deboli e fragili, ivi compresi gli anziani soli che la recente emergenza sanitaria ha isolato ancora di più. Un pensiero commosso va ai tanti uomini, donne e bambini coinvolti dalla pazzia della mente umana e sconfitta dell’umanità: la guerra Russia- Ucraina. Stringe il cuore vedere quelle scene strazianti con case, scuole ed ospedali rasi al suolo, morti dappertutto e sapere che tanti esseri umani sono costretti al freddo e al gelo sottoposti a continui bombardamenti. Tutto ciò si verifica mentre compie 800 anni il presepe allestito per la prima volta a Greccio, un paesino in provincia di Rieti, da San Francesco nel 1223. Il primordiale evento avvenne, rivelano fonti storiche, dopo che egli ebbe avuta l’autorizzazione da papa Onorio III. Il presepe è quella rappresentazione della nascita di Gesù che si fa nelle chiese e nelle case durante le feste natalizie e che riproduce scenicamente la Natività e l’Adorazione dei Magi.
In base a quanto riferisce l’evangelista Luca, Gesù nacque in una stalla, o comunque in un luogo destinato al ricovero degli animali.
E infatti la parola “Presepe” deriva etimologicamente dal verbo latino “praesepire” per cui assume il significato odierno di mangiatoia, greppia. Il termine sembra fosse comparso per la prima volta nella Basilica Mariana dell’Esquilino, attuale Santa Maria Maggiore, chiamata sin dal VII secolo “Sancta Maria ad praesepe”, poiché in quell’epoca, secondo la tradizione, vi furono traslate le reliquie della Sacra Culla. Nelle grandi città – che nulla hanno a che vedere con i nostri paesini “placidi e tranquilli”, in cui la vita scorre talvolta nella più assoluta solitudine – il Natale non è sentito quasi per niente poiché nella maggior parte dei casi non ti vedi e non ti saluti neanche con il dirimpettaio della palazzina accanto. Diverso il discorso nei piccoli paesi dove ci si conosce tutti ed esiste il senso vero di Comunità, in cui i problemi della singola persona o della singola famiglia sono i problemi di tutti.

Penso a Cabbia di Montereale, mio paese d’origine dove, alternato con mio fratello, trascorro gran parte dell’anno, la festosa atmosfera si respira nella bellezza della semplicità e dell’ambiente adornato, talvolta da una semplice spruzzata di neve. Qui la festa più importante dell’anno è molto sentita, vissuta e partecipata, sebbene ci siano poche persone e la sera della vigilia di qualche anno fa si è rischiato di non riuscire a mantenere l’antica tradizione, che affonda le proprie radici nella notte dei tempi, dell’accensione del “Fuoco del Bambino”. Grazie all’impegno di alcuni ragazzi che amano e vivono il territorio, tornandoci tutte le settimane, il fuoco sarà acceso quindi la tradizione sarà mantenuta. Giusto domenica scorsa armati di buona volontà e voglia di fare hanno approvvigionata la legna necessaria ad accenderlo, in piazza. La legenda narra che il fuoco serve a riscaldare il Bambinello appena nato ed è una costumanza anche dei paesi limitrofi. Questi ragazzi, cui va il ringraziamento dell’intera Comunità cabbiese, hanno inoltre provveduto ad istallare una stella Cometa che indica l’ingresso della chiesa parrocchiale ed una luminaria in Piazza Don Andrea Durantini dove viene acceso il fuoco la sera della vigilia.
A partire dal pomeriggio del 26, giorno di Santo Stefano, inizierà ad arrivare altra gente e via via sempre di più nei giorni successivi. Soprattutto i fedelissimi di sempre. Prova provata ne saranno i comignoli fumanti fin dal mattino e le macchine parcheggiate in paese e lungo le due strade di accesso. Le giornate scorreranno serene tra passeggiate nelle ore calde, riunioni tra amici in case private ed incontri in piazza al fuoco diventato per la circostanza luogo d’incontro e di discussioni. Normali momenti di socializzazione di confronto, sulle più disparate tematiche, da sempre sono vivi tra “cajani”, ma il bello dovrà ancora venire ed avrà il culmine il pomeriggio del 31 quando ferveranno i preparativi per il gran cenone di San Silvestro ed arriveranno in paese gruppi di giovani, allegri e festanti. Ognuno con la propria comitiva con cui, dopo il cenone poco prima della mezzanotte, ci si ritroverà tutti in piazza, come in un appuntamento mai fissato ma sempre rispettato, a brindare salutando l’anno vecchio che se ne va e festeggiando il nuovo appena iniziato. Fuochi pirotecnici rombi di bottiglie di spumante, baci abbracci e auguri rinvigoriranno la nostra piccola Comunità ed il paese per molto tempo con poche anime. Buon Natale e buon anno a tutti ed in particolare al direttore di questo prezioso strumento informativo abruzzese che ci permette di far conoscere e dare lustro e visibilità alla nostra amata Cabbia.

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