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Montagna in crisi per il caro bollette: su i prezzi per abbonamenti e innevamento artificiale

Caro bollette: esplosi i costi anche per il settore montagna. La situazione a Ovindoli, Campo Felice e Campo Imperatore.

Prima l’emergenza sanitaria con due anni di stop e chiusure, poi la siccità – e un inverno senza neve – e ora l’impennata dei prezzi del gasolio, delle bollette del gas e dell’elettricità. La stagione invernale, per il comparto che ruota intorno al mondo dello sci e della montagna, si annuncia così impervia da far temere un vero e proprio bagno di sangue.

Il Capoluogo continua a raccontarvi le storie di chi cerca di resistere e fare impresa, fra bollette salatissime e burocrazia che strozza. Questa volta sguardo alla montagna, dove la stagione invernale si preannuncia molto difficile. Su tutto il settore montagna a seguito del rincaro delle bollette sono esplosi i costi: dai pernottamenti alla ristorazione, dai materiali fino agli skipass, con rincari che interessano prezzi e tariffe di tutto il settore e fanno salire alle stelle i costi della classica “settimana bianca”. Il paradosso a cui si sta assistendo, come per gli hotel di montagna, è che con il pellet introvabile – o, se reperibile, a costi esorbitanti – converrebbe ritornare al gasolio (il cui prezzo, comunque, è salito) con i conseguenti danni all’ambiente che tutti conoscono. Il primo stop stagionale, ufficiale, è già arrivato: la stazione di Panarotta 2002, 18 chilometri di piste e quattro impianti di risalita (Insieme alla stazione Funivie Lagorai fa parte della Skiarea Valsugana e Lagorai), sopra le montagne di Levico Terme, in Trentino, non aprirà: “Fare altrimenti sarebbe un salto nel buio e non possiamo fare i kamikaze – ha spiegato il presidente Matteo Anderle a il Dolomite – è una decisione sofferta, ma tra i costi per le bollette, l’innevamento artificiale e il lavoro tecnico, la situazione per noi è diventata insostenibile”.

ovindoli monte magnola

Un problema importante anche per tutta la regione Abruzzo con la stagione invernale quasi alle porte. Il Capoluogo.it ha ascoltato le voci e il grido di allarme dei referenti e degli amministratori dei maggiori comprensori sciistici del territorio: Monte Magnola a Ovindoli, Campo Felice, Campo Imperatore. Concretamente, dopo 2 anni di chiusure e di stop a causa della pandemia è a rischio la stagione invernale ancor prima di iniziare, preannunciandosi difficile, costosa e soprattutto incerta proprio a causa l’esplosione dei costi delle bollette per gas ed energia elettrica. In Italia alcuni piccoli impianti hanno già deciso che non apriranno, troppe e troppa incertezza. Anche perchè, per stare al passo con le spese quasi quotidiane e la ‘spada di Damocle’ delle bollette in arrivo a fine ottobre, è inevitabile che bisognerà ritoccare i prezzi degli abbonamento e degli ski pass giornalieri.

QUI OVINDOLI

Giancarlo Bartolotti, presidente del Monte Magnola a Ovindoli spera che prima dell’avvio della stagione “Si trovino soluzioni da parte del Governo e delle amministrazioni centrali e regionali che abbiano a cuore le sorti del nostro settore. La montagna è una risorsa e il turismo invernale crea un indotto di milioni di euro. Se dovessimo essere costretti a chiudere gli impianti alcuni giorni a settimana per contenere i costi, sarebbe un vero bagno di sangue. Gli impianti hanno bisogno di manutenzione costante, la neve va lavorata tutti i giorni. A questo vanno aggiunti anche i costi per l’innevamento artificiale, l’anno scorso abbiamo speso circa 152 mila euro contro i 25/30 mila del 2019“.

ovindoli neve montagna

“Piccoli aumenti sugli abbonamenti ci saranno, è inevitabile, ci piange il cuore, ma non possiamo fare diversamente. L’anno scorso – continua Bartolotti – per l’intera stagione il costo della bolletta dell’elettricità per Monte Magnola è stato di 600 mila euro. Sono cifre impensabili se quest’anno il prospetto è quello di cui si parla”.
Per poter pensare di avviare la stagione con serenità, siamo subordinati a quelli che saranno i prezzi della corrente, ma se non si apre non sarà una tragedia solo per noi, resta a casa un comparto fatto di centinaia di persone, senza contare tutto l’indotto: ristoranti, bar, locande, alberghi, b&b. Per quanto riguarda i ritocchi sugli abbonamenti per adesso sono stati minimali e di pochi euro sia per la stagionale che per la giornaliera, ma sono comunque da rivedere e potrebbero purtroppo modificarsi durante l’inverno, anche se non è nostra intenzione: noi siamo alla finestra e attendiamo, aspettiamo che il Governo e le istituzioni ci diano riposte concrete e aiuti ragionevoli”.  Per quanto riguarda i costi e gli aumenti degli alberghi vicini gli impianti, basta andare su portali come Booking e vedere come siano lievitati i prezzi: per una settimana a Ovindoli o nei paesi limitrofi durante il periodo natalizio, il costo di una camera doppia con colazione oscilla dai 1216 euro ai 4644 (per una struttura gestita da una host privato).

campo imperatore montagna

QUI CAMPO IMPERATORE
Ci saranno degli aumenti sugli abbonamenti per accedere agli impianti anche a Campo Imperatore. Lievitati i prezzi anche negli alberghi della zona: sempre durante il periodo natalizio, una camera doppia in una b&b viene dai 654 euro fino ai 2 mila per una stanza in hotel con colazione.

Per quanto riguarda i leggeri ritocchi sui prezzi per gli abbonamenti, si tratta di una soluzione sofferta, ma necessaria, “Per restare dentro senza rimetterci troppo. Far lievitare troppo i costi avrebbe rischiato di metterci fuori dai giochi. Abbiamo cercato di fare il possibile, pensando a ‘salvare’ – dopo la crisi per il settore sci degli ultimi due anni – chi ha investito in queste zona e che sta continuando a rimetterci tempo, denaro e energie senza approdare a nulla“, ha detto, intervistato dal Capoluogo.it, Dino Pignatelli, amministratore del Ctgs. All’aumento del costo dell’energia che in pochi mesi ha registrato oltre il 50%, dobbiamo aggiungere tutte le altre spese, a cadenza quotidiana, 365 giorni l’anno, necessarie e fondamentali per avere in inverno degli impianti in efficenza e sicurezza. Noi abbiamo stretto i denti, non riversando tutto sugli utenti, cercando di risparmiare al massimo, ma apriamo – sperando che arrivi presto la neve – come una qualsiasi stagione. Una buona notizia per questo periodo storico è l’avvio dei lavori allo storico hotel di Campo Imperatore. Sicuramente un attrattore e un richiamo per gli amanti del turismo invernale e di montagna in generale, una pagina della storia che interessa e appassiona sportivi e non”. 

albergo campo imperatore
caro bollette caro energia

QUI CAMPO FELICE

“Senza interventi drastici da parte del governo, la montagna e lo sci rischiano di morire: gli ultimi aumenti delle bollette per noi potrebbero essere la mazzata finale”. È lo sfogo, amaro, di Luca Lallini, amministratore delegato degli impianti di Campo Felice e presidente Ski pass dei Parchi. “Solo 2 giorni a settimana non possiamo lavorare: o sei sempre aperto o chiudi, la strada è netta. Per ora la nostra politica sarà quella di tenere aperto, è iniziata anche la campagna di acquisto per gli abbonamenti, gli ‘aggiustamenti’ saranno minimi (l’abbonamento è passato da 480 euro del 2021 a circa 590 quest’anno).
“A
ndremo a rimetterci, lo sappiamo: ‘speriamo’, conti alla mano, di perdere ‘solo’ un milione e mezzo di euro. Nel nostro mestiere è anche difficile fare dei conti precisi, perchè bisogna aspettare la stagione. Oggi non sappiamo se e quando arriveranno le temperature giuste in montagna, non sappiamo quanta neve ci sarà. Non sappiamo se ci saranno altri aumenti. Nel 2019 le fatture aprendo 110 giorni l’anno, spendevamo 550 mila euro di elettricità in un anno solare. Nel 2022 per 9 mesi – dal primo dicembre al 30 di agosto –  abbiamo ricevuto 980 mila euro di bollette e l’inverno non è ancora arrivato. A questo aggiungiamoci che lavoriamo su impianti di proprietà, ma sui terreni abbiamo concessioni per cui paghiamo anche gli usi civici altrimenti rischiamo di perderle”. “Siamo di fronte a un problema serio importante: il consumo di energia incideva sui nostri bilanci – a seconda dell’annata – tra il 10 15% del fatturato. Consideriamo che ci sono state stagioni con poca neve e quando c’è poca neve bisogna innevare di più. Con le proiezioni attuali nelle prossime settimane la bolletta dell’elettricità inciderà anche fino al 50 per cento. Non dobbiamo fare la questua e non vogliamo farla perchè l’imprenditore deve essere capace di andare avanti da solo. In questa situazione non è possibile: dopo due anni siamo tornati allo stesso livello di quando eravamo in emergenza sanitari. L’impatto è e sarà talmente importante e devastante che non ci sono palliativi. Alcune piccole stazioni in Italia chiudono, altre pensano di lavorare solo alcuni giorni a settimana, ma per un impianto come quello di Campo Felice non è pensabile: la neve non può essere ‘abbandonata’ è come la terra per il contadino. Va lavorata tutti i giorni, va battuta, altrimenti ingiallisce e non è buona per sciare. Le nostre spese non finiscono qui: ci sono le rateizzazioni dal 2020, l’Agenzia delle entrate. Se gli impianti di sci come i nostri fossero riconosciuti come azienda energivora, potremmo accedere a sgravi fiscali più alti, per andare avanti e poter lavorare tutti serenamente, non dobbiamo essere noi a chiedere ‘l’elemosina’, le istituzioni non devono latitare, ma avere a cuore il nostro settore che è composto da migliaia di persone. Solo da noi abbiamo 250 dipendenti su una stazione, a questi aggiungiamo l’indotto che ruota intorno agli alberghi e ai ristoranti, già vittime dell’emergenza sanitaria e attualmente a rischio”.

campo felice neve
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