Santa Reparata per la rubrica “Tutti i Santi giorni” dell’8 ottobre.
L’8 ottobre si commemora Santa Reparata. Santa Reparata nacque Cesarea di Palestina intorno alla metà del III secolo. Le fonti antiche non citano mai la Santa: neanche Eusebio, vescovo proprio di Cesarea tra il 313 e il 340 e padre della storiografia ecclesiastica e che ha tramandato la memoria di tanti martiri della sua città, ne fa mai menzione. Non si trova traccia del culto prima della metà del secolo IX, quando nel ‘Martirologio di Beda’, compare per la prima volta il suo nome all’8 ottobre. Ciò nonostante, la popolarità di Santa Reparata si diffuse presto, particolarmente in Italia centrale dove gode di grande devozione a Firenze, Atri, Napoli e Chieti. Secondo la passio, fu una fanciulla di nobile stirpe: durante le persecuzioni dell’imperatore romano Decio, tra il 249 e il 251, poiché si rifiutò di sacrificare agli dei, all’età di 12 anni fu sottoposta a tortura per poi essere decapitata. Secondo una leggenda diffusa in Provenza, dopo la morte i suoi aguzzini ne misero il corpo su una barca fatta poi andare alla deriva che, guidata dagli angeli, sarebbe arrivata a Nizza; il corpo venne sepolto in quella che poi divenne la cattedrale di Sainte-Réparate. Un’altra versione vuole invece che la barca sia arrivata sulle coste campane e il corpo della Santa sia stato traslato a Teano e conservato nel monastero del IX secolo a lei intitolato. È titolare dell’antica cattedrale di Santa Reparata in Firenze, che assunse il nome attuale di Santa Maria del Fiore solo nel 1412: secondo la tradizione, l’edificio fu dedicato alla martire dal vescovo Zenobio quando i fiorentini, dopo averne invocato l’intercessione, riuscirono a respingere l’assedio degli Ostrogoti di Radagaiso l’8 ottobre del 406. Probabilmente, il culto della santa fu introdotto nella città toscana grazie agli scambi commerciali con gli altri paesi del Mediterraneo. In Abruzzo Santa Reparata è venerata ad Atri, Casoli e Civitella del Tronto. Il patronato della Santa per la città di Atri risale al 1352 quando il Parlamento Municipale, per sancire l’alleanza con Firenze, redasse gli Statuti Municipali, prendendo a modello quelli fiorentini, ed elesse a protettrice la martire Reparata, protettrice anche di Firenze. Nel 1355, proprio accanto alla cattedrale, fu eretta la chiesa in suo onore, sul cui altare campeggiava un grande stemma comunale che ancora oggi, sebbene la chiesa sia stata completamente ricostruita nel 1741, sovrasta la nicchia con la statua della Santa. Fu quindi il governo comunale della città a proclamarne il patronato, senza alcuna ingerenza del clero, sebbene proprio in quell’anno fosse vescovo della diocesi il fiorentino Marco Ardinghelli, cosa che contribuì alla rapida diffusione del culto tra la popolazione. Contestualmente nacquero numerose leggende: la prima narra che, durante un’invasione saracena, con le truppe accampate alle porte della città, in cielo apparvero le figure della Vergine Marie e di Santa Reparata recanti in mano spade di fuoco. La visione spaventò talmente i nemici da farli desistere.
Una seconda tradizione, più recente e ambientata in un’epoca non meglio precisata, spiegherebbe il perché la Santa rechi in mano un modellino della città, secondo un’iconografia tipica dei santi protettori. Un terribile terremoto sconvolse tutto il territorio circostante, ma Atri rimase illesa perché la martire di Cesarea apparve e prese tra le mani la città, staccandola dalla collina e tenendola tra le braccia durante le scosse. A ricordare il prodigio, gli atriani portano come testimonianza le antichissime grotte presenti sui due versanti del colle dove sorge l’abitato, cinque per lato, come le dita della mano. Questa narrazione ha influenzato anche le raffigurazioni presenti in città: Reparata regge il borgo quasi con forza, con entrambe le mani; nel quadro della chiesa in contrada Cona si vede anche del terriccio sotto la città, come se fosse stata appunto sradicata dal colle.
