Emergenza coronavirus

Covid 19 a L’Aquila, i contagiati di Sulmona affollano Malattie Infettive

L'AQUILA - Risale l'occupazione dei posti letto nel reparto di Malattie Infettive dell'ospedale San Salvatore. L'intervista al dottor Alessandro Grimaldi.

L’AQUILA – Risale l’occupazione dei posti nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Salvatore. In gran parte sono dovuti ai contagi alla Casa di Riposo di Sulmona.

Dopo le ultime dimissioni, al reparto di Malattie Infettive dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila erano rimasti pochi posti letto occupati. A complicare la situazione, però, sono arrivati i contagi alla Casa di Riposo “Santa Lucia” di Sulmona, che hanno fatto risalire l’occupazione dei posti letto, su 24 dei posti disponibili.

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Lo conferma a IlCapoluogo.it il primario del reparto di Malattie Infettive, il dottor Alessandro Grimaldi, che spiega: “Dopo diverse dimissioni eravamo arrivati ad avere 5/6 pazienti, ma negli ultimi giorni, con i contagi da Sulmona, siamo arrivati all’occupazione di 15/16 posti letto”.

L’aumento dei contagi tra gli anziani, però, non dipende solo ai focolai nelle case di riposo: “Alcuni anziani si contagiano anche a casa, a contatto con badanti e operatori. A volte succede quando chi li accudisce torna nei paesi d’origine, che magari hanno un basso livello di vaccinazione, e rimangono contagiati. Poi, tornando in Italia, contagiano a loro volta i propri assistiti”.

Oltre questi casi, “in ospedale c’è un flusso costante di pazienti domiciliari che vengono in ospedale per le terapie monoclonali e poi tornano a casa”.

Per quanto riguarda l’impatto della campagna vaccinale, il rapporto tra i pazienti che sono rimasti contagiati è del 70% di persone non vaccinate e il 30% che invece ha ricevuto almeno una dose. Naturalmente le percentuali sono piuttosto variabili, ma resta l’importante fattore di protezione rispetto a più gravi conseguenze: “Il vaccino – spiega infatti il dottor Grimaldi – non è una barriera assoluta contro l’infezione, ma – tranne rarissimi casi in cui sono presenti comorbidità gravi – evita le forme più gravi e il ricorso alla terapia intensiva”.

Inoltre, “dopo 6/7 mesi, l’efficacia del vaccino tende a scendere, per questo è importantissimo procedere con la terza dose, a partire dagli anziani e persone con fragilità”.

Insomma, con la risalita dei contagi, risale anche l’occupazione dei posti letto in ospedale. Grazie alla campagna vaccinale, però, al momento non si registrano criticità sostanziali, se non per quei pazienti con gravi problemi pregressi. Un motivo in più per accelerare sulla sensibilizzazione verso i vaccini.

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