Commercio

Alfedena: chiude l’alimentari Crispino, il re del caciocavallo

Ad Alfedena chiude l'alimentari di Crispino Crispi: 40 anni di storia e d'amore tra caciocavalli e prosciutti stagionati.

Per gli abitanti del piccolo borgo di Alfedena Crispino Crispi non è solo un semplice commerciante, ma un punto di riferimento: è il re del caciocavallo.

La sua attività omonima, un piccolo alimentari di nicchia, precursore in maniera genuina di ciò che recentemente ha creato Eatitaly nel mondo, chiuderà a fine mese i battenti: non è la crisi a fermarlo, perché Alfedena è un paese abitato da gente volenterosa, ma il bisogno di riposarsi e passare il testimone alle nuove generazioni.

crispino alfedena

Crispino Crispi, classe 1956 e un inconfondibile baffetto oggi leggermente imbiancato, ha servito per 40 anni centinaia di clienti, paesani e “forestieri” con la sua infinita gentilezza, la grazia di un uomo d’altri tempi e la voglia di far bene il suo lavoro.

“Tra caciocavalli, km di salsicce e prosciutti stagionati la vita è praticamente volata, ma non rimpiango nulla, è stata una bella storia d’amore, di pari passo con quella con mia moglie Elisa“, spiega Crispino al microfono del Capoluogo.it.

La sua storia è radicata ad Alfedena, un paese che non ha mai abbandonato, nonostante il richiamo, come un canto delle sirene, della grande città.

“Mi ero diplomato da poco, e volevo iscrivermi a Veterinaria – ricorda – ma poi la partenza per il militare fece da spartiacque nel mio destino, che probabilmente era già segnato”.

Durante il servizio di leva infatti Crispino ha vinto diversi concorsi pubblici che lo avrebbero portato lontano dalle sue radici, dagli affetti di sempre.

“Non c’è stato niente da fare, nonostante mia madre e mio padre volessero per me il classico posto sicuro io sono voluto tornare a casa mia, nella mia terra”, spiega.

I genitori, Giovanni e Ida, oggi non ci sono più, ma hanno seguito i primi passi del figlio, sostenenndolo sempre: due personaggi “storici” nella memoria degli alfedenesi, che con piglio ed energia hanno affrontato la seconda guerra mondiale, lo sfollamento a seguito dei pesanti bombardamenti che colpirono Alfedena e hanno cresciuto la famiglia.

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Finitio quindi il servizio di leva, si fa sempre più prepotente nella mente di Crispino l’idea di darsi al commercio.

“C’era la rivendita di vini e olio di Elio Di Girolamo con annessa cantina e sembrava il posto giusto per gettare le basi della mia attività, che volevo fosse qualcosa di speciale”, racconta.

crispino alfedena

Negli anni quindi ha portato avanti una ricerca certosina di tutti i prodotti di nicchia non solo del territorio ma anche di fuori regione, venduti in maniera semplice, senza pretese.

“Ho portato in giro i pecorini di Gregorio alla fine degli anni’70 quando ancora non li conosceva nessuno, i caciocavalli locali, nostro fiore all’occhiello, salumi di produzione locale e prosciutti dissossati personalmente che ho fatto stagionare personalmente sempre nello stesso posto, alla stessa temperatura, 450 cantine diverse”.

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Tanto impegno e buona volontà per quest’uomo “forte e gentile” come un vero abruzzese che non si è fermato nemmeno davanti a “ru terremot” che nel 1984 colpì Alfedena.

Ricorda ancora oggi quel periodo post sisma, caratterizzato da tanta paura e difficoltà, sensazioni che gli aquilani possono sicuramente capire bene.

“Ci fu all’inizio la solita piaga dello spopolamento ma poi noi alfedenesi ci riprendemmo subito: si creò un brulichio importante, riprendemmo a lavorare, c’era la ricostruzione che portò in paese tanti operai con cui facemmo amicizia. Non ero più un semplice alimentari ma un piccolo punto di riferimento per parlare confrontarsi, stare insieme”.

Qual è stata quindi in questi anni la soddisfazione più grande?

“La dedizione e la costanza dei clienti, specie chi viene da fuori, quando tornano e mi dicono di aver fatto assaggiare i nostri prodotti trovandoli eccezionali. Sono quelle persone che venivano da me bambini e oggi fanno assaggiare la ‘mia’mortadella o il mio tarfufo ai loro figli”.

Alfedena è un piccolo paese ma con un grossa vocazione turistica negli anni infatti sono stati tanti i romani e i napoletani che hanno acquistato case per le ferie estive, un buen retiro in un contesto naturale, nel cuore del Parco nazionale d’Abruzzo e soprattutto a pochi km dalle piste sciistiche di Roccaraso.

Certo non è stato sempre facile, “ad Alfedena – chiarisce Crispino – sono circa 24 le attività che hanno chiuso e non hanno riaperto negli ultimi anni, andare avanti non è stato sempre facile ma con fatica ce l’abbiamo fatta: con il negozio abbiamo fatto studiare i figli e questa è una grande soddisfazione”.

Una bella soddisfazione è arrivata negli anni’90, Crispino è stato uno dei commercianti più giovani d’Italia ad essere nominato Cavaliere del lavoro su segnalazione della Camera di Commercio

Tra qualche giorno la saracinesca di Crispino si abbasserà, ma non è un addio, solo un arrivederci.

“Dopo tanti anni con la mia spalla sempre vicino, mia moglie Elisa senza la quale non avrei retto la fatica degli anni e del lavoro, ci riposiamo un po’, ma affiancherò comunque il giovane Alex Casellato, un bravo ragazzo alfedenese che ha deciso di rilevare il negozio. Spero che anche lui vada avanti seguendo le mie ispirazioni, io ci sarò sempre per qualunque consiglio; insomma la storia non finisce qui, cambiano solo i volti!”.

Crispino ci tiene a dirlo: “mi trovate da ottobre nei boschi, dove coltivo la mia passione per la ricerca dei tartufi”.

Pi c’è un’altra sua attività, che porta avanti da anni di pari passo con quella commerciale: il culto della Festa di Sant’Antonio il 17 gennaio.

“Abbiamo creato ‘il coro senza pretese’ con cui abbiamo raccolto tutti i canti popolari di una volta, cono canti antichi, filastrocche che sono state rimesse insieme con la collaborazione di mia sorella. Ogni anno li riproduciamo intorno al tradizionale fuoco della festa in modo che le nuove generazioni non dimentichino e che soprattutto si appassionano a quella che per noi non è solo una festa, ma un rito che si ripropone”.