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L’Aquila Calcio: un nuovo triste epilogo

Cala il sipario su un’altra stagione de L’Aquila Calcio: nuovo anno, stessa storia. Tutti colpevoli di un fallimento che, ancora una volta, ricade su chi continua a credere e sperare: i tifosi.

di Claudia Giannone 

[LEGGI: L’Aquila Calcio, Morgia si è dimesso]

“Sembrava l’inizio di una qualche felicità. Poi si sa come vanno le cose”: così scrive Alessandro Baricco, e non potrebbe esserci citazione migliore per riassumere l’ennesimo atto messo in scena da L’Aquila Calcio.

Ed è così che il sipario si abbassa nuovamente sul sodalizio rossoblù, anche in anticipo rispetto ad altre stagioni: perché se è vero che questo è il periodo in cui, ogni anno, la situazione inizia a precipitare, questa volta è già arrivato il momento di mettere un punto. Le decisioni prese da questo momento in poi dal punto di vista tecnico avranno davvero meno importanza, perché se c’è qualche problema da risolvere, si tratta di un problema interno alla società. Tralasciando le questioni economiche, tralasciando le spese per l’acquisto di un giocatore piuttosto che di un altro, è forse normale pensare che all’interno di una stessa società ci siano due fazioni contrapposte? Evidentemente, la vera domanda è: chi ha permesso tutto questo? Perché se una società è vista come una piramide, al vertice dovrebbe esserci un Presidente in grado di gestire ogni situazione anche per proprio conto, rimettendo in riga chi, al contrario, vorrebbe un ruolo da solista e la possibilità di prendere decisioni che non rientrano nelle sue mansioni ordinarie. Sbagliato scaricare tutte le colpe su chi, rimasto solo, si è ritrovato con più problemi di quelli che avrebbe potuto immaginare e ha comunque continuato a foraggiare rispettando gli impegni presi, ma alcune volte sarebbe giusto imporre il peso della propria figura in un pollaio pieno di galli pronti a cantare. Ed evitare di delegare sempre ad altri dei compiti che, invece, spetterebbero solo a lui. Altri, chiunque essi siano: direttori sportivi, allenatori, dirigenti. Sembra quasi inevitabile, in questo modo, sfociare in situazioni scomode, per tutti.

E da chi sarebbero composte, poi, queste due fazioni? Personaggi affidabili o al contrario personaggi che hanno sempre portato scompiglio in giro per l’Italia? E in generale, personaggi portati, precisamente, da chi? Collocati lì per quale scopo? Sorvegliare, sostituire, accertarsi che tutto vada secondo un progetto più ampio? Solo ipotesi, certo, ma ognuno tragga le conclusioni che vuole a riguardo.

Capitolo Battisti: davvero si può, con un po’ di malignità, pensare che si sia trattato di una mossa per giungere alle dimissioni del mister? Di questi tempi, purtroppo, sembra quasi di essere in buona fede, con pensieri come questo. Ma in ogni caso, sembra di tornare allo scorso anno, con la nota questione Perrone-Modica: chi favorevole al primo, a tenerlo o farlo tornare, chi favorevole al secondo. Cambiano i nomi, Perrone e Modica sono solo un lontano, e brutto, ricordo, ma la situazione resta sempre la stessa. Ovunque si trovi un dualismo, ci sarà un contrasto. E ovunque si trovi un contrasto, ci sarà una spaccatura. E le spaccature non fanno bene, in nessun caso, soprattutto in un ambito come quello calcistico. E ancor di più in una città come L’Aquila, in cui la cultura sportiva lascia decisamente a desiderare e ogni volta si riesce a distruggere quel poco che è stato costruito. Perché purtroppo, la situazione sportiva aquilana rispecchia alla perfezione la situazione della città stessa.

Arriva così l’ennesimo fallimento. Nella stagione che sarebbe dovuta servire per ‘ripulire’ la situazione, nella stagione che molti, in buona fede, avevano visto come il punto di partenza per una nuova vita, più pulita, più ordinata. E anche qui, si ricordino le parole del numero uno rossoblù. Parole che non solo avevano portato sconforto lo scorso anno, ma che ora sembrano essere totalmente infondate. “Se dovessimo retrocedere, riporteremo subito la squadra in alto”. La prima parte della frase, quella peggiore, è risultata veritiera. La seconda, quella in cui almeno tutti avevano riposto le proprie speranze, no. Il campionato non è giunto al termine, è vero, ma a questo punto sembra davvero inutile pensare a quei punti come ad un ‘distacco colmabile’, proprio come li aveva definiti mister Morgia. Un tecnico che, come tutti, ha avuto le sue colpe, ribadite a lungo partita per partita, in un ultimo periodo che non avrebbe potuto far altro che portare a questo triste epilogo.

E di nuovo il palco si svuota da tutti i personaggi che hanno messo in scena l’ennesima commedia, o tragedia, a seconda dei punti di vista. Ma come sempre, a pagarne le conseguenze è la platea: quel pubblico pagante che ogni anno è costretto ad osservare lo stesso spettacolo, sperando che da un momento all’altro possa giungere una svolta degna di applausi. Ma così non è.

Ed è sulle note di una canzone che si chiude questa stagione. Senza altro da aggiungere. ‘Welcome to the jungle’.