San Nunzio Sulprizio per la rubrica “Tutti i Santi giorni” del 5 maggio.
Il 5 aprile si ricorda San Nunzio Sulprizio. San Nunzio nacque a Pescosansonesco, in provincia di Pescara, 13 aprile 1817 da umile famiglia: il padre Domenico era calzolaio, e la madre, Rosa Luciani, filatrice. Rimasto sin da piccolo orfano di entrambi i genitori, fu allevato dalla nonna materna, Rosaria Del Rosso, che gli diede una educazione esclusivamente religiosa; alla morte della nonna, a soli nove anni, fu affidato a uno zio materno, uomo assai violento e volgare, che lo avviò al mestiere di fabbro ferraio. Nunzio, già di gracile costituzione e in più provato dal duro lavoro e dalle vessazioni dello zio, si ammalò di carie ossea a seguito di una ferita riportata ad una caviglia, curata in un primo momento presso l’ospedale di San Salvatore dell’Aquila. La tradizione popolare narra che il giovane iniziò a recarsi alla fontana del paese per lavare la piaga che gli ricopriva tutto il piede sinistro, nonostante gli abitanti del paese glielo impedirono perché timorosi di rimanere a loro volta infetti per l’uso di quelle acque; allora Nunzio si recò presso la fonte di Riparossa, poco lontana dal paese, dove poté lavare bende con cui medicava la ferita.
Nel 1834 Nunzio Sulprizio partì per Napoli, raggiungendo uno zio paterno militare di stanza al Maschio Angioino; questi, venuto a conoscenza delle condizioni di salute del nipote, lo fece curare da un colonnello medico dell’esercito borbonico, Felice Wochinger, che gli fornì anche un alloggio. Il ragazzo era fortemente desideroso di consacrarsi al Signore, scelta resa impossibile dalla malattia, ma che perseguì nella fede privata, ritirandosi a vivere secondo uno stile carmelitano. Fu ricoverato all’Ospedale degli Incurabili, e in occasione della Prima Comunione, ebbe la sua prima estasi. Durante la degenza si adoperò per insegnare il catechismo ai bambini malati e operò molti miracoli: esempio di abnegazione, pazienza e sopportazione, esortava i giovani a non disperarsi, perché, ripeteva, “Tutto il bene viene da Dio”. Tuttavia, le cure non riuscirono a lenire le sofferenze causate dal tumore osseo, che lo condusse alla morte il 5 maggio 1836, a soli diciannove anni. Quando il suo corpo fu tumulato nella chiesa di Santa Maria Avvocata Nostra a Napoli, il pittore Gennaro Maldarelli ne eseguì il ritratto.
Fu dichiarato venerabile nel 1859 da Pio IX e nel 1891 Leone XIII promulgò il decreto delle virtù eroiche e lo proclamò patrono della gioventù operaia; fu beatificato nel 1963 da Paolo VI durante il Concilio Ecumenico Vaticano II; l’8 giugno 2018 papa Francesco riconobbe il miracolo per la canonizzazione e la cerimonia venne celebrata in piazza San Pietro il 14 ottobre 2018. San Nunzio Sulprizio è considerato il protettore degli operai, dei giovani e degli invalidi. Presso la fonte di Riparossa, a Pescosansonesco, fu eretto un Santuario per la conservazione delle reliquie del giovane; la tradizione narra che la teca in cui erano custodite fu trovata cambiata di posto, salvandosi miracolosamente dalla caduta di un masso durante un terremoto. Attorno alla sua figura è fiorita una fervente devozione: presso un’ala del Santuario, meta di pellegrinaggio dei fedeli, si trova una parete ricoperta di stampelle, lasciate come ex-voto da coloro che invocano l’intercessione del Santo. Il corpo di San Nunzio riposa oggi nella chiesa di San Domenico Soriano in Piazza Dante a Napoli.
Le immagini che ritraggono il Santo sono esemplificate sul ritratto del Maldarelli; talvolta viene raffigurato con l’incudine del fabbro, con il Rosario di cui fu sempre profondamente devoto e la stampella, a ricordo della sua malattia.
