Oggi, 19 marzo, ricorre la festa del papà nata per celebrare tutti i padri ed il loro prezioso ruolo nella famiglia e nella società. Ruolo di primaria importanza.
E’ una tradizione che in Italia è arrivata dall’America dove nei primi anni del 1900 una ragazza, come regalo per il compleanno di suo padre, gli dedicò un’intera giornata. Essa è festeggiata in quasi tutti i paesi del mondo ma in date diverse nel pieno rispetto delle loro tradizioni e culture. In America la festa del papà veniva festeggiata a giugno, mentre in Italia si ritenne opportuno farla coincidere con il giorno della morte di San Giuseppe padre putativo di Gesù. Giova ricordare che fino al 1977 il 19 marzo era festivo a tutti gli effetti poi con la legge N. 54 del 5 marzo 1977 fu abolita. Queste tradizioni sono le nostre basi, la nostra storia, la nostra cultura. Negarle, anche dal punto di vista psichico, equivale ad una privazione, che è un meccanismo di difesa, ossia un modo per non affrontare una realtà. Questo vale anche in generale: abbiamo davanti la sfida di una società multietnica, multiculturale, con diversi orientamenti culturali, ma questo non vuol dire che io non possa tenere un piede nelle tradizioni, perché sono le mie radici. Se invece tolgo questo pezzo della mia storia, l’albero muore e quindi non sopravvivo diceva un grande filosofo del secolo scorso. Mettere la testa sotto la sabbia e far finta che le feste non ci siano non aiuta nessuno; lo vorrei ricordare alla dirigente scolastica di una scuola di infanzia di Viareggio la quale qualche tempo fa annullò la festa del papà con la semplicistica motivazione che: “ non esiste più una famiglia modello”.
L’esperienza, unita al buon senso, ci suggerisce che non si può accontentare sempre tutti: ci sarà sempre una minoranza non interessata a qualche iniziativa. Spetta agli educatori, con il dialogo, con pazienza e capacità di argomentazione, non far pesare le differenze che purtroppo esistono e vanno affrontate in tuua la loro globalità. I bambini si aiutano a superare i momenti difficili, soprattutto famigliari, della loro vita accompagnandoli nella verità e nella conoscenza Più noi edulcoriamo la realtà,a vivere nella verità più loro non imparano ad affrontarla. Nell’assoluta libertà, è giusto proporre le feste che ciascuno crede sia importante festeggiare, tra cui: la festa del papà, della mamma, dei nonni, san Valentino ed altre ricorrenze importanti per chi le ritiene tali. In questo contesto assume un valore di attualità la famosa frase del filosofo greco Democrito secondo cui “ la saggezza del padre è il più grande ammaestramento per i figli”. Ospiti di un mondo in continua evoluzione dal7 tenore di vita altamente frenetico in cui stanno scomparendo, piano piano, le poche certezze cui aggrapparci possiamo essere almeno sicuri del fatto che nella nostra vita ci sono delle strutture portanti, dei baluardi, ai quali far costantemente riferimento anche a livello ideale: sono i nostri genitori. In loro scorgiamo sempre i più bei ricordi di vita costellati da un immenso amore, quel sentimento forte ed intenso che si trasmette di generazione in generazione e ci accompagna in ogni momento della vita. Come quando si alzano gli occhi al cielo, in questo periodo primaverile, cercando qualcosa di rassicurante e scorgiamo che dall’azzurro immenso ed infinito sorgerà il sole pronto ad illuminare i giorni futuri.In tempi come gli attuali in uno scenario di incertezza globale assume un valore di particolare importanza, per la sua grande valenza di rispetto ed umanità, la festa del Papà. Essa è una ricorrenza civile diffusa in alcune aree del mondo, celebrata in onore della figura del padre, della paternità, della loro influenza sociale nel ruolo nella famiglia e più in generale nelle società. In questa giornata particolare desidero rivolgere un saluto alla memoria di tutti i papà che sono andati avanti,specialmente a quelli in giovane età, dopo una vita di lavoro e di sacrifici per le loro famiglie ed il progresso del Paese.
Buon 19 marzo!
