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L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026: Non un privilegio, ma giusto riconoscimento

Il commento del cardinale Giuseppe Petrocchi sulla proclamazione di L'Aquila Capitale della Cultura 2026: "Gioia e piena condivisione".

Il commento del cardinale Giuseppe Petrocchi sulla proclamazione di L’Aquila Capitale della Cultura 2026: “Gioia e piena condivisione”.

“Esprimo la mia gioia e la piena condivisione per il prestigioso titolo di Capitale della Cultura” che, proprio oggi, è stato assegnato a L’Aquila“. Così il cardinale Giuseppe Petrocchi, che aggiunge: “Non si tratta di un privilegio accordato alla Città, ma del giusto riconoscimento dei molteplici “Meriti” acquisiti nel corso della sua storia. La Cultura – si sa – non è limitata al solo ambito accademico, di cui la nostra Università è insigne artefice, e neppure è circoscritta all’ammirevole patrimonio artistico e monumentale da cui l’intero territorio è impreziosito. Cultura è, anzitutto, formulazione di una “Visione-del-mondo” che consente di elaborare e trasmettere una sapiente e fattiva “Lezione di Vita”. Gli Annali, che raccontano le vicende di l’Aquila – e le tragedie che ha attraversato con lungimirante coraggio e indomito spirito ricostruttivo – La accreditano a esercitare un “magistero” ideale ed esistenziale: in dimensione nazionale e mondiale. Il Tesoro culturale, che l’Aquila custodisce, è radicato nei valori cristiani e umani che sono stati “collaudati” nella testimonianza di fiera resilienza e tenace creatività offerte davanti alle gravi sfide che varie epoche Le hanno opposto. In questa straordinaria “eredità” – spirituale, intellettuale, etica e sociale – brilla la Perdonanza celestiniana, che ha motivato Papa Francesco, nella sua recente Visita Pastorale del 28 agosto 2023, a proclamare L’Aquila «Capitale di Perdono, Capitale di Pace e di Riconciliazione!». Le sono state così affidate una vocazione e una missione di immensa portata, a livello locale, regionale e universale. Anche l’Unesco ha onorato la nostra Città, iscrivendo la Perdonanza nel Patrimonio immateriale dell’Umanità. Come ho già detto, per queste ragioni la nostra non è solo una Città “tra” i monti”, ma è diventata una Città posta “sul” monte: in senso evangelico! Città che dall’ “Altura culturale” che ha faticosamente conquistato, può lanciare uno sguardo planetario e lasciarsi “guardare” da quanti amano costruire un modo migliore, più degno dell’uomo. Per questo di cuore esprimo, con entusiasmo,  il mio fraterno augurio: “vola” sempre più in alto, L’Aquila!“.

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