L'aquila capitale della cultura

L’Aquila Capitale della cultura, il coro delle associazioni: Sarebbe la giusta consacrazione

"L'Aquila Capitale della Cultura sarebbe la consacrazione della città dopo anni di sacrifici, un' opportunità di rilancio non solo per il tessuto cittadino, ma per tutte le aree interne dell’Appennino". Il tifo e le speranze di enti, istituzioni, personaggi legati al settore.

“L’Aquila Capitale della Cultura potrebbe essere lo strumento giusto per unire, creare collaborazione e un movimento di idee proficuo,  utilizzando vari linguaggi”. È il coro unanime, affettuoso, delle associazioni culturali del territorio, unite, compatte, senza alcuna distinzione e colori che stanno tifando affinché il 29 marzo arrivi l’ambito e il tanto desiderato riconoscimento dopo l’audizione del 4 marzo a Roma.

È un viaggio interessante quello che sta facendo il Capoluogo.it in questi giorni, finalizzato ad ascoltare le voci nel mutilverso dei personaggi legati al mondo della cultura, delle associazioni che hanno partecipato all’audizione a Roma. “Quando si sta insieme e si condividono certi valori il risultato non può che essere un trionfo”, spiega al Capoluogo Lea Contestabile, presidente e fondatrice del Mubaq, il museo dei bambini dell’Aquila e storica docente dell’Accademia delle Belle arti. “La presentazione della candidatura per L’Aquila Capitale della Cultura è stata straordinaria. Gli interventi hanno colpito tutti per il grande livello. La cosa positiva è stato vedere insieme tutte le associazioni e le istituzioni del nostro territorio, operose e collaborative per raggiungere un fine comune a beneficio di tutti. Sono arrivata in città negli anni’70 e ho vissuto il periodo del grande fermento culturale, ho visto nascere realtà e associazioni fertili ora come allora. Anche per tutto il lavoro fatto in oltre 60 anni sono convinta che questo sia il momento giusto, la città è pronta per accogliere questo riconoscimento. Ho apprezzato moltissimo il progetto L’’Aquila multiverso che rispecchia il programma e soprattutto coniuga la tradizione di questo territorio con il futuro. Racconta la storia di una città nata dall’unione di 99 castelli, evocando il concetto di comunità che è perfetto per una città territorio, ed è anche sinonimo di inclusione e collaborazione. Credo moltissimo nella collaborazione vincente tra istituzioni culturali che qui stiamo applicando da tantissimo tempo. Dopo il terremoto la creatività a L’Aquila si è sviluppata a ritmi velocissimi, soprattutto tra i giovani, con tante realtà interessanti e nuovi spazi. Ricevere questo suggello sarebbe un segnale di grande fermento culturale, L’Aquila Capitale della cultura è un’occasione straordinaria per tutto il territorio, porterà grandi frutti a prescindere dalla vittoria”. 

A Roma c’era anche Bruno Carioti, presidente dell’istituzione sinfonica abruzzese, rimasto molto colpito dalla qualità del progetto e dall’audizione. “Le linee esposte durante la presentazione mi hanno convinto ancora di più: abbiamo le carte in regola per farcela. La costruzione e i temi individuati sono stati preparati con precisione, l’idea fondante del multiverso è molto convincente e spero che la commissione scelga proprio noi perchè  lo meritiamo. Questa candidatura è legittima, ritengo che il riconoscimento sia quasi dovuto alla città dell’Aquila per la sua tradizione e per la sua essenza e per come si pone come punto di riferimento nazionale e internazionale nell’universo culturale. Quando ci fu il terremoto tanti scoprirono L’Aquila, la commozione di allora per il nostro cuore ferito, oggi si è trasformata in meraviglia nel vedere quanto è stato fatto”.

Tifo appassionato e dita incrociata anche da fuori le mura: attende questo riconoscimento anche la professoressa  Fania Cavaliere, milanese, ma aquilana d’coazione, docente di filosofia e scrittrice. Anche per lei, “L’idea del multiverso è vincente. Riuscirsi sarebbe perfetto e necessario perchè L’Aquila ha una storia speciale che merita di essere valorizzata. È La storia di una città nata nel Medioevo con delle modalità, è un luogo che nei secoli è rinato più volte a causa degli eventi sismici e degli stravolgimenti dettati dal corso della storia. L’Aquila sta risorgendo giorno per giorno e lo sta facendo particolarmente bene, sta diventando una delle città più belle d’Europa dove non solo si vive bene, ma c’è una qualità della vita quasi rara. Dopo questo riconoscimento – se arriverà – dobbiamo lavorare tanto, ma siamo capaci di farlo e ambire, tra qualche anno, a essere la Capitale Europea della Cultura”. 

L’Aquila Capitale della Cultura, le voci dei commercianti: “Occasione di benessere per tutto il tessuto cittadino”

Per la storica e docente universitaria aquilana Silvia Mantini, l’occasione di ambire ad essere Capitale della Cultura dovrebbe portare con sé Lo stimolo per fare qualcosa di positivo e concreto per i giovani. Quando nel 2019 partecipai all’altra candidatura con un progetto legato all’Università mi resi conto realmente di quanto questa città fosse nota fuori dal nostro territorio. Oggi possiamo dire con certezza che il terremoto, a molti, ha fatto scoprire L’Aquila. Adesso, a meritare questo riconoscimento sono le nuove generazioni, cresciute tra i puntellamenti, i ragazzi e le ragazze che hanno deciso di rimanere entrando nelle maglie del tessuto culturale, investendo tempo ed energie a beneficio della collettività. Ai giovani è mancato tutto per tantissimi anni e ancora manca molto, il nostro cuore storico è interessante e incuriosisce, ma dobbiamo creare benessere culturale con spazi chiusi e aperti fruibili per i cittadini e per chi sceglie di venire a scoprirci. Potrebbe essere questa l’occasione per mettere a punto progetti concreti come una sala lettura in centro storico, un luogo reale dove praticare aggregazione, studiare, incontrarsi, fare amicizie, crescere e ampliare il proprio bagaglio e la sete di conoscenza, anche con una biblioteca (oltre al rientro della Tommasiana) con spazi per bambini, giovani e cittadini di tutte le età”. 

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Ed è fatta proprio dai ragazzi l’orchestra “Jazz che vorrei”, la prima istituzionalizzata in Italia, nata su intuito di Ada Montellanico e gestita dall’associazione Teatro Opera Projects Ets. A Roma, all’audizione, c’era Angelo Bernardi, vice presidente dell’associazione.  “La cosa che ci ha inorgogliti è che, in audizione, si è riusciti a evidenziare come la cultura per L’Aquila sia capace di connettere, innovare e alimentare crescita e sviluppo economico. L’Aquila Capitale della Cultura rappresenterebbe un momento di consacrazione per la città dopo anni di sacrifici, un’ opportunità di rilancio non solo per il tessuto cittadino, ma per tutte le aree interne dell’Appennino. Siamo pronti a dimostrare la nostra ricchezza culturale con tante iniziative multi generazionali e una dimostrazione è stata proprio la creazione  della prima orchestra jazz fatta proprio dai giovani”.

Se L’Aquila dovesse farcela ci sono quasi due anni per mettere a punto i vari progetti, di respiro nazionale e internazionale per il 2026. Interessante quello presentato dal Conservatorio “Casella” dell’Aquila che vedrà al centro il benessere dell’essere umano in un percorso basato sulla musicoterapia che coinvolgerà anche l’Accademia.  “L’evidenza positiva di questa candidatura è la collaborazione proficua del progetto presentato a Roma. Credo che L’Aquila ce la farà, c’è tutto il tempo per mettere a punto e per migliorarsi e per realizzare qualcosa di veramente bello e connettivo per il tessuto sociale e culturale della città”, è il commento di Claudio Di Massimantonio, direttore del Conservatorio

Soddisfatta dell’audizione anche Antonella Muzi,  consigliere dell’associazione Mu6. “Penso che la giornata a Roma sia stata molto proficua, ci ha lasciato grade ottimismo: i relatori, il sindaco Pierluigi Biondi e i tecnici coinvolti sono stati puntuali e particolarmente calzanti nelle loro relazioni facendo emergere le potenzialità di un progetto molto ben strutturato, scalabile negli anni successivi e la commissione è stata positivamente impressionata dai prodotti video e dalle relazioni presentate. le domande sono state orientate a far emergere il valore di questo progetto, in ogni caso la sensazione generale per noi che eravamo presenti è stata ottimista, non resta che incrociare le dita e gridare: FORZA L’AQUILA”. 

“È stata un’occasione utile per ascoltare la visione dell’amministrazione comunale sulla candidatura – spiega Alessia Moretti, presente a Roma per il centro sperimentale di cinematografia – Scuola nazionale di cinema. “Esserci è stato un momento prezioso, un’iniziativa di coinvolgimento delle istituzioni culturali della città, riunite insieme per un obiettivo comune”. 

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