Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, Se questo è un uomo

Nella rubrica settimanale Le nuove stanze della poesia, la riflessione di Valter Marcone partendo da "Se questo è un uomo" di Primo Levi per celebrare la Giornata della memoria.

Le nuove stanze della poesia: questa settimana, dedicata alle celebrazioni per la Giornata della memoria, Valter Marcone propone una riflessione partendo dalla poesia di Primo Levi, “Se questo è un uomo”, simbolo degli orrori della Shoah.

Il prossimo 27 gennaio è la Giornata della Memoria della Shoah. In quel giorno si ricorda l’olocausto del popolo ebraico ma anche di omosessuali, zingari sinti e rom da parte del regime nazista ed è stato scelto il 27 gennaio perchè in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz rivelando al mondo gli orrori compiuto in quello ed altri campi di sterminio . Gli ebrei europei in particolare vennero ritenuti come una “minaccia mortale per la “razza “ tedesca . Furono uccisi due terzi degli Ebrei europei, ovvero sei milioni, ma anche Rom e Sinti ,zingari considerati come la “piaga degli zingari”, un popolo “inferiore” a livello razziale, con abitudini criminali. Ne furono uccisi fino a 250.000 in tutta Europa. E inoltre gli stessi tedeschi con disabilità fisiche e mentali che erano considerati “inutili bocche da sfamare” e “difettosi” da un punto di vista razziale. Ne furono uccisi 250.000 . Per non parlare di Testimoni di Geova, uomini accusati di aver compiuto atti omosessuali e persone considerate “asociali”.

In Italia il Giorno della Memoria è stato istituito ufficialmente nel 2000 (L.20 luglio 2000 n. 211), “ in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti”.

Il termine Shoah – sinonimo di Olocausto – è stato adottato per indicare lo sterminio degli ebrei , la cosiddetta “soluzione finale della questione ebraica” perpetrata durante le vicende della seconda guerra mondiale. Una questione nata proprio con il rinfocolarsi, negli anni immediatamente precedenti all’inizio del secondo conflitto mondiale dell’antisemitismo che da sempre contraddistingue l’avversione nei confronti dell’ebraismo, maturatasi in forme di persecuzione o addirittura di mania collettiva di sterminio nei confronti di quel popolo . Un sentimento suscitato da propaganda , degenerazione di pseudoconcetto storico-religiosi . Un popolo spesso divenuto capo espiatorio in alcune vicende storiche.

Uno sterminio che si realizzò davanti ad una Europa silenziosa come,per esempio , oggi avviene nei confronti del popolo palestinese. E’ di questa opinione , tra gli altri il giurista internazionale Fabio Marcelli che su il Fatto Quotidiano del 23 gennaio 2024 scrive : “ C’è una linea storica ininterrotta che collega l’Europa che tollerò ottanta anni fa la Shoah contro gli Ebrei e quella che oggi sostiene apertamente il genocidio contro i Palestinesi attuato dal governo Netanyahu colle armi degli Stati Uniti e di altri Paesi occidentali, compresa l’Italia. Un’anima nera che si riproduce a distanza di quasi un secolo in circostanze storiche molto diverse ma basandosi su di un uguale ripudio di ogni sentimento di umanità, a prescindere da ogni elemento di identità etnica e religiosa ovvero di orientamento politico.”

Un’opinione che deve far riflettere alla pari con tutte le altre , anche di segno opposto, ovvero che danno ad Israele l’incondizionato diritto di rappresaglia nei confronti di Hamas a danno dei popolo palestinese della striscia di Gaza .
E lo dice bene Edith Bruck nella poesia che trascrivo riferita proprio alla sua esperienza nei campi di sterminio nazisti. Mentre si consumava la tragedia di una donna e di un popolo intero, la “brava gente” è rimasta in silenzio.

Tornando al Giorno della memoria per questa rubrica voglio proporre alcuni componimenti poetici “ Se questo è un uomo “ ( edizioni Eunaudi ),la poesia posta in apertura della storia raccontata con lo stesso titolo da Primo Levi ,(Torino 31 luglio 1919- Torino 11 aprile 1987 ) uno dei testimoni sopravvissuto proprio ad Auschwitz che pubblicò “Se questo è un uomo” nel 1947. Il racconto della esperienza del lager è stato il suo primo libro a cui sono seguite altre opere tra cui “La tregua” e l”Lapprodo”. Seguita da una poesia di Edith Bruck :”Quel pensiero “.

Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.

Una poesia che insieme al racconto della detenzione ad Auschwitz nel volume edito da Enaudi che ha lo stesso titolo “Se questo è un uomo”, racconta la crudeltà del campo – lager di Monowitz,vicino ad Auschwitz, dove fu deportato, ma racconta anche la lotta per conservare la dignità di uomo . Anche se quelle vicende di violenze e atrocità o segnarono indelebilmente per il resto della vita.
Un’altra protagonista che voglio ricordare è Edith Bruck, pseudonimo di Edith Steinschreiber (Tiszabercel 3 maggio 1931 ) che naturalizzata italiana vive a Roma da decenni e che inizia a scrivere proprio in lingua italiana con l’opera Chi ti ama così – edita nella collana “Narratori” diretta da Romano Bilenchi e Mario Luzi per Lerici editori nel 1959. Una scelta che come dice la stessa autrice , una «lingua non mia», che però le offre quel distacco emotivo che le consente di descrivere le sue esperienze dei campi di concentramento. Nel 1944 viene deportata nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Con l’editore La nave di Teseo ha pubblicato : La rondine sul termosifone (2017), Ti lascio dormire (2019), Il pane perduto (2020, finalista al premio Strega e vincitore del premio Strega Giovani), Tempi (2020), Andremo in città (2021), Lettera alla madre (2022), Sono Francesco (2022) e Signora Auschwitz (2023). Nel 2023 ha vinto il premio Campiello alla carriera. Ha ricevuto le lauree honoris causa in Informazione, Editoria e Giornalismo (Roma Tre, 2018), Filologia moderna (Macerata, 2019) e Scienze filosofiche (Sassari, 2023).

Una poesia quella di Bruck che mette assieme memoria, denuncia sociale e storica, intimità, passione.

Quel Pensiero
Quel pensiero di seppellirti
te l’hanno tolto con almeno trent’anni di anticipo!
Abbiamo avuto una lunga festa d’addio
nei vagoni stivati dove si pregava dove si facevano
i bisogni in fila dentro un secchio
che non profumava del tuo lillà di maggio
e anche il mio Dio Sole ha chiuso gli occhi
in quel luogo di arrivo il cui nome
oggi irrita le coscienze, dove io e te
rimaste sole dopo una selezione
mi desti la prova d’amore
sfidando i colpi di una belva umana
anche tu madre leonessa a carponi
per supplicare iddio maligno di lasciarti almeno l’ultima
la più piccola dei tuoi tanti figli.
Senza sapere la tua e la mia destinazione
per troppo amore volevi la mia morte
come la tua sotto la doccia
da cui usciva un coro di topi
chiusi in trappola.
Hai pensato alla tua piccola con quel frammento
di coscienza risvegliata dal colpo
del portoncino di ferro
con te dentro mio pane amato mio pane bruciato!
O prima ancora
sapone paralume concime
nelle mani parsimoniose di cittadini
che amano i cani i poeti la musica
la buona letteratura e hanno nostalgia
dei familiari lontani.

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