San Damaso I per la rubrica “Tutti i Santi giorni” dell’11 dicembre.
L’11 dicembre si ricorda San Damaso I. Nonostante il «Liber pontificalis» lo dica «Damasus, natione Spanus, ex patre Antonio», è più corretto considerare Roma come patria di San Damaso I. Per una serie di elementi storici, se ne può circoscrivere la nascita intorno al 305-306 e, secondo la tradizione, fu al servizio della chiesa di San Lorenzo martire. Alla morte di papa Liberio, iniziò una vera e propria lotta per la successione al soglio pontificio: il 24 settembre 366 un gruppo di sacerdoti, i tre diaconi Ursino, Amanzio e Lupo e una parte della comunità rimasta fedele a Liberio si riunirono nella basilica di papa Giulio in Trastevere, dove Ursino venne ordinato vescovo di Roma. Damaso con i propri sostenitori si radunò nella chiesa di San Lorenzo in Lucina e qui il 1° ottobre 366 – data di inizio del pontificato – si procedette alla sua nomina. Pur non essendo un teologo, il Santo operò per il consolidamento del primato della Chiesa di Roma su tutte le altre, ottenuto con riconoscimento imperiale nell’editto «Cunctos populos» promulgato da Teodosio a Tessalonica il 27 febbraio 380: l’imperatore ordinò a tutti i popoli a lui sottoposti di abbracciare la fede cattolica, cioè quella che «il divino apostolo Pietro ha trasmesso ai Romani e che seguono il pontefice Damaso». Con il testo si affermò che coloro che professano tale fede possono definirsi «christiani catholici», mentre tutti gli altri sono eretici e come tali dovranno temere non soltanto il castigo divino ma anche quello imperiale. Tuttavia, per San Damaso I il fondamento teologico del primato era indicato nel passo di Matteo 16, 17-19: l’autorità della Chiesa romana non era basato su alcuna costituzione conciliare ma direttamente sulla parola del Signore. L’attività del pontefice si realizzò anche in altri campi, sia con l’uso ufficiale della lingua latina nella prassi liturgica, sia con un piano organico di edilizia sacra, facendo eseguire lavori di ampliamento e tutela delle catacombe, cadute in disuso con la fine delle persecuzioni dei cristiani. A questo proposito, si dedicò alla riscoperta delle autentiche tombe dei martiri e alla ricostruzione storica delle loro imprese, servendosi degli «elogia martyrum», degli epigrammi agiografici trascritti da Furio Dionisio Filocalo, che rivelano il loro peculiare carattere di strumento di propaganda. Inoltre restaurò la basilica di San Lorenzo in Damaso, della quale era stato diacono; sulla Via Ardeatina, tra i cimiteri di Callisto e Domitilla, fece erigere una basilicula, le cui rovine furono scoperte tra il 1902 e il 1903 e che, secondo il Liber Pontificalis, conterrebbe i resti mortali del papa, di sua sorella e di sua madre, della quale si rinvenne l’epitaffio; volle costruire in Vaticano un battistero in onore di San Pietro, facendo provvidenzialmente drenare il sito sotterraneo in modo che il sepolcro del beato Pietro, e gli altri corpi lì nei pressi sepolti, non fossero corrotti da acque stagnanti o di riflusso. San Damaso I morì l’11 dicembre 384; il 1º settembre 1577 il cardinale Alessandro Farnese il Giovane fece traslare le sue spoglie, insieme a quelle di papa Eutichiano, nella Basilica di San Lorenzo in Damaso. Per le sue attività nelle catacombe è considerato il patrono degli archeologi.
Se dal punto di vista delle immagini San Damaso I non presenta attributi che lo identificano tra gli altri primi pontefici – infatti viene raffigurato con i caratteristici abiti episcopali e con il triregno – la sua figura è fondamentale per la storia dell’arte. Grazie ai suoi epitaffi si sono sviluppate alcune delle iconografie che hanno caratterizzato le rappresentazioni dei primi martiri – come San Valentino, i Santi Marcellino e Pietro, Sant’Agnese, Sant’Eutichio e San Saturnino, solo per citarne alcuni. Nelle epigrafi, spesso, infatti sono trascritte con dovizia di particolari, le sofferenze patite da questi campioni della fede, a cui poi si sono ispirati nel corso dei secoli, gli artisti nelle loro opere.
