I Cinturelli, la SS dell’Appennino abruzzese: il futuro del collegamento per L’Aquila



La ss17, conosciuta come “la via degli Abruzzi”, è una delle strade più lunghe d’Italia. Il contributo di Dino di Vincenzo per l’appuntamento con la rubrica I Cinturelli.
I Cinturelli – La rubrica settimanale del Capoluogo, il contributo di Dino Di Vincenzo. Ufficialmente la SS (strada statale) 17 nasce nel 1928, con la riforma legislativa della rete viaria nazionale e congiunge le città di L’Aquila e Foggia.
Con i suoi 340 chilometri è una delle strade statali più lunghe in Italia. Ma la sua storia è molto più antica. Nei tempi lontani era conosciuta come la “via degli Abruzzi”. Nasce come diramazione di una nota via consolare romana, quella diretta al mare Adriatico, la Salaria, e da essa si dirama all’altezza di Antrodoco. Il suo percorso, nel tratto L’Aquila – Cinturelli, ricalca gli antichi tratturi e alcuni tratti della via Claudia Nova (costruita dall’Imperatore romano Claudio nel 47 d.C.). Oltre Roccaraso, interessa l’area Appulo Sannitica. Nel dopoguerra la rete stradale italiana subì forti sviluppi e ammodernamenti. La nascita delle regioni, negli anni ’70 del secolo scorso, ne determinò un ulteriore impulso.
L’asse viario che collega le due principali città dell’Abruzzo, necessitava di rendere sicuro e moderno il collegamento. Il tratto Pescara – Bussi fu rafforzato con l’autostrada; fu realizzata la SS della valle del Tirino (sotto Capestrano) e iniziò quindi la progettazione per l’adeguamento dell’ultimo tratto da Navelli a L’Aquila che avrebbe concluso l’ammodernamento tra Pescara e L’Aquila.
Quest’ultima parte, fu suddivisa in tre lotti (Navelli/Castelnuovo, Castelnuovo/S. Gregorio e S. Gregorio/Bazzano) Nei primi anni duemila fu realizzato il primo.
L’opera fin dalle fasi progettuali, fu molto discussa nei comuni attraversati (Navelli, Caporciano e S. Pio) e anche contrastata da alcune parti e associazioni che difendevano gli interessi di cui erano portatori. Una volta realizzato l’adeguamento del primo tratto di 10 chilometri, si sono ottenuti degli indubbi vantaggi. Il primo, in assoluto, è stato il crollo degli incidenti. Si sono realizzati accessi più sicuri, si è ridotto il traffico locale ed eliminato quello dei mezzi agricoli con la realizzazione delle complanari (strade di servizio parallele alla statale).
Una delle due complanari è anche utilizzata come pista ciclabile, spesso nel suo percorso, si intravvedono camminatori.
Sono stati realizzati sottopassi per gli animali che hanno ridotto incidenti con la fauna locale (primi fra tutti i cinghiali).
Le oltre 2.000 tombe scavate, hanno permesso di riscrivere la storia dei luoghi e di ritrovare reperti preziosi (ville antiche, letti d’osso, ornamenti femminili e armi, monili in vetro ecc,)
I contrari all’opera paventavano uno spreco di terreno agricolo, una inutile cementificazione, un sovradimensionamento dell’opera, e addirittura la perdita di alcune specie volatili e la fine della coltivazione dello zafferano.
Gli altri due lotti furono programmati dal CIPE (Comitato Interministeriale Programmazione Economica) e impegnate le relative somme.
Mentre all’Aquila si andava realizzando ed ultimando il collegamento che a Bazzano, sorpassando la SS 17, si andava a collegare verso la Mausonia (dove sarebbe dovuto arrivare la nuova strada proveniente da S. Gregorio), i comuni del secondo lotto (Barisciano e Poggio Picenze) non trovarono l’accordo con l’ANAS per l’adeguamento. La progettazione si fermò e i relativi soldi furono dirottati altrove.
Andò anche peggio per il terzo lotto. La progettazione prevedeva, in alcuni tratti, che la nuova sede stradale fosse spostata verso SUD, al di la’ dell’abitato di Onna. Questo per liberare e decongestionare il traffico, ormai caotico, tra Bazzano e S. Gregorio, per la presenza, lungo la strada, dell’area industriale, artigianale e commerciale. Le vicende del post sisma, portarono molta attenzione all’Aquila e questo tratto, ritenuto evidentemente prioritario, fu finanziato. I lavori sarebbero potuti partire già nel 2010/2011. Ma la mobilitazione di una parte della popolazione di Onna, sostenuta da alcune associazioni, fu tale che l’Anas rinunciò al finanziamento. Anche queste somme furono dirottate su altre tratte stradali in Italia. Oggi dopo 20 anni dal primitivo progetto, l’Anas ci riprova.
Il Ministero dei LLPP, in questa primavera ha pubblicato un nuo¬vo progetto. E’ quindi iniziata la fase delle osservazioni per arri¬vare a condividere con la Regione e sentire i pareri dei Comuni e delle Associazioni di tutela. Ma il percorso già si presenta difficile. Già qualche associazione lamenta un sovradimensionamento di alcune opere e lo spreco di terreno agricolo.
Certamente alcune cose potrebbero essere migliorate rispetto ai progetti realizzati. Razionalizzare le rotatorie per esempio. Nella piana di Capestrano sono state realizzate rotatorie piccole e decentralizzate rispetto all’asse viario, nella piana di Navelli paiono eccessivamente sovradimensionate, nel bivio di Onna addirittura è stata fatta una rotatoria a 20 metri da un altro bivio (forse per non toccare qualche proprietà?). Anche le illuminazioni potevano esser fatte con un’unica torre centrale anziché con una enorme quantità di pali. Ma va da se che non sempre le opere pubbliche sono realizzate secondo i desideri di tutti.
Certamente alcune cose potrebbero essere migliorate rispetto ai progetti realizzati. Razionalizzare le rotatorie per esempio. Nella piana di Capestrano sono state realizzate rotatorie piccole e decentralizzate rispetto all’asse viario, nella piana di Navelli paiono eccessivamente sovradimensionate, nel bivio di Onna addirittura è stata fatta una rotatoria a 20 metri da un altro bivio (forse per non toccare qualche proprietà?). Anche le illuminazioni potevano esser fatte con un’unica torre centrale anziché con una enorme quantità di pali. Ma va da se che non sempre le opere pubbliche sono realizzate secondo i desideri di tutti.
L’adeguamento stradale alle sempre crescenti esigenze di collegamenti sicuri e scorrevoli, è essenziale per lo sviluppo dei territori, per i residenti e per i frequentatori saltuari. Un comodo collegamento garantisce di fatto una migliore vivibilità dei piccoli Paesi e ne getta le basi per un possibile sviluppo.
Le intransigenze degli anni passati possono considerarsi un fallimento per il territorio. I paventati disastri che taluni ave¬vano adombrato per il primo lotto, non ci sono stati. Abbiamo solo perso un treno e ritardato di molti anni la realizzazione di una infrastruttura importante. Sarebbe opportuno che ognuno, pur pungolando l’Ente pubblico ad una attenta valutazione del¬le realizzazioni, si limiti a disquisire nell’ambito delle proprie conoscenze. Ma questo, lo sappiamo, è il Paese in cui tutti gli italiani sono esperti di calcio e vorrebbero essere l’allenatore della Nazionale.