Le nuove stanze della poesia

Le nuove stanze della poesia, Fabiano Alborghetti

Fabiano Alborghetti: tutto parte da un crepuscolo! Le poesie dell'alchimista della parola nell'appuntamento con la rubrica a cura di Valter Marcone.

“Corpuscoli di Krause” di Fabiano Alborghetti è una raccolta poetica che pone l’accento sulla frammentazione umana e il potenziale ricettivo dei sentimenti. Il poeta misura la sua intima sensibilità con il valore profondo e civile dell’esistenza.

Gridano, non è vero? Ti assediano
nonostante il buio di un cassetto
dove hai riposto voci, visi, le storie consumate
ma irrisolte. Sono immagini del mondo:
quelle atroci ed involute, quelle nere
che fumano di cenere e di corpi
di vuoti impronunciabili. Talvolta
le disponi con un ordine
che assomiglia a una deriva
e non sai, non trovi un senso
e pesano negli occhi, lo so.
Le riponi e ritornano.
Ne ritagli altre dai giornali, altre storie
altre vite. Altre assenze
o geografie, altre grida farsi roche
e talvolta son le tue, dando voce a chi non c’è.

Una poesia che dà voce a chi non c’è quella di Fabiano Alborghetti in una raccolta, come si legge sul sito della casa editrice Gce ,” completamente diversa da qualunque cosa abbia precedentemente pubblicato in volume . Poeta solitamente di largo respiro, noto per i romanzi in versi o le ampie narrazioni in poesia, ecco che per la prima volta si confronta con una dimensione più breve restando però fedele alla sua vena civile più profonda, intima, senza mai indulgere al sentimentalismo o al compiacimento retorico. Alborghetti ha fatto della categoria del sogno – e non solo della realtà sociale – una sorta di nostalgia ontologica, una stagione creativa che brucia la realtà.

La realtà di questi Corpuscoli è multiforme: franamenti, pandemie, i conflitti della storia umana spesso inumana e impietosa, dove il tempo affretta e la cronaca parla sempre più dal fondo. A combatterne i disorientati contrasti, a ricucirne i brandelli, ecco lo spiraglio di un punto di domanda. Corpuscoli, sollecitazioni termiche e sensoriali che emergono. Sono istanti, respiro. Forse una traccia.”
Fabiano Alborghetti (1970). Ha scritto di critica, fondato riviste, creato programmi radio, progetti in carceri, scuole e ospedali ed è promotore culturale. Attualmente è nella commissione di programmazione di Chiassoletteraria, direttore della collana di poesia per Gabriele Capelli Editore di Mendrisio e co-direttore della collana di poesia di poesia Svizzera per RIL editores (Cile, Spagna). Collabora inoltre con diverse case editrici italiane e svizzere per le quali ha fatto pubblicare esordienti oppure autori d’eccellenza del panorama poetico mondiale quali Jackie Kay, Katheleen Jamie, Janet Frame, Seamus Heaney. Nel 2019 porta in Ticino il Premio Nobel Wole Soyinka per il festival Chiassoletteraria. È il presidente della Casa della Letteratura per la Svizzera italiana con sede a Lugano. Come poeta, ha pubblicato le raccolte Verso Buda (LietoColle, 2004), L’opposta riva (ibid., 2006), Registro dei fragili (Edizioni Casagrande, 2009), L’opposta riva – dieci anni dopo (Edizioni La Vita Felice, 2013) oltre a svariate plaquettes e edizioni d’arte e alle suite Supernova (L’arcolaio, 2011) e Barbarossa (dino&pulcino, 2020). Del 2017 è il romanzo in versi Maiser (Milano, Marcos y Marcos, collana Le Ali), prodotto dalla RSI, Radiotelevisione Svizzera italiana per essere un radiodramma e messo in onda a Febbraio/Marzo 2019. Ha rappresentato la lingua italiana e la Svizzera nel mondo su mandati ufficiali. Traduzioni di sue poesie sono apparse in volume, riviste o antologie in più di 10 lingue. Nel 2018 gli viene conferito il Premio Svizzero di Letteratura e nel 2020 la Bourse Littéraire della Fondazione UBS Cultura. Nel 2022 pubblica Corpuscoli di Krause con le edizioni Gabriele Capelli, di Mendrisio (Svizzera). (www.fabianoalborghetti.ch)
No, non saremo solo corpi crivellati dall’assenza
ma un ventaglio di miracoli.
Senti quanto ti dura il mondo, dentro.
Dimmi:
da dove cominciamo?
Alfredo Sgroi scrive : “Fabiano Alborghetti è acuto osservatore della realtà e, anche grazie alla frequentazione di generi contigui, a cominciare dal teatro, conosce bene quale sia il potere evocativo della parola. E da poeta e osservatore smaliziato qual è consegna al lettore una silloge in cui confluiscono moltissimi temi, desunti dalla realtà o dal proprio personale vissuto. Lo fa in maniera efficace, con versi che nulla concedono alla retorica vacua. Versi essenziali ma non scarni, e soprattutto densi. La nitidezza dello stile lascia infatti scorgere con nettezza ritratti e temi. Alcuni particolarmente toccanti: la marginalizzazione sociale; la precarietà economica; l’angoscia di fronte all’irrompere inevitabile della malattia e della morte. I componimenti sono dunque vari, e di diversa lunghezza. Alcune poesie sono composte da pochi versi, altre si dilatano al punto da acquisire la veste di brevi poemi. Comunque, godibili alla lettura”.

Da: Legni, Colombe
Dalle notizie ritagli il quotidiano
disordine, la sopraffazione, l’equità gettata via
e quella grida. Frammenti. Il dolore
come fosse epidemia. Un suono inumano e senza voce.

Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti” Il poeta misura la sua intima sensibilità con il valore profondo e civile dell’esistenza. La poesia di Fabiano Alborghetti difende la componente protettiva degli interrogativi, parla al cedimento dei contrasti dell’anima, coglie la crudele e inesorabile ostilità degli uomini, la loro spietata precarietà.
Sollecita la riflessione etica intorno alla materia sociale del mondo, all’immediatezza del tempo presente, traccia la direzione degli impulsi, risponde alla trasmissione della realtà, ristabilisce, dalla prolungata empatia, l’equilibrio sensoriale delle emozioni. Fabiano Alborghetti conosce gli strumenti efficaci della metacomunicazione, riveste con la poesia il significato espressivo e filosofico della memoria, vincolata all’interpretazione dell’ispirazione, alle contingenze della vita.
La congiuntura delle metafore, adottate con l’aderente consapevolezza della partecipazione, rafforza il contenuto dinamico dei versi, gestisce il più ampio respiro di un linguaggio ancorato alla consistenza e assecondato dal lirismo di ogni passaggio della nostalgia, nella complessità dolorosa dell’essere. “Corpuscoli di Krause” contiene la particella universale dell’attitudine artistica alla ragione suggestiva dell’intonazione umanista, è l’elemento essenziale nell’insistenza autentica della parola, nella capacità talentuosa di rivelare le disorientanti verità dell’io e della condizione dell’essere umano.

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