Politica

Nuova Pescara, sogno di una notte di fine estate: la sfida D’Alfonso-Sospiri

Mentre si scaldano i motori per le elezioni regionali, un'altra sfida accende la politica: la competizione elettorale per la Nuova Pescara. D'Alfonso: "Non ho la libertà di disimpegnarmi". Sospiri: "Sarebbe una bella sfida che accetto subito".

Mentre si scaldano i motori per le elezioni regionali, un’altra sfida accende la politica: la competizione elettorale per la Nuova Pescara. D’Alfonso: “Non ho la libertà di disimpegnarmi”. Sospiri: “Sarebbe una bella sfida che accetto subito”.

È uno scontro elettorale tra i più interessati quello che potrebbe avvenire nel 2027 per la guida della costituenda Nuova Pescara. Il percorso costitutivo deve ancora perfezionarsi, non sono mancati ritardi e slittamenti, ma è chiaro che quando la Nuova Pescara sarà realtà, rappresenterà un obiettivo prioritario della politica regionale e non solo. Non per nulla, infatti, sono iniziate le schermaglie a distanza tra due pezzi da novanta degli opposti schieramenti, che non escludono un impegno in prima persona per la corsa alla carica di sindaco della nuova realtà. Si tratta del deputato dem Luciano D’Alfonso e del presidente del Consiglio regionale in quota FI, Lorenzo Sospiri. Da una parte D’Alfonso, sollecitato a riguardo da IlCapoluogo.it, sottolinea come non abbia la “libertà di disimpegnarsi”. Dall’altro, Sospiri punzecchia sui social: “Ho letto che l’On. D’Alfonso si auto propone come candidato sindaco della Nuova Pescara nel 2027, non la farà perché sa che perde, ma sarebbe una bella sfida che io accetto da subito”.
A questo punto la domanda per l’onorevole D’Alfonso è d’obbligo, considerato lo “scontro epico” che potrebbe configurarsi: Sarebbe davvero disponibile a candidarsi come sindaco della Nuova Pescara?
“Ogni eletto, che abbia una storia, – risponde a IlCapoluogo.it – se richiesto di impegnarsi non può che dire di sì. Pur riconoscendo che ci sono nella mia parte politica persone più insofferenti di me rispetto ai mali che sta vivendo Pescara, non ho la libertà di disimpegnarmi e quindi sto interrogando la mia motivazione che è l’unica grande risorsa che mi alimenta durante le mie numerose battaglie. Pescara merita di non impaludarsi. Registro che il progetto della Nuova Pescara sta ricorrendo a un impasto sbagliato, fatto di sabbia e di pozzanghere. L’intuizione, ambiziosissima e difficilissima di Carlo Costantini, ha prodotto due giudizi dentro di me: pericolosa, ma sfidante. Può nascere una grande periferia e può far rinascere il cittadino metropolitano. Il dibattito negli organi collegiali somiglia più ad un parlatorio di un centro di abbronzatura che a una università democratica di decisioni istituzionali. Questa condizione paludosa che ho solo tratteggiato, purtroppo zigzagante e senza approdo, mi convoca a valutare il mio impegno personale. La persona fisica dentro di me è spaventata, la persona giuridica e politica che ho potuto edificare vuole dare il migliore contributo possibile per evitare che tutto somigli a un’opera inconcludente di Giamburrasca”.

E la sfida con Sospiri? Come vede questo possibile confronto?
“Sospiri sta lì come un pedaggiatore autostradale, con molteplici interessi; ora comunica anche questo interesse e anticipa la mia non candidatura. Me lo ricordo in più versioni. Presto gli chiederò conto di una lettera scritta ai pescaresi ai tempi della vicenda giudiziaria che riguardò la mia amministrazione eletta e rieletta, ma circondata da denunce della politica che perdeva elettoralmente ogni volta e cercava rimedi davanti alla magistratura. Mi sembra di capire che possono essere individuati almeno due candidati potenziali. Ne rilevo l’attivismo deliberativo e la molteplicità di interessi, quindi è un candidato interessante”.

Ma tornando alla Nuova Pescara, quali le responsabilità della Regione e quali degli Enti locali rispetto ai ritardi accumulati?
Il percorso della Nuova Pescara ha subito un deragliamento, poiché l’intuizione di Costantini, che è sempre intelligentissimo, è stata accompagnata solo da una postura alla moda, senza capirne la carica rivoluzionaria. Bisognerebbe tornare a Terra di Gaia di Casaleggio padre o all’Asino di Buridano di Gianfranco Miglio per capire le asimmetrie che stiamo patendo. Al massimo sono state messe sul tavolo generosità burocratiche che nulla possono realizzare quando si tratta di fare una rivoluzione. Sta mancando completamente il pensiero metropolitano. Andrebbero condannati senza appello i pifferai che coloravano le ragioni della nuova Pescara sul terreno del
risparmio economico o peggio ancora sul tavolo delle abbondanze danarose. In campagna elettorale elettorale li farò vergognare. Il progetto di fusione evoca erotismo istituzionale, desiderio, azzeramento delle procedure, democrazia progressiva, qualità nella semplificazione, specializzazione dei territori, funzioni amministrative totalmente spostate sulla società. Nomi, Patroni, Municipi e vie Roma non rilevano. Non dovrà essere un progetto dei poteri ma delle persone che vogliono fare comunione, che è di più di fusione. La Politica ne è uscita svilita, stordita, incredula e soffocata rispetto al tanto che doveva essere”.

E dalla Nuova Pescara alle prossime elezioni regionali il passo è breve: come considera l’esperimento di Abruzzo Insieme e a che punto è la coalizione?
“Siamo nel pieno del cantiere dei progressisti per l’Abruzzo. Silvio Paolucci ha saputo condividere le condizioni di consapevolezza di un lavoro collegiale. Gianluca Castaldi ha messo sul tavolo tutto il realismo derivante dalla sua riconosciuta esperienza per non debilitare la volontà di cambiamento che l’Abruzzo rivendica. Il Partito Democratico e le esperienze civiche dei cento territori abruzzesi saranno l’infrastruttura. I Cinque stelle saranno garanzia di libertà nelle valutazioni dei progressisti abruzzesi. Le energie del terzo polo sono capaci di integrare forza di innovazione. Le tradizioni dell’ambientalismo e del Cattolicesimo sociale possono potenziare la nostra capacità di comprensione delle emergenze della regione. Sono convinto che la ventosità della destra nazionale, come già accaduto per altri gonfiori elettorali, presto farà cadere la maschera e almeno sul nostro territorio i cittadini potranno giudicare misuratamente le cose non fatte, le urgenze e la discutibile capacità di comunicazione. Il Presidente candidato è in cammino, poiché dovrà cucire e mettere insieme tutte le forze abruzzesi per cambiare e ricominciare. L’Abruzzo ha tre miliardi di euro in pancia per consentire agli Abruzzi di ritrovare la necessaria capacità di funzionamento per i progetti di vita delle persone, delle imprese e dei territori”.

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