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Lavori al Rifugio Panepucci, sarà il primo in Italia accessibile per le disabilità motorie e sensoriali

Una nuova veste per il rifugio Panepucci sul monte San Franco: sarà accessibile a tutti, con percorsi sensoriali e raggiungibile con joelette.

A 1700 metri di quota, sul Monte San Franco, una nuova vita per il rifugio Panepucci che verrà ricostruito completamente accessibile.

Il Cai L’Aquila ha sposato questo progetto – il primo in Italia – per rendere la montagna finalmente senza barriere, accessibile anche e soprattutto a persone con disabilità. Il rifugio Panepucci è utilizzato come struttura di ricovero per gli escursionisti, nel periodo primaverile, estivo ed autunnale e per gli alpinisti e scialpinisti nel periodo invernale.

In questi giorni sono cominciati i lavori: il vecchio rifugio, realizzato a fine anni 70 e dedicato alla memoria di Antonella Panepucci Alessandri, alpinista aquilana morta durante una discesa dal Corno Grande nel 1976, è stato smontato. La riapertura dovrebbe essere prevista per la prossima estate.

rifugio panepucci

L’importo complessivo dei lavori – iniziati da pochi giorni dopo aver concluso l’iter burocratico che è stato molto lungo – è di circa 600 mila euro, frutto di una serie di canali di finanziamento: la Regione Abruzzo, il Cai nazionale ‘Pro rifugi’, il bonus 110% ‘Casa’.

Il progetto di riqualificazione e accessibilità è stato curato da un pool di professionisti e guide alpine, ed è stato coinvolto anche il coordinamento regionale abruzzese delle associazioni per le disabilità, presieduto da Massimo Perosperocco. A capo del gruppo di progettazione c’è l’ingegnere Iginio Tironi; con lui gli ingegneri Vincenzo Del Principe, Letizia Sbaffo, Teresa Moriante, Lino Ruggeri, Paolo Tempesta, Gianluca Valente, l’architetto Valeria Vizioli, il geologo Alessandro Lorè, l’avvocato Lanfranco Massimi.

Il rifugio, improntato sul principio della sostenibilità, “potrebbe rappresentare quindi un modello per i fruitori, un fattore di sviluppo economico per le comunità locali, un esempio di risorsa per le future generazioni. Lo studio e la messa in rete di un sistema di rifugi nell’arco dell’Appennino potrebbe fungere da volano per il turismo interessato alla scoperta delle aree interne del territorio dell’Italia Centrale. Non solo, i nuovi lavori consentiranno di avere una struttura con un ottimo efficiente  energetico”, spiega, al Capoluogo l’ingegnere Iginio Tironi. 

Il nuovo Il Rifugio Panepucci, mediante le soluzioni impiantistiche proposte, come l’installazione di pannelli fotovoltaici, di una pala eolica ad asse verticale e mediante un sistema di riscaldamento a biomassa verrà migliorato energeticamente e la previsione di progetto per la prestazione energetica globale consentirà di passate da una Classe energetica F (pre intervento) ad una Classe energetica A3.

Per quanto riguarda le caratteristiche tecniche, è stato pensato per essere fruibile da tutti. Particolare attenzione è stata riposta nella possibilità di fruizione da parte delle persone con disabilità”, chiarisce Tironi.

Per questo motivo è stata prevista la dotazione di Joelette, carrozzella da fuori strada a ruota unica che permette la pratica di gite su percorsi montani a persone con disabilità. “Le facciate del rifugio saranno realizzate in lamiera di alluminio con passo costante di colore grigio ed elementi in alluminio di colore rosso a segnalare le bucature delle finestre. L’elemento verticale che emergerà dalla copertura sarà adibito a camino di luce e svolgerà la funzione di accesso di sicurezza dall’alto segnalando con la colorazione rossa la presenza del rifugio nel periodo invernale in presenza di neve. Gli infissi sempre in alluminio con doppio vetro a taglio termico a risparmio energetico, così come le porte esterne e misureranno 210 cm x 90 cm per permettere il passaggio anche a persone con disabilità. Le porte interne in legno e la 210 cm x 90 cm per permettere il passaggio anche a persone con disabilità”, conclude Tironi.

Il progetto di ristrutturazione prevede lo smontaggio dell’attuale struttura metallica prefabbricata Morteo-Soprefin, la demolizione del basamento in conglomerato cementizio armato, la realizzazione di un basamento in struttura mista in conglomerato cementizio armato ed acciaio, la sostituzione dell’attuale struttura metallica prefabbricata “Morteo-Soprefin”, non più a norma dal punto di vista sismico ed energetico, e la realizzazione di una struttura preassemblata in acciaio e legno che risponda ad esigenze tecnologiche e di sicurezza al passo con i tempi.

Il nuovo rifugio, improntato al principio della sostenibilità, compatibilmente con i vincoli imposti dalla tutela delle aree protette, verrá realizzato seguendo le seguenti fasi lavorative: smontaggio, rimozione e demolizione del rifugio esistente; vaglio, cernita, selezione e recupero del materiale demolito per eventuale riutilizzazione; realizzazione in stabilimento dei moduli del nuovo rifugio; realizzazione del nuovo basamento; trasporto gommato dei moduli fino al sito di carico dell’elicottero; trasporto dei moduli con elicottero fino al sito del cantiere del rifugio; trasporto a valle dei rifiuti di demolizione con elicottero e mezzi gommati (minimo utilizzo); assemblaggio e rifinitura dei moduli del rifugio.

Un progetto davvero visionario che vede il Cai L’Aquila in prima linea.  “È un progetto enorme per una Sezione Cai, anche perchè si tratta del primo rifugio in Italia interamente pensato a vantaggio delle persone con disabilità, un’idea visionaria che ci riempie di soddisfazioni. Come vale anche per l’andare in montagna in generale, nessuno resta indietro!”, è il commento, rilasciato al Capoluogo, da Vincenzo Brancadoro, presidente della sezione Cai dell’Aquila.

L’iter – spiega Brancadoro – è stato lungo e complesso. Abbiamo seguito un’attenta procedura di selezione per quello che si presenta come un vero e proprio progetto pilota in ambito nazionale. Nel gruppo di lavoro di sono ingegneri, architetti, botanici, tecnici, commercialisti. Ci ha entusiasmato l’idea di poter realizzare, ad alta quota, un luogo confortevole e accessibile a tutti, senza alcun tipo di distinzione”.

Una volta ultimati i lavori sarà raggiungibile con le joelette, ma non solo:”lo abbiamo pensato e strutturato nei minimi dettagli, una volta ultimato sarà molto interessante anche dal punto di vista tecnologico. Ci sarà una cura particolare per gli spazi: dall’altezza dei letti, alla larghezza delle porte, passando per la posizione delle mensole, i percorsi sensoriali per gli ipovedenti, i servizi igienici. In questo lavoro siamo stati supportati e consigliati dalle associazioni che rappresentano le disabilità in tutta la regione Abruzzo che hanno svolto un lavoro efficiente, collaborativo, prezioso”, chiarisce.

Si lavora quindi con la speranza di riuscire a riaprire la prossima estate. “L’Ente Parco – conclude Brancadoro – pone dei paletti molto severi per quanto riguarda le tempistiche e i lavori all’esterno potranno proseguire solo fino all’autunno per riprendere poi in estate. Cercheremo di concludere al più presto la fase di smontaggio e smaltimento, poi verrà sistemato il basamento per i servizi e si procederà con la fitodepurazione delle acque. Speriamo davvero di renderlo fruibile per la prossima estate”.

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