L'approfondimento

Disturbi del sonno, bambini troppo tempo sugli schermi: l’importanza di “staccare la spina”

Ok ai cartoni animati, o alcuni video su tablet e smartphone. Ma far trascorrere ai bambini ore ed ore davanti agli schermi non è producente. A farne le spese soprattutto il sonno. I consigli dell'esperta

Dormire per “staccare la spina”. Per riposare. In una società sempre più tecnologica, l’uso eccessivo di telefoni e tablet rischia di sovraccaricarci. Soprattutto rischia di sovraccaricare i bambini, che si ritrovano a fare i conti con crescenti disturbi del sonno.
Cosa accade nel nostro e nel loro cervello, continuamente esposto agli stimoli tecnologici?

Per i minori, bambini o adolescenti, passare troppe ore davanti agli schermi di pc, telefonini, tv e tablet può significare andare incontro a disturbi del sonno. È quanto emerso da uno studio dell’Ospedale Bambino Gesù, di cui Il Capoluogo vi ha parlato qui. Il dato principale tratto dalla ricerca è legato all’insorgenza – sempre più comune – di disturbi del sonno negli adolescenti: lo studio è stato condotto su oltre 1000 bambini e adolescenti, corrispondenti ad una fascia d’età compresa tra i 2 e i 18 anni. Ma come si collega l’uso dei dispositivi elettronici all’insorgenza di questi disturbi?
Lo abbiamo chiesto alla psicologa e psicoterapeuta aquilana Chiara Gioia.
Cos’è il sonno? Se facciamo riferimento alla mitologia greca possiamo collegarci ad Hypnos, che indica un qualcosa generato dalla ninfa Nyx (Notte). Hypnos veniva generalmente raffigurato come un fanciullo nudo, con della ali sulla schiena e, soprattutto, con un papavero in mano: fiore che simboleggia il riposo. Già questo uso dei simboli rimanda ad una storicità senza tempo, pur facendo nella nostra cultura riferimento comune a Morfeo, il quale, tuttavia, rappresenta la tutela del sonno e non il sonno in sé per sé. Dunque, il sonno è inteso come un momento dedicato al riposo, al rigenerarsi, alla necessità di ricaricarsi“. 

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IL SOVRACCARICO – Una necessità fisiologica per l’essere umano che, tuttavia, può risultare ostacolata proprio dagli infiniti stimoli sensoriali in una società digitale e digitalizzata. Evidenzia Chiara Gioia: Il nostro cervello, a qualsiasi età, è sottoposto a tantissimi input. Oggi, soprattutto i bambini ricevono stimoli maggiori rispetto a quelli che abbiamo avuto noi adulti alla loro età. Infatti, i bambini di oggi sono figli dell’era digitale: sono rari i casi in cui i piccoli non si trovano davanti a dispositivi elettronici fin alla tenera età e, comunque, l’ambiente tecnologico che li circonda li porta a recepire informazioni illimitate. In questo modo – continua – il cervello va in sovraccarico e questo sovraccarico genera un’iperattivazione“. Cosa vuol dire? “È come se la mente non riuscisse a scaricare tutti questi contenuti. Di conseguenza si fa fatica a riposare, poiché la stessa mente non riesce a mettere un ordine”. 

ORDINE E TEMPO – La mente, del resto, ha “assoluto bisogno di elaborare, quindi di mettere ordine tra le informazioni recepite. In questo senso, compito dell’analisi è quello di decodificare sia ciò che accade a livello intrapsichico, sia ciò che le persone assorbono dal di fuori – aggiunge la psicologa e psicoterapeuta – Accade così che i bambini sentano la necessità di trovare forme e modalità per scaricare quanto accumulano, sia direttamente che indirettamente. Pensiamo all’esposizione ai cartoni animati: essa ha impatti positivi, poiché le storie raccontate e osservate li fanno interfacciare in modo diverso con emozioni e ruoli, ma al tempo stesso bisogna considerare che i bambini hanno bisogno del giusto tempo. Ed è l’adulto a dover capire cosa è importante che guardino e cosa no. Tornando al discorso prettamente tecnologico, non sarebbe neanche giusto limitare completamente qualsiasi strumento tecnologico. Simili dispositivi, infatti, possono avere anche i loro risvolti positivi, ma è fondamentale educare i bambini al loro uso ed essere consapevoli di ciò che i bambini guardano“. 

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TURBAMENTO Insonnia, parasonnia, ipersonnia. Sono diverse le forme di disturbi del sonno che possono manifestarsi. Tuttavia, “al di là dell’identità che il disturbo assume, esso ci indica la presenza di un turbamento che potrebbe essere dovuto anche a dinamiche interne al nucleo familiare. Ad esempio, potrebbero esserci abitudini non sane che si traslano sul bambino. Del resto, tutti i bambini acquisiscono il comportamento dell’adulto, è bene ricordarlo sempre. Così come appare scontato ribadire che oggi i bambini sono sempre iper stimolati, a partire dall’attività scolastica, passando per l’attività sportiva frequentata. Contesti e situazioni in cui, inevitabilmente, essi si interfacciano anche con la realtà digitale. Sono sottoposti, quindi, ad un’esposizione costante e accade che si perda il momento in cui il piccolo deve avere lo spazio per nutrire il suo istinto e, soprattutto, la sua fantasia. Sembra quasi che, al giorno d’oggi, pochi bambini sappiano ancora trascorrere il proprio tempo a giocare da soli ed è proprio compiendo quest’azione che il piccolo dà spazio, in misura maggiore, alla sua fantasia. Intendendo il concetto come la necessità insita nell’uomo di mostrare quelle immagini incessantemente prodotte dalla sua psiche. Il bambino, proprio attraverso il gioco, può dare forma ed espressione a questi contenuti, soprattutto – appunto – giocando da solo”.

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