Salute e benessere

Pubertà precoce idiopatica, una malattia sempre meno rara

Focus su Pubertà precoce idiopatica: come la affrontiamo? Ne parliamo nell'appuntamento del venerdì con la nutrizionista Simona Di Pirro: rispondiamo alle domande dei lettori

Parliamo di pubertà precoce idiopatica, patologia rara, ma sempre meno, e lo facciamo nel consueto appuntamento con la rubrica del Capoluogo.it dedicata al benessere a cura della biologa nutrizionista Simona Di Pirro.

La pubertà è quel periodo dell’età evolutiva che trasporta i bambini (maschi e femmine) nell’età adulta. E’ un passaggio durante il quale cambia sia il corpo che la mente fino ad arrivare alla maturazione sessuale ed alla capacità di procreare. Normalmente questo periodo si manifesta nei maschi intorno agli 11 anni e mezzo con trasformazioni tipiche come l’aumento delle dimensioni dei testicoli e del pene, seguito da uno scatto di crescita staturale, un abbassamento del tono della voce e la comparsa dei peli pubici, ascellari ed infine sul viso. Nelle femmine invece, lo sviluppo puberale arriva tra gli 8 e i 13 anni. Il primo segno è uno scatto di crescita seguito dallo sviluppo della ghiandola mammaria e, dopo circa due anni, dal menarca, ossia l’arrivo della prima mestruazione. Il processo puberale però continua per alcuni anni durante i quali continuano i cambiamenti fisici definendo le forme di un corpo adulto. Le variazioni ormonali incidono anche sulla sfera psicologica modificando il rapporto con se stessi e con gli altri in un periodo in cui l’appartenenza al gruppo ed il riconoscersi nei pari è di fondamentale importanza. Proprio per questo motivo è essenziale saper riconoscere i campanelli di allarme che ci indicano che qualcosa sta avvenendo nel momento sbagliato! Cerchiamo di capire meglio… Tra le malattie delle ghiandole endocrine troviamo la “pubertà precoce idiopatica” che rientra nella categoria delle malattie rare codificate nell’apposito elenco ministeriale.
Per pubertà precoce si intende “la comparsa di segni di sviluppo puberale che si presentano prima degli otto anni nelle femmine e dopo i nove anni nei maschi”. La frequenza di questa patologia sulla popolazione generale è tra 1:5000 e 1:10000 bambini e predilige il sesso femminile (Fonte: Ospedale Pediatrico Bambino Gesù).nNel 2020, ovvero dall’inizio del lockdown dovuto alla pandemia, è stato registrato in Italia un significativo aumento di bambine con diagnosi di pubertà precoce. Un incremento che, rispetto ai dati di accesso nei centri di endocrinologia pediatrica del 2019, sono quasi raddoppiati.
In cosa consiste questa patologia? I cambiamenti che si verificano nella pubertà sono dovuti agli ormoni circolanti prodotti dall’adenoipofisi, una piccola ghiandola che si trova alla base del cranio, detti gonadotropine. La loro funzione è quella di stimolare i testicoli e le ovaie e di regolare l’attività riproduttiva. Nella maggior parte dei casi, non si riscontra alcuna malattia alla base dell’attivazione precoce di questi ormoni e per questo motivo questa patologia viene definita “idiopatica” cioè senza causa apparente.

Rispondiamo ai nostri lettori.

1) Ma davvero non c’è nulla che influenza l’insorgere di questa patologia?

Molti studi indicano che la pubertà precoce sembra manifestarsi maggiormente nelle bambine che soffrono di sovrappeso o obesità. L’alimentazione troppo ricca di carni da allevamento intensivo che portano ad introdurre notevoli quantità di ormoni insieme ad una dieta ricca di cibi industriali e con una prevalenza di zuccheri, sbilancia l’assetto ormonale sostenendo picchi di glicemia ed insulina che a sua volta aumenterà la dimensione degli adipociti (le cellule di grasso). Sotto accusa c’è anche la ridotta attività fisica che i bambini di oggi riescono a fare solo poche ore a settimana, di solito in palestra o in ambienti chiusi che non li fanno beneficiare della luce solare. Infine, una grande attenzione è stata posta sull’eccessivo utilizzo di strumenti elettronici come tv, tablet, videogiochi e telefoni cellulari. La luce blu emessa da questi dispositivi interferisce con le funzioni cerebrali. Da non dimenticare poi lo stress subito dei bambini durante gli ultimi tre anni. L’isolamento sociale, la paura del prossimo e la minaccia sempre presente della malattia e della morte hanno aumentato significativamente i disturbi della sfera psichica e del comportamento alimentare. Un recente studio dell’Unità di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Bambin Gesù ha messo in evidenza il fenomeno dello stress post traumatico dovuto alla quarantena e all’isolamento sul 30 % dei bambini osservati. Sembra che una dis-regolazione dei neurotrasmettitori indotta dallo stress potrebbe essere alla base di questo forte aumento della patologia negli ultimi anni.

2) Quali sono le conseguenze della pubertà precoce?

La produzione anticipata degli ormoni sessuali produce un’iniziale scatto di crescita portando i bambini in avanti rispetto ai loro coetanei, ma al tempo stesso, avviene una rapida chiusura della cartilagini di accrescimento delle ossa lunghe. Questo comporta che questi bambini da adulti avranno una statura molto inferiore alla media. Inoltre, è da considerare l’impatto psicologico che può avere una pubertà precoce soprattutto in una bimba che si trova gestire un corpo che non è in linea con il suo sviluppo psicologico ed emotivo, con delle sensazioni che non riesce a decodificare e soprattutto essere alle prese con un’esperienza molto forte che non può condividere con le sue compagne. Infine, è noto che un menarca precoce espone le donne ad un maggiore rischio di sviluppare patologie tumorali della mammella e dell’ovaio.

3) Cosa si può fare?

Esistono dei farmaci specifici che rallentano la pubertà e sono tanto più efficaci quanto più precocemente il problema inizia ad essere trattato. Ovviamente sarà compito del medico endocrinologo pediatra valutare l’opportunità di prescrivere una terapia di blocco ormonale considerando i rischi ed i benefici nel singolo caso.

4) Come possiamo arginare i problemi di aumento di peso e di grasso corporeo che si presentano spesso in questi bambini?

L’educazione alimentare è fondamentale. Ricordiamo sempre che i bambini non hanno la possibilità di recarsi autonomamente in negozio ed acquistare ciò che vogliono. I bambini mangiano ciò che gli adulti comprano, cucinano e propongo loro. Preferiamo proteine vegetali o di animali allevati al pascolo, cereali integrali, frutta secca, verdura cruda e cotta e frutta di stagione. Non dimentichiamo i grassi buoni ed una buona quantità di fibre. Chiediamo aiuto ad un nutrizionista che saprà impostare un corretto piano alimentare, con le giuste integrazioni se necessarie, tenendo conto sia della patologia che del periodo di crescita del bambino correggendo le cattive abitudini e ristabilendo un buon rapporto con il cibo.

Fibromialgia, la sindrome di Atlante

La Dott.ssa Simona Di Pirro, Biologa Nutrizionista, è ospite de “Il Capoluogo” con una sua rubrica quindicinale. Potete suggerire temi o fare delle domande scrivendo alla redazione del Capoluogo. La dottoressa Di Pirro è laureata presso l’Università degli Studi dell’Aquila in Biologia della Salute e Nutrizione con lode, ha frequentato la scuola di alta formazione in Micoterapia (utilizzo dei funghi medicinali) presso l’Università di Padova e la scuola di alta formazione in Microbiota umano in collaborazione con l’Università di Pavia. È inoltre consulente per l’igiene degli alimenti e gestione del sistema HACCP.
La dottoressa propone ai suoi pazienti un approccio nutrizionale basato sulla medicina funzionale presso i suoi studi dell’Aquila e di Avezzano.

Questi invece i suoi riferimenti social:
-pagina facebook: Dott.ssa Simona Di Pirro Biologa Nutrizionista
-instagram: simonadipirronutrizionista

Simona Di Pirro
leggi anche
primavera e prova costume
Salute e benessere
Finalmente primavera! I consigli per affrontare il passaggio dall’inverno
fibromialgia
Salute e benessere
Fibromialgia, la sindrome di Atlante
fegato grasso
Salute
Fegato grasso: non tutto è perduto!
osteoporosi
Salute
Osteoporosi, un percorso che inizia da giovani
dieta prova costume
Salute
Come superare la prova costume: la dieta salva vacanze