L’AQUILA – Mentre il Segretariato si prepara alla gara, Invitalia l’ha già chiusa. Lo strano caso del restauro della Chiesa di Santa Maria Paganica.
“Espleteremo la gara d’appalto entro l’anno, qualora le condizioni lo permetteranno”. Così, pochi giorni fa, Augusto Ciciotti, direttore dei lavori dei lavori del Segretariato regionale ai Beni culturali, parlava a Il Centro del progetto di restauro della Chiesa di Santa Maria Paganica, finalmente sbloccato. Nelle stesse ore, però, Invitalia affidava gli stessi lavori per 20 milioni di euro alla SAC, società di Roma, a seguito di una gara d’appalto predisposta evidentemente diversi mesi fa. A questo punto sorgono diversi interrogativi sulla questione. Al dì là del “difetto di comunicazione” istituzionale, il Segretariato regionale ha avuto contezza di quanto avveniva in Invitalia, che era comunque soggetto delegato dal Ministero per espletare la gara? Inoltre, il progetto su cui è stata espletata ed assegnata la gara è lo stesso rispetto a quello per cui il Segretariato prevedeva la gara entro l’anno o nel frattempo che la situazione si è sbloccata è cambiato qualcosa? In quest’ultimo caso, si parla di costi diversi rispetto alla gara già espletata?
Insomma, se da un lato c’è grande attesa per il restauro di un’importante chiesa capo quarto, che tra l’altro fa da cornice al MAXXI L’Aquila, dall’altro sorgono interrogativi rispetto all’espletamento di una gara da parte di Invitalia, di cui il Segretariato non sembra avere perfetta contezza. Il rischio è questa situazione faccia sorgere lunghi contenziosi che rischiano a loro volta di allungare i tempi di quest’importantissima opera di restauro, attesa da 14 anni dai cittadini aquilani.
