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6 aprile, Michele Fina: “Aquilani popolo resiliente, ora leggi per familiari vittime”

6 aprile, Michele Fina: "Ricordiamo chi ha perso la vita e onoriamo la memoria dedicandovi attenzione e progettualità". Le parole di Stefania Pezzopane: "Il tempo non lenirà le ferite, occorrono fatti". 

6 aprile, Michele Fina: “I meriti di ciò che di positivo si sta realizzando nel processo di ricostruzione sono degli aquilani. Ricordiamo chi ha perso la vita e onoriamo la memoria dedicandovi attenzione e specifica progettualità”. Le parole di Stefania Pezzopane: “Il tempo non lenirà le ferite, occorrono fatti”. 

Il Partito Democratico è vicino all’Aquila: lo ha dimostrato negli anni, credendo fino in fondo e creando le condizioni, a cominciare della garanzia di un flusso di risorse adeguato e certo, perché la progettazione del rilancio avvenisse nei termini attuali. I meriti di quanto di positivo si sta realizzando nel processo di ricostruzione sono degli aquilani, un popolo che ha dimostrato forte resilienza, grande passione, notevole lungimiranza. Rendiamo merito oggi, nella ricorrenza del sisma, a loro, e ricordiamo chi vi ha perso la vita”: lo dichiara il senatore Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese.
Fina sottolinea: “In particolare al governo e alla maggioranza diciamo che il modo migliore per onorare quella memoria è dedicare attenzione e progettualità. Rinnovo, tra le altre cose, l’appello a collaborare per approvare una legge a tutela dei familiari delle vittime. Così come è urgente approvare finalmente un Codice per le Ricostruzioni, che renda finalmente la legge uguale per tutti i territori. Anche questo rende onore a chi ha sofferto non inutilmente in questi anni. Sono proposte già depositate e che attendono di essere discusse ed approvate”.
Le parole dell’onorevole Stefania Pezzopane, consigliere comunale dell’Aquila.
“È  così da 14 anni, da quel 6 aprile 2009. È da allora che questo è il giorno più lungo. La fiaccolata da poche ore terminata è stata insieme dolore, nostalgia, rabbia e speranza, voglia di nuova luce, di rigenerazione collettiva, di giustizia.
Sì certo: è passato il tempo, tante cose sono cambiate, abbiamo faticosamente in parte ricostruito. Ma il dolore sta lì, profondo. Sta lì quel senso di impotenza, quello stupore convulso e struggente, sta lì il pianto, stanno lì quei 309 nomi che nel lungo incedere, uno dopo l’altro, fanno girare la testa. Senti quei nomi e rivedi quei volti che conoscevi ed amavi. Abbiamo, in questi 14 anni, imparato a conoscere quelle storie, la casualità dei fatti, l’assurdità di quelle circostanze, così costruiamo e raccontiamo da 14 anni tante storie nella storia. Ma perché perché tanto dolore, perché a noi? Perché ci avete rassicurati, invece di dirci la verità?”.
“Forse perché dobbiamo mandare un messaggio al mondo, un messaggio di giustizia, ricostruzione e di prevenzione. Ricordo la fuga da casa, la ricerca di mia madre e di ogni persona cara, la telefonata convulsa con il sindaco “Massimo, che facciamo?” La corsa alla Prefettura distrutta e poi alla Reiss Romoli e poi alla Scuola della Guardia di Finanza. E poi, ancora, l’arrivo centellinato dei nomi di chi era morto sotto le macerie. Troppo dolore, tutto insieme, senza un perché.
Non sarà il tempo a lenire le ferite. Né l’indifferenza o la spettacolarizzazione della tragedia.
Piuttosto leniremo ferite, se accadranno fatti.
– La giustizia deve ancora far sentire bene la sua voce, famiglie e città attendono.
– La prevenzione è la vera sfida, mettendo davvero in sicurezza il Paese.
– Il codice della ricostruzione è urgente, per misurare se abbiamo la forza di darci strumenti seri: perché se dovesse malauguratamente avvenire nuovamente un terremoto, non si andrà a caso, non ci saranno altre cavie come noi, ma ci saranno norme e risorse definite per restituire una casa ed una nuova vita.
– Basta accanirsi, le vittime non sono colpevoli e i terremotati non sono evasori”, specifica.
“Le risposte a queste quattro esigenze non sono arrivate, nonostante in tanti, a partire dalla Presidente del Consiglio Meloni, in questi giorni si siano esibiti sul palcoscenico del dolore.
Il 6 aprile noi continuiamo ad essere sospesi tra lutto e speranza, tra nero e verde, tra morte e vita, tra buio e chiarore.
Con le fiammelle sempre accese di luce e di fiducia, fino al prossimo 6 aprile.
Ringrazio l’on. Chiara Braga, Presidente del Gruppo Pd alla Camera per la sua presenza alla Messa alle Anime Sante ed alla fiaccolata del ricordo, di averlo fatto senza clamori, per starci vicini e ascoltarci, per continuare in Parlamento ad occuparsi della nostra ricostruzione”, conclude Stefania Pezzopane.
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