Domenica 2 aprile si è aperta la 55esima edizione del Vinitaly. L’Abruzzo è presente con 50 Cantine e 400 etichette in vetrina per buyer e operatori. Mimmo Pasetti: “Una kermesse importante a livello internazionale per farsi conoscere, per raccontare le eccellenze d’Abruzzo e avviare nuove collaborazioni. L’Abruzzo c’è sempre, nonostante le modifiche al Disciplinare non abbiano individuato le vere necessità del settore”.
L’Abruzzo che si presenta al Vinitaly, in occasione della 55esima edizione della manifestazione dedicata al settore vitivinicolo, vede protagoniste ben 50 Cantine regionali. Le migliori eccellenze in vetrina, con i vini abruzzesi reduci da un anno record in fatto di export: nel 2022, infatti, l’esportazione di vini Made in Abruzzo ha sfondato il tetto dei 220 milioni di euro di fatturato, per la precisione 229 milioni, con una crescita rispetto all’anno precedente dell’8%. Il dato è stato elaborato dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo rispetto ai dati del Centro Estero delle Camere di Commercio.
Presente a Verona anche l’azienda vitivinicola Pasetti Vini, una storia lunga 5 generazioni e una grande e rinomata azienda con proprietà nel pescarese, a Pesconsansonesco, e nell’aquilano, nel territorio di Capestrano. “Il Vinitaly rappresenta sicuramente una vetrina importante, perché è una manifestazione riconosciuta a livello internazionale ed è, al contempo, una delle prime manifestazioni nate dedicata al settore vitivinicolo, facendo da capofila nella promozione del vino italiano e non”, racconta Mimmo Pasetti alla redazione del Capoluogo.
“Seppur negli ultimi anni la nascita di altri eventi dedicati al mondo del vino ha, solo in parte, limitato la presenza internazionale alla manifestazione – continua Mimmo Pasetti – Vinitaly vede ogni anno una rilevante partecipazione di operatori vitivinicoli a Verona: presenza che definirei numerosa e qualificata. Per questo anche noi, come azienda Pasetti Vini, rinnoviamo la nostra partecipazione di anno in anno. Naturalmente – precisa – la presenza da parte di un’azienda è incentrata sull’importanza di farsi conoscere, consolidare i rapporti con i clienti e con gli altri operatori: perché no cercando anche di creare nuovi rapporti di collaborazione”.
Quest’anno nutrita la partecipazione dell’Abruzzo. I produttori sono presenti con tutte le nuove annate in spazi brandizzati con le quattro appellazioni provinciali per le DOC “d’Abruzzo”: Colline Teramane; Colline Pescaresi; Terre de L’Aquila; Terre di Chieti. Diventa ufficiale anche a livello di immagine e di comunicazione la svolta epocale che sta vivendo l’enologia regionale.
Proprio sul Disciplinare dei vini d’Abruzzo, tuttavia, Mimmo Pasetti ha qualche dubbio. “Per l’ennesima volta la nostra Regione si è trovata a modificare il Disciplinare, che rappresenta la Carta d’identità dei nostri vini. Ciò a dimostrazione di come l’Abruzzo non abbia mai trovato una quadratura perfetta del proprio disciplinare. Personalmente ritengo, però, che le denominazioni dovrebbero viaggiare di pari passo con il prodotto, quindi con il vino. Nasce prima il vino, del resto: poi a questo prodotto va data un’identità precisa e una sua riconoscibilità. Ciò si traduce, praticamente, nel lavoro necessario sul prodotto: solo dopo aver compiuto queste attività, deve intervenire un Disciplinare, con il preciso compito di accompagnare il prodotto che avrà, ora, una sua identità riconosciuta sia dal consumatore sia dalla comunità europea. Ritengo, invece, che nella nostra regione si sia modificato il Disciplinare senza individuare le vere esigenze contemporanee del settore. Un’operazione simile dubito possa portare a risultati”.
