Arte

Nicolò Guarraci, da Piacenza a Fontecchio per amore dell’Arte: “Ho deciso di rimanere”

FONTECCHIO - Da esperienza estemporanea a rifugio sicuro per l'artista Nicolò Guarraci: "Resto, nella consapevolezza che qui si sta bene".

FONTECCHIO – Da esperienza estemporanea a rifugio sicuro per l’artista Nicolò Guarraci: “Resto, nella consapevolezza che qui si sta bene”.

Fontecchio è diventato il rifugio sicuro per l’artista cremonese Nicolò Guarraci che dopo quasi un anno di permanenza nel borgo medievale aquilano, ha deciso di trasferirvisi: “Ho raggiunto la consapevolezza che qui si sta bene”, spiega infatti a IlCapoluogo.it.
Nicolò Guarraci, 43 anni, è arrivato a Fontecchio grazie ad un progetto di sviluppo locale ‘La Kap’ che consiste nel ridare vita e fermento al paesino abruzzese che rischia lo spopolamento, attraverso una fertile comunità artistica. Parte da un gruppo di amici volenterosi che hanno deciso di trasferirsi nel borgo nel cuore del Parco Regionale Sirente Velino e con l’aiuto di amministrazioni locali, giorno dopo giorno, stanno creando spazi nuovi di ritrovo, di interazione, oltre che mostre di arte ed eventi per avvicinare più persone possibile.

nicolò guarraci

Nicolò ha origini meridionali, ma è nato a Cremona e cresciuto a Caorso, in provincia di Piacenza, e solo da poco ha deciso che il suo rifugio stabile è a Fontecchio. Insomma, da Sud a Nord, alla fine ha scelto il centro Italia e in particolare l’Abruzzo. Si è licenziato dal suo vecchio lavoro in fabbrica e vorrebbe vivere della sua arte in un luogo che, durante la sua residenza artistica, ha trovato accogliente e di grande ispirazione: “Fontecchio ha anche cambiato il modo di esprimermi nella pittura. Infatti, prima c’era più rabbia, adesso invece sono arrivato a rappresentare cerbiatti innamorati”. È cambiato il suo modo di vivere e quindi di fare arte da quando è più immerso nella natura, nei boschi, dove i ritmi sono più lenti: “L’evoluzione artistica che ha preso piede si concentra maggiormente su campi dilatati e serenità”.
Spiega al Capoluogo.it: “Per adesso ho esposto le mie opere negli spazi che il progetto La Kap ci ha riservato nel paese di Fontecchio e una piccola mostra la si può ammirare anche nel locale in centro storico a L’Aquila, LiberaMia”.
“Ho deciso di restare a Fontecchio per tutte le belle vibrazioni positive che sa darmi. La vedo come una base per espandere e far conoscere la mia arte a livello nazionale e perché no, anche mondiale”.

nicolò guarraci

L’artista ritiene importante l’arte dal vivo perché, come dice “bisogna sporcarsi”, usare i sensi per percepirne l’essenza. La sua è una pittura istintiva e “primordiale” al limite dell’onirico e riflette i suoi stati d’animo con fedeltà allo spirito libero che lo caratterizza. A livello di materiali usati è una continua sperimentazione, quella di Nicolò, che va dalla classica pittura all’utilizzo di gesso per rendere meglio il senso scultoreo. Ma Nicolò Guarraci si serve anche di materiali di scarto: “È materiale che può ritrovare nuova vita. Ho fatto della sostenibilità un punto della mia produzione artistica”.
“Le mie opere non sono mai statiche. Alcune fatte ad agosto le ho riprese e ci ho rimesso mano, perché non andavano più di pari passo con me”. Inoltre, vede la sua arte in continua evoluzione e distribuibile in spazi in maniera non abituale. “Propongo in maniera sempre diversa i miei lavori. Ho messo le tele sul soffitto, tipo fossero un tavolino. Questo permette di guardare quel quadro in maniera diversa. Consente il movimento della persona che deve alzare e abbassare il collo per poterla ammirare nella sua totalità”.

nicolò guarraci

Per quanto riguarda i prossimi progetti, “da poco ho conosciuto i Fratellini Margiotta, due artisti giovanissimi aquilani dell’età di 7 e 8 anni che fanno opere di arte (contemporanea) in giro per L’Aquila e il mio prossimo progetto consisterebbe nella realizzazione con loro di un murales perché io in fondo mi sento, come mentalità e per come disegno, un bambino intrappolato nel corpo di un adulto”.

nicolò guarraci
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