Cultura

L’Aquila, “La città dello spirito e il suo Tempio”: la pubblicazione di Mariagrazia Lopardi

L'Aquila tra spiritualità e rinascita. Presentata l'ultima pubblicazione della studiosa aquilana Mariagrazia Lopardi, "La città dello Spirito e il suo Tempio".

L’Aquila tra spiritualità e rinascita. Presentata l’ultima fatica della studiosa aquilana Mariagrazia Lopardi, “La città dello Spirito e il suo Tempio”.

Nel pomeriggio di giovedì, presso la sala ipogea del palazzo dell’Emiciclo, alla presenza dell’assessore Fabrizia Aquilio, è stata presentata l’ultima pubblicazione della studiosa aquilana Mariagrazia Lopardi, La città dello Spirito e il suo Tempio, la rinascita della fenice.

L’evento, parte del ventaglio di appuntamenti previsti in occasione della 726ma Perdonanza Celestiniana, ha visto alternarsi gli interventi della dottoressa Lopardi con letture di brani tratti dal libro eseguite dagli attori Tiziana Gioia ed Alessandro Coccoli.

la città dello spirito e il suo tempio mariagrazia lopardi

Nelle intenzioni della studiosa, che da molti anni passa al setaccio la storia aquilana cogliendo messaggi nascosti nelle pieghe dei secoli, il volume deve essere un aiuto per tutti coloro che intendono osservare le bellezze della città dell’Aquila con un occhio non convenzionale.

-Dottoressa Lopardi, da dove nasce il titolo del libro?

La spiritualità è strettamente connessa al nome dell’Aquila, lo si capisce già prendendo in esame il nome della città. Ogni parola ha un proprio numero corrispondente, in greco aquila si dice ETÓS, che corrisponde al numero 576, mentre la parola spirito si dice PNEUMA, che corrisponde anch’esso al numero 576. Ai più ciò può sembrare una mera coincidenza ma posso assicurarle che per chi studia da anni i segreti nascosti negli alfabeti alfanumerici non lo è affatto

-Qual è lo scopo di questa pubblicazione?

Dopo anni di ricerche e divulgazione mi sono accorta che sono in tanti a desiderare di poter vedere L’Aquila con i miei stessi occhi, ho quindi deciso di fornire loro questa possibilità tramite una guida che li conducesse attraverso i principali monumenti aquilani.

-Qualcosa mi dice che non si tratta di una guida come le altre.

Certo che no, sicuramente è a disposizione delle guide turistiche ma si rivolge ai visitatori che nutrono dentro di sé una particolare sensibilità. In questo libro ho lasciato che fossero i monumenti a raccontarsi in un’alternanza di prosa e versi, ma un racconto deve essere rivolto a coloro che sono in grado di comprenderlo altrimenti perde di significato.

-Quindi siamo davanti ad un testo che non si rivolge al turista comune ma ad un turista-iniziato

Esattamente, il volume conduce attraverso un percorso spirituale che si snoda per 7 punti fino ad arrivare all’ottavo, la basilica di Collemaggio. Dopo la trattazione sulla basilica celestiniana c’è poi un’appendice in cui sono illustrate altre problematiche connesse alla storia spirituale della città.

-Ne vuole svelare una?

Pensi alla figura di Maria Maddalena, che tanto divide gli studiosi, essa è legata alla città dell’Aquila. Una figura importante per la Storia aquilana, Carlo II d’Angiò, nutriva verso questa donna una forte devozione e sulla base di ciò propongo un’interpretazione diversa di quella che noi conosciamo come chiesa di S Domenico e che probabilmente nacque come chiesa di Maria Maddalena.

-Appare evidente come occorra avere un minimo di predisposizione spirituale per poter apprezzare questo testo.

Sicuramente è necessario possedere una base spirituale e culturale, del resto i miei studi consistono proprio in una sintesi di questi due aspetti della nostra storia. So bene quindi quanto sia necessario entrare in connessione con l’anima della città, quel GENIUS LOCI che si svela solo a pochi.

-Perché la fenice?

Dopo la pandemia sono tornata a far visita alla mia seconda casa, la Basilica di Collemaggio, e mentre tornavo a casa sono stata fermata da un amico che mi ha esortato a diffondere la conoscenza spirituale della nostra città definendola “una fenice che rinasce”. Quell’incontro non è stato casuale, mi ha stimolato a scrivere questo libro ed ho voluto onorarlo nel titolo dell’opera.