L'approfondimento

Vespa killer, vespa velutina o calabrone: ora si cerca il nido

Vespa killer, vespa velutina o calabrone, adesso si cerca il nido per un riconoscimento certo. Tante le opinioni discordanti raccolte sull'avvistamento della vespa nei pressi di Bazzano

Vespa killer, vespa velutina o calabrone, adesso si cerca il nido per un riconoscimento certo. Tante le opinioni discordanti raccolte sull’avvistamento della vespa nei pressi di Bazzano, giunte in redazione.

Il Capoluogo ha approfondito ulteriormente la segnalazione sull’effettiva classificazione dell’animale, sentendo il parere di altri entomologi ed esperti. La discriminante per una corretta distinzione dell’insetto, quantomeno alla vista, è rappresentata dalle caratteristiche zampette gialle proprie della Vespa velutina e non del calabrone.

Sottolinea il dirigente e dottore veterinario della Asl1, Massimo Ciuffetelli, alla nostra redazione, «esistono in natura delle ibridazioni che rendono necessari, per prassi, ulteriori accertamenti utili a stabilire una corretta identificazione degli insetti avvistati. Dalle foto dell’avvistamento di Bazzano, tuttavia, si può affermare che si tratta di un banalissimo calabrone».

Vespa velutina

Vespa velutina

 

Vespa crabro o calabrone

vespa killer

 

Si fa confusione tra i pericoli che minacciano l’apicoltura. Impropriamente, infatti, si parla di vespa killer facendo riferimento alla Vespa Velutina, essendo un killer delle api.

In realtà, la nuova minaccia denominata Vespa killer, pericolosa sia per l’uomo che per le api, è la Vespa mandarina, di cui non c’è traccia in Italia né in Europa. Come spiega un entomologo alla nostra redazione «si tratta del più grande imenottero al mondo, avvistato recentemente in America».

Ad essere arrivata in Italia è la Vespa Velutina, anch’essa spesso chiamata  ‘calabrone killer’. 

«La differenza principale tra il nostro calabrone e la Vespa velutina è che il nostro calabrone si nutre di insetti e non prevalentemente di api, la Vespa velutina, al contrario, si nutre prevalentemente d’api. Lo fa in questo modo: staziona davanti alla arnie e le cattura in volo. Così le api bottinatrici – cioè quelle che escono per raccogliere nettare e polline – smettono di uscire dalle arnie e di volare. In questo modo l’arnia collassa e viene definitivamente attaccata».

È la Vespa velutina il problema più grande per gli apicoltori italiani in questo momento. Un insetto arrivato da tempo in Italia.

«La Vespa velutina è più piccola per dimensioni della vespa crabro, il comune calabrone. La vespa è arrivata in Italia da molti anni, proveniente dalla Francia. È presente in Portogallo e in Spagna. In Italia è giunta, in primo luogo, in Liguria, poi in Piemonte. Inoltre ci sono state segnalazioni della presenza della Vespa velutina sia in Veneto che in Toscana».

Sul web si trovano molte foto di vespe velutina, «Spesso sono gli stessi apicoltori a confondere le diverse vespe. Ecco perché può essere utile cercare foto sul web della vera Vespa velutina e confrontarle con le immagini delle vespe avvistate. Cercando di identificare correttamente la specie senza allarmarsi. Per non sbagliare si può effettuare una ricerca ufficiale qui, la rete italiana di ricerca che aggiorna puntualmente l’osservatorio sulla Vespa velutina».

«Non è impossibile, ovviamente, che la Vespa velutina arrivi in Abruzzo. Ciò che appare quantomeno strano è che dalla Liguria – dove ci sono popolazioni ormai accertate – o dalla Toscana – dove ci sono stati alcuni degli ultimi avvistamenti – la Vespa velutina sia giunta già in Abruzzo, senza segnalazioni da altre regioni più a nord della nostra».

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