Ecco Amatrice, quattro mesi dopo

22 dicembre 2016 | 10:48
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Ecco Amatrice, quattro mesi dopo

di Fulgenzio Ciccozzi

In attesa che si realizzi il quarto lotto della superstrada (S.S. 260 Picente), è necessario ancora percorrere lunghi tratti accidentati per arrivare ad Amatrice.

Curve, boschi, monti, cataste di legno, capre, mucche e cavalli al pascolo danno vita alla composita scenografia che accompagna la strada che dall’alta valle dell’Aterno si spinge verso i monti Sibillini. Poco dopo aver attraversato il confine tra l’Abruzzo e il Lazio, i mezzi militari, parcheggiati in uno spiazzo, sono una chiara indicazione della vicinanza della cittadina che solo quattro mesi fa aveva fatto piangere l‘Italia e commuovere il mondo.

Ecco finalmente Amatrice, o ciò che ne resta: un cumulo di macerie imprigionate tra i monti. Amatrice, dicembre 2016Amatrice, dicembre 2016Amatrice, dicembre 2016

Non è rimasto in piedi nulla, o quasi. L’ingresso del Centro storico è presidiato dall’esercito che per ovvi motivi ne impedisce l’accesso. Un viavai di vigili, di forze dell’ordine e di persone appartenenti alla protezione civile circola tra le vie e i viottoli che lambiscono i container e i tendoni. Strutture provvisorie sorte come funghi. Installazioni mobili che hanno preso il posto della cittadina adagiata su una delle tante conche appenniniche, al cospetto delle cime innevate di Pizzo Svevo, Lepri e Monte Gorzano. In uno di questi capanni si notano persone che si accalcano in un punto ben preciso. Non è difficile intuire che si tratta del centro operativo comunale di Amatrice. Amatrice, dicembre 2016Amatrice, dicembre 2016

In alcuni cartelli del plesso municipale è riportata la scritta: “Non si ricevono ditte”. Mentre, all’ingresso della sede provvisoria del Sindaco (“sfrattato a tempo”, come riportato nella targa) è poggiato in bella vista il presepe dell’artista aquilano Lucio Capri e donato dal Gruppo Aquilano di Azione Civica Jemo ‘Nnanzi. Jemo Nnanzi dona un presepe ad AmatriceJemo Nnanzi dona un presepe ad Amatrice

In fondo all’incrocio, l’atmosfera natalizia assume le sembianze di una ragazza che indossa gli abiti di Babbo Natale, ed è seduta accanto al bar Rinascimento: un piccolo locale divenuto punto di ritrovo delle forze operative venute in soccorso della comunità. Poco distante, c’è il centro di comunità Sant’Agostino allestito dalla Caritas. Un alberello decorato si trova un po’ discostato da questo luogo di preghiera e indica che anche qui il Natale è ormai alle porte. Tutto intorno, una sottile e fastidiosa coltre di fango copre le strade e imbratta i mezzi che come schegge impazzite sembrano vagare e non trovare posa. Amatrice, dicembre 2016Amatrice, dicembre 2016

E proprio tra il fango e con le condizioni atmosferiche avverse che le sicure movenze delle maestranze e il sordo calpestio dei loro scarponi producono il proficuo lavoro che darà una casa alle famiglie del luogo. Sono gli artigiani edili e i tecnici di cantiere impegnati alla realizzazione dei moduli abitativi provvisori: uno allestito a confine con San Cipriano, non molto distante dal camposanto, e un altro, ubicato a qualche centinaio di metri dal plesso sportivo (anch’esso inagibile), in cui si vedono prendere forma le prime giallognole costruzioni. Sono poco più di un migliaio i senza tetto.

Le tende sono state tolte e, nonostante il freddo, una parte degli abitanti preferisce alloggiare nelle roulotte, gli unici ricoveri di fortuna in cui si sentono ancora al sicuro. In tarda mattinata, si lascia la città con l’amaro in bocca e con la consapevolezza che la strada da percorrere sarà lunga e accidentata. Ma, i numerosi tricolori, posti lungo il tragitto che porta al capoluogo abruzzese, sono il simbolo di un Italia che c’è e non dimentica. Amatrice, dicembre 2016Amatrice, dicembre 2016

Mercoledì 21 dicembre, nel freddo aquilano di una giornata asciugata dal sole, allo stadio Gran Sasso d’Italia- Italo Acconcia della città abruzzese, con la partecipazione del sindaco Massimo Cialente e alla presenza di un nutrito gruppo di spettatori, si è giocata la partita del cuore per Amatrice. Il primo cittadino della cittadina laziale, Sergio Pirozzi, era assente per impegni legati alla soluzione di problemi legati alla sua comunità. Il manto verde del campo di Acquasanta ha visto contrapporsi la squadra degli attori a quella delle forze di polizia. Amatrice, dicembre 2016cialente partita del cuore amatrice l'aqula

Dunque, anche L’Aquila c’è; non dimentica e lotta insieme a loro.