San Gregorio, la battaglia sulle case si fa politica

Sette anni e mezzo – se non di più, visto che anche prima del terremoto la situazione non era ottimale – in edifici al limite dell’agibilità: un’ordinanza da parte di Cialente che arriva esattamente dieci giorni fa, che fissa lo sgombero in 20 giorni. E una diffida, inaspettata, da parte di 20 famiglie su 61 che dicono: restiamo qui.
Il quadro della situazione delle case popolari di San Gregorio è alquanto liquido, tanto più dopo l’ordinanza del sindaco Cialente che pareva risolvere una situazione annosa.
E’ lo stesso sindaco Cialente che si dice sorpreso e ‘senza parole’ da questa diffida che però secondo il primo cittadino, non è guidata dalle singole famiglie, bensì da un “noto esponente di uno dei tre tronconi del movimento dei 5 stelle dell’Aquila, noto soprattutto per la mancanza di rispetto che lo ha sempre contraddistinto per il lavoro dei tecnici suoi colleghi”: il riferimento, chiaro, è all’architetto aquilano Antonio Perrotti, che ha da sempre seguito la vicenda della ricostruzione delle case popolari di San Gregorio, partecipando attivamente anche a presìdi davanti ad Istituzioni.
Una polemica dunque che sembrerebbe spostarsi sul piano politico, con l’interessamento del Movimento Cinque Stelle. A quanto si apprende, questa mattina una delegazione di famiglie di San Gregorio, unitamente all’architetto Perrotti, saranno proprio dal sindaco Cialente, per discutere del futuro di quelle abitazioni.
Ci va giù pesante il sindaco, su Facebook, nei confronti delle famiglie che hanno presentato la diffida: “Sono gli stessi che non pagano da 8 anni i fitti, perché lamentano che le case non sono sufficientemente curate. Gli diciamo di uscire per curarle… e non vogliono. La verità è che fa comodo avere case gratis. Sono 8 anni che non pagano (alcuni ci devono oltre 3600 euro), e già non pagavano prima del sisma (altre migliaia di euro di morosità).
Mi conoscete. Io credo che una collettività possa vivere solo se vive in una democrazia. Ma sapete anche che io mi sono sempre battuto perchè la democrazia si sostanzia nel rispetto delle regole.
Andremo, come sempre, sino in fondo in scienza e coscienza.
In questa città non ci sono figli e figliastri.
Chi decide di restare, nelle case classificate A, inizi a ripagare. Io sotto Corte dei Conti, per loro, non ci torno.”