L’Aquila, città dei tunnel intelligenti ma senza abitanti

L’annuncio di Carlo Benedetti sullo stop al cantiere dei sottoservizi dell’asse centrale della città sta facendo molto discutere.
Tante le segnalazioni dei lettori in redazione. C’è chi è pro e chi contro.
Il Presidente del Consiglio Comunale è stato chiaro: “Dopo l’avvio del primo lotto, è stata smembrata via Sallustio e, dopo un anno, siamo ancora lì o poco oltre, malgrado l’impegno del presidente della società Gran Sasso Acqua. Nella primavera del 2017 dobbiamo riconsegnare i lavori dell’asse centrale, non inaugurare un nuovo cantiere.”
PIAZZA DUOMO– A riguardo IlCapoluogo.it ha sentito il parere di Natalia Nurzia che con la sua attività il centro storico lo vive ogni giorno. “Bisogna procedere e fare tutto subito. Inutile rimandare. I lavori dei sottoservizi in Piazza Duomo sarebbero dovuti arrivare due anni fa. Adesso si parla della prossima estate. Ma non è ancora sicuro. Le cose vanno programmate. Tra poco partiranno i cantieri degli edifici in Piazza, sarebbe logico che si lavori contemporaneamente anche ai sottoservizi”.
CORSO VITTORIO EMANUELE– Sul corso basso la storica Gioielleria Armenia ha terminato i lavori del suo locale. Ma la titolare ha deciso di attendere il cantiere dei sottoservizi prima dell’apertura definitiva per non trovarsi costretta a chiudere nuovamente. Lo stesso accade per la ristrutturata Galleria Irti. Il cantiere chiuso lo scorso novembre ha riconsegnato alla città un palazzo che si appresta a ospitare diversi esercizi commerciali nel piano terra, come la pizzeria Gran Sasso, e uffici ai piani superiori. Ma bisogna attendere le utenze. A settembre è stato fatto il sopralluogo per concordare gli interventi di posa in opera delle utenze, che nel centro storico sono resi ancora più complessi dal coordinamento dei lavori dei diversi cantieri. Il vicolo laterale alla Galleria, Via Celestino V, ad esempio consentirebbe l’allaccio diretto delle utenze alla Galleria ed invece è reso inagibile dalla presenza di una grande gru a servizio del palazzo a fianco, così le società di servizi dovranno utilizzare altre vie d’accesso alla Galleria Irti per fornire in tempi brevi luce, gas ed acqua.
VIA XX SETTEMBRE – Un altro esempio di disagio c’è su Via XX Settembre: alcuni palazzi sono stati ricostruiti e le famiglie tornate da poco a casa devono fare i conti con un senso unico sulla strada, imposto proprio dal cantiere dei sottoservizi che è più che mai “ingombrante”.
QUESTIONE AFFITTI – Ci sono anche problemi con gli affitti in centro. “Non si riesce ad affittare i locali nei palazzi ristrutturati perché si pensa alla ‘strada rotta’ dei sottoservizi”.
Un’altra lettrice commenta: Sabina: “C’è da dire che non è giusto che non solo ai cittadini viene impedito di rientrare nelle abitazioni rimesse a nuovo ma, oltre al danno, anche la beffa di pagare le tasse (Imu e Tasi) su abitazioni tornate agibili ma che di fatto non sono abitabili per causa indipendente dalla volontà dei proprietari”.
E poi chi è a favore: “Presidente Benedetti lei ha perfettamente ragione,non se ne può più. Ribadisco sempre anche nel post precedente che si fanno prima le fogne e poi le case,a L’Aquila funziona diversamente. Per avere i servizi si impiegano anni. Il mio appartamento in in via Arco Dei Veneziani e’ ultimato ma non posso rientrare: sono mesi che mi batto per fare sturare una fogna. E’ al corrente sia l’amministrazione Comunale che la GranSasso Acqua ma nessuno si degna di intervenire per ovviare a questo problema.”
Una presa di posizione molto dura quella del Presidente Benedetti che risponde anche ai disagi, più volte sottolineati dai cittadini sui palazzi ricostruiti in centro storico. Palazzi che restano vuoti e inabitabili per via delle mancate utenze.
“I sottoservizi si rifaranno quando sarà possibile, ora abbiamo altre priorità, almeno sull’asse centrale. I commercianti devono poter riaprire serenamente le loro attività e i cittadini devono poter tornare nelle loro case. Non abbiamo un’altra vita a disposizione per rivedere la città ricostruita e popolata e non possiamo aspettare, perché ciò avvenga, un’opera pubblica partita con sei anni di ritardo e che, in un anno, è progredita ben poco. “ – ha aggiunto Benedetti.
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