Un faggio “speciale” del Parco Nazionale d’Abruzzo monitorato per un anno intero da un occhio nascosto, che non si chiude mai.
Quattro stagioni che scorrono attorno a un importante crocevia di odori, segnali e messaggi lasciati quotidianamente dalla straordinaria fauna dell’Appennino.
Quello che si vede sulla pagina facebook del Parco è solo una sintesi di questa esperienza incredibile. In questi due anni di lavoro di campo, si è compreso che nella vastità della foresta gli alberi non sono affatto tutti uguali. Ci sono alberi dove deporre le proprie uova o trovare un rifugio sicuro; alberi su cui cercare il cibo o, più semplicemente, grattarsi e lasciare così una traccia del proprio passaggio.
Chissà quanti sono questi alberi…
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