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Giunta regionale formato XL, i nuovi assessori saranno un uomo e una donna

8 settembre 2025 | 08:24
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Giunta regionale formato XL, i nuovi assessori saranno un uomo e una donna

La maggioranza di centrodestra in Regione Abruzzo si confronta sui nomi dei due nuovi assessori da piazzare in Giunta regionale, si accendono gli appetiti.

Lavori in corso per la nuova giunta regionale in Abruzzo.

Un accordo di Marco Marsilio con il presidente del consiglio regionale Lorenzo Sospiri spianerebbe la strada alla riforma, che passa per la revisione dello Statuto. Intanto servono i soldi per gli stipendi dei due assessori in più, consiglieri preoccupati per eventuali “tagli”.

È già scattata la “caccia” ai nomi dei due nuovi assessori regionali che andranno a rafforzare la compagine di governo, a seguito dell’approvazione della legge che consente alle piccole e medie regione di aumentare di due unità le “poltrone” in Giunta. In realtà le variabili in gioco sono tante e non è detto che la quadra si trovi in tempi stretti, anche perché il tutto deve necessariamente passare per una modifica dello Statuto. Intanto c’è da considerare che il presidente della Regione, Marco Marsilio, intende contestualmente portare a casa la battaglia sul collegio unico, ma non è questo l’unico nodo da superare, a parte – naturalmente – quello per niente banale dell’accordo sui nomi.

Per passare da 6 a 8 assessori, infatti, serve una modifica dello Statuto e – cosa non da poco – i fondi per pagare i trattamenti economici dei due assessori in più. Per quest’ultimo aspetto, gli assessori regionali rinuncerebbero a qualche centinaia di euro al mese ciascuno e al budget delle spese.

Marsilio sospiri

Le modifiche allo Statuto si possono fare in poche settimane o in anni. Dipende, soprattutto dall’attività di commissioni e Consiglio regionale.  E qui si innesca anche il ragionamento sui “nomi” dei nuovi due assessori. Va da sé che un accordo Marsilio/Sospiri spianerebbe la strada a una modifica piuttosto “veloce”, visto che il presidente del Consiglio regionale può “schiacciare i bottoni” giusti per un rapidissimo percorso. Quindi uno dei nomi sulla rampa di lancio potrebbe essere proprio quello di Sospiri che, nel post riforma, diventerebbe quindi assessore. Sia chiaro, non è questione di appetiti personali, ma di logiche politiche che vedono Forza Italia impegnata anche a garantire la possibilità di surroga per il sottosegretario, così da rimettere in pista Paolo Cilli, fedelissimo dello stesso Sospiri, senza sacrificare D’Amario. La contropartita sarebbe di quelle pesanti: FI cederebbe a FdI il ruolo chiave della Presidenza del Consiglio regionale, che però di prassi viene assegnata a un partito diverso da quello del Presidente della Giunta regionale. Insomma, gli equilibri sono delicati e forse ci vorrà qualche spallata per riassestarli in modo da non lasciare troppi scontenti sul campo.

Ammesso e non concesso che quindi sia quello di Sospiri il primo nome sulla rampa di lancio per una delle due poltrone nuove di zecca, il nome del secondo assessore in qualche modo diventa obbligato. Servirà infatti una donna, per tenere in equilibrio le famigerate quota rosa. A questo punto in pole position si piazza Marianna Scoccia, una nomina che consentirebbe a Marsilio di mettere un punto sulla questione rappresentatività, dando un assessorato anche a Noi Moderati. D’altra parte su questo fronte Maurizio Lupi non ha nascosto i desiderata del partito e l’accoppiata Sospiri/Scoccia (unica rappresentante del partito) potrebbe risolvere parecchi dei problemi sul tavolo: velocità di modifica dello statuto, rappresentatività di tutte le formazioni politiche e quote rosa.

E gli altri? C’è Paolo Gatti, mister 11mila preferenze, che però ha scelto la rappresentanza politica, invece dell’amministrazione diretta; c’è Nicola Campitelli, che s’è visto soffiare quello che pensava fosse un posto in giunta sicuro, da Tiziana Magnacca, che lo ha superato in preferenze in provincia di Chieti; c’è Luca De Renzis, con una rappresentanza territoriale forte, nel pescarese, che attende ancora il giusto riconoscimento; c’è D’Amario, che diventando assessore potrebbe liberare il posto per Mauro Febbo con la surroga. Insomma, la partita non è semplicissima, anche considerato che se teniamo per buono lo schema Sospiri/Scoccia, la rappresentanza della provincia dell’Aquila salirebbe da tre (Santangelo, Imprudente, Quaglieri) a quattro assessori. Troppi per una sola provincia? No, se si considera che a tutto questo è legata anche la riforma della legge elettorale del collegio unico, a seguito della quale chiaramente le grandi aree metropolitane la faranno da padrone nei successivi appuntamenti elettorali. Insomma, quattro assessori su otto in provincia dell’Aquila rappresenterebbero una sorta di “canto del cigno” per gran parte delle aree interne che nel prossimo futuro faticheranno a “pesare” allo stesso modo in termini di rappresentanza politica in un sistema elettorale con collegio unico, senza più seggi suddivisi per province. In questa prospettiva, quattro assessori della provincia dell’Aquila non appaiono più un eccesso, anzi, una sorta di “risarcimento preventivo” per quello che accadrà in futuro.