Carlo D’Attanasio, il velista pescarese è tornato a casa
Dopo cinque anni di carcere in Papua Nuova Guinea, Carlo D’Attanasio è rientrato in Italia. Il velista pescarese è stato assolto in appello dall’accusa di traffico internazionale di stupefacenti.
Carlo D’Attanasio è tornato in Italia dopo cinque anni di detenzione in Papua Nuova Guinea. Assolto in appello, il velista pescarese è ora in cura a Roma.
Prima le lacrime di commozione e la fatica di riuscire a parlare, poi il sorriso e la gioia di avere di nuovo “baciato la terra italiana“. E’ lo stato d’animo di Carlo D’Attanasio, il velista pescarese che, accusato di traffico internazionale di stupefacenti, a fine luglio è stato assolto dalla Corte d’Appello della Papua Nuova Guinea ed è stato liberato dopo cinque anni di detenzione, rientrato a Roma. Assistito da medici che lo hanno accompagnato durante il viaggio, lo skipper è arrivato all’aeroporto di Fiumicino poco dopo le otto con un volo di linea da Singapore.
Ad accoglierlo, il suo legale, l’avvocato Mario Antinucci. D’Attanasio sarà ora ricoverato nel reparto oncologico del Policlinico Umberto I. Il velista è infatti affetto da una patologia oncologica al quarto stadio. “Ce l’ho fatta. Alla fine ho ottenuto quello per cui abbiamo lottato e sono stato assolto con la formula piena.
Arrivare a questo è stata però davvero dura. Ho rischiato di morire tante volte. All’inizio sono stato completamente abbandonato a me stesso; ho tentato il suicidio ma oggi sono qui a raccontare questa lunga vicissitudine. Adesso sono felicissimo“.
D’Attanasio ha quindi riferito di essersi curato da solo e di aver utilizzato diversi trattamenti sperimentali altrimenti sarebbe morto. “Lì non ho ricevuto alcun tipo di trattamento. Il problema fisico è quello che mi ha distrutto di più perché mentalmente sono forte“.
Dal legale è arrivata poi una sottolineatura: “Carlo D’Attanasio è tornato in Italia perché è stato assolto con formula piena e immediatamente rimesso in libertà perché il fatto non sussiste. Carlo D’Attanasio ha speso 5 anni di vita in quell’inferno per non aver commesso nulla. E’ una persona innocente, è una persona onesta, perbene e lo ha dimostrato con le prime dichiarazioni: non ha infatti alcuna acrimonia nei confronti di chi lo ha ‘cannibalizzato‘”.
IL FATTO
Il 56enne Carlo D’Attanasio, velista esperto di Pescara, era salpato nel 2019 a bordo della sua barca a vela con un sogno: compiere il giro del mondo in solitaria. Ma nel marzo 2020, giunto su un’isola, la sua avventura prese una piega inaspettata. Un piccolo aereo si schiantò al suolo e all’interno venne scoperto un carico di cocaina. L’uomo, insieme a tre abitanti del posto, fu accusato di essere coinvolto nel traffico della droga.
Il 3 agosto scattarono le manette. L’accusa iniziale di traffico internazionale di stupefacenti si trasformò ben presto in riciclaggio internazionale con la condanna in primo grado di 19 anni di detenzione. Tesi sempre respinte con forza dalla sua difesa, che ha denunciato un procedimento costruito su indizi e viziato da gravi irregolarità, presentando più volte ricorso. Poi l’assoluzione in Corte d’Appello dopo 5 anni di detenzione in Papua Nuova Guinea. Da lì, la scarcerazione e poi, nelle scorse ore, il ritorno in Italia.
Nel 2022, mentre era detenuto nel carcere di Papua Nuova Guinea, il velista ha scoperto di essere affetto da una patologia oncologica, oggi al quarto stadio. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, D’Attanasio riferisce di aver fatto ricorso alle cure in modo autonomo, utilizzando anche esperimenti sperimentali. Ora, in Italia è affidato alle cure del reparto oncologico del Policlinico Umberto I di Roma.
(Foto Ansa)





