Sanità Abruzzo, servono altri 30 milioni

Sanità Abruzzo: in arrivo oggi 30 aprile una delibera della Giunta regionale per reperire 30 milioni dopo le osservazioni del tavolo di monitoraggio ministeriale
Sanità Abruzzo, attesa nella giornata di oggi 30 aprile una delibera di Giunta regionale attraverso cui dovranno essere reperiti ulteriori trenta milioni per ripianare il disavanzo. Si tratterà con tutta probabilità di una copertura in qualche modo “temporanea”, in attesa del conto finale che sarà noto soltanto a luglio, quando sarà disponibile il bilancio di esercizio consolidato alla luce dei bilanci consuntivi delle Asl.
La necessità di reperire altri trenta milioni nasce dal fatto, come ha spiegato l’assessora alla Sanità Nicoletta Verì, che il tavolo di monitoraggio ministeriale ha chiesto chiarimenti su alcune delle poste messe sul piatto nel piano di rientro presentato dalla Regione nei giorni scorsi. Una parte della manovra, è il senso, non convince appieno, almeno non ancora, e perciò c’è la necessità di porre rimedio nel caso si concretizzi la non ammissibilità di alcune coperture. Il disavanzo era stato quantificato in 81 milioni, per circa la metà reperiti attraverso una rimodulazione delle aliquote fiscali approvata dal Consiglio Regionale a inizio aprile.
La polemica è partita da una riunione della Commissione Vigilanza, dove è emersa la fragilità di alcune coperture. Successivamente sono arrivati i chiarimenti di Verì: “Ad oggi il disavanzo che risulta nel sistema Nsis (la piattaforma del Ministero della Salute su cui vengono inseriti tutti i dati dei diversi sistemi sanitari regionali) è pari a 81 milioni di euro, così come avevamo già comunicato alla vigilia della riunione del tavolo. Cosa è successo allora? Nel corso dell’incontro, i tecnici ministeriali hanno chiesto chiarimenti su alcune poste, pari a circa 30 milioni di euro: 10 milioni per contenziosi pendenti, 9 milioni per partite contabili non allineate (non ritenute conformi agli schemi di bilancio e dunque da riordinare) e il resto relativi a finanziamenti del fondo di coesione assegnati, ma non ancora impegnati dalle Asl”.
Nella sede della verifica finale di luglio, ha detto l’assessora, “verrà certificato l’effettivo ammontare del disavanzo della sanità regionale. Oggi stiamo lavorando prudenzialmente su quelle che sono le cifre indicate dai ministeri affiancanti, sulla base delle quali stiamo chiudendo anche la proposta di legge che andrà all’esame del Consiglio regionale”.
Dall’opposizione il Partito Democratico lancia l’allarme sulla sanità dell’Abruzzo. “Dopo aver raccontato agli abruzzesi che l’aumento dell’addizionale IRPEF sarebbe servito a coprire un deficit da 81 milioni, oggi scopriamo non solo che quel numero era falso: il disavanzo reale sfiora già i 110 milioni di euro, come abbiamo temuto e denunciato più volte e non è escluso che cresca ancora. Questa è la seconda bugia della destra al governo: la prima è stata il silenzio, la seconda la presa in giro – così i consiglieri regionali – . Non solo. A meno di 24 ore dalla scadenza del termine per trasmettere il piano di rientro ai Ministeri affiancanti, la Regione non è nemmeno riuscita ad approvare una legge di copertura, ma si limiterà ad una delibera di Giunta fuori tempo massimo. L’ennesima prova dell’improvvisazione e dell’incapacità della giunta Marsilio di gestire la sanità pubblica”, dichiarano il segretario regionale PD Daniele Marinelli e il gruppo regionale PD con il capogruppo Silvio Paolucci e i consiglieri Dino Pepe, Antonio Di Marco, Sandro Mariani, Antonio Blasioli e Pierpaolo Pietrucci.
A causa della situazione della sanità dell’Abruzzo il PD teme nel futuro prossimo “un’escalation fiscale automatica prevista per legge: super aliquota IRPEF +0,3% per tutti i cittadini, +0,15% sull’IRAP per le imprese rispetto ai massimi di legge. Un vero tsunami finanziario che rischia di colpire di nuovo famiglie, lavoratori e imprenditori. Tutto questo mentre la sanità abruzzese continua a tagliare servizi, bloccare assunzioni e peggiorare nei LEA, precipitando nella classifica nazionale e il rischio è che Marsilio ci trascini verso il blocco del turn over degli operatori sanitari”.
