Sisma L’Aquila, Bertolaso: Non avrei dovuto mandare la Commissione prima del terremoto

“L’unico rimprovero è che non avrei dovuto mandare la commissione nazionale grandi rischi prima del terremoto”, Guido Bertolaso parla agli Stati generali della Protezione Civile.
Guido Bertolaso agli Stati generali della Protezione Civili “Non dovevo mandare Commissione prima del terremoto dell’Aquila, unico rimprovero. Nessuno si deve rammaricare per lavoro fatto”.
“L’unico rimprovero è che non avrei dovuto mandare la commissione nazionale grandi rischi prima del terremoto. Perché non me lo chiedeva nessuno, non lo prevede la legge, sono stato io da scemo per cercare di tranquillizzare e per spiegare agli aquilani la situazione, che il terremoto non si poteva prevedere, e che quindi l’unica cosa che potevamo fare era quella di mettere in stato d’allerta tutte le strutture. Poi purtroppo non c’erano dei segnali determinanti, decisivi, che potevano far temere una scossa di terremoto di quel livello”. Così Guido Bertolaso, capo del dipartimento della protezione civile nel 2009, al momento del terremoto dell’Aquila, agli stati generali della Protezione civile a Roma.
“Credo che nessuno di noi si debba rammaricare per il lavoro che è stato fatto perché è stato sicuramente un lavoro, si può sempre fare meglio, però meglio di come è stato fatto all’Aquila ancora me lo devono far vedere da qualche parte del mondo”, ha aggiunto.
Bertolaso, ha poi parlato della “lezione lasciata dall’Aquila“: “se ci metti la faccia ti fai male. Ma non bisogna fare un passo indietro, bisogna essere consapevoli che se si fanno le cose bene, senza guarda in faccia nessuno, con impegno, ci sarà sempre qualcuno che troverà il modo per farti del male. Ma l’importante è che sia un atteggiamento che possa colpire un individuo ma non il sistema nel suo complesso, che dopo L’Aquila è uscito alla grande”. “Dopo 10 anni – ha concluso – per la prima volta nella storia della Repubblica italiana questo Dipartimento è stato insignito per tre volte della medaglia d’oro al merito civile. Cosa mai successa per una struttura che non fa parte delle forze armate”.
Rispondendo a una domanda sul progetto Case ha aggiunto: “Io diedi incarico a una mia stretta collaboratrice di scrivere tutto quello che stavamo facendo a L’Aquila in modo da registrare e fare una sorta di check list per cui nel terremoto successivo fosse già tutto stato preparato, pronto, e bastava semplicemente seguire quello che noi avevamo fatto come esperienza all’Aquila. Mi risulta che questo documento sia stato buttato nel cestino. Questo è un grosso errore perché il problema di questo paese è che ogni volta si ricomincia da capo”.
“Se non sbaglio ad Amatrice hanno cambiato anche gli acronimi delle case di legno, delle scuole, di qualsiasi realtà, come se a L’Aquila noi avessimo fatto qualche cosa di vergognoso, qualcosa di sbagliato”, ha aggiunto. Bertolaso ha poi raccontato che ad Amatrice “arrivò il primo ministro che era Matteo Renzi e la prima battuta che fece fu ‘non faremo come all’Aquila’. Tant’è vero che io lo chiamai e dissi ‘stai tranquillo, non sei capace di fare come abbiamo fatto a L’Aquila’”. “E’ triste doverlo dire, ma se oggi sono qui a parlare con voi è perché la gente ha fatto il paragone fra il terremoto di Amatrice e il terremoto dell’Aquila e ha capito la grande differenza che c’è stata fra il terremoto dell’Aquila e il terremoto di Amatrice, dove la gente sta ancora in dei container e Amatrice è ancora solamente un mucchio di macerie”, ha concluso.