La forza dello sport - il ricordo

Atalanta, quando la Curva della Dea aiutò L’Aquila ferita

Atalanta - L'Aquila Rugby 1936, un'amicizia nata nel 2009, quando gli ultras aiutarono la città nell'immediato post sisma. Il racconto di chi c'era.

Atalanta – L’Aquila Rugby non è una partita, se non quella del cuore. Ad esultare per la storica vittoria dell’Europa League c’erano anche moltissimi aquilani: un popolo che, all’indomani del terremoto del 6 aprile 2009, aveva conosciuto sulla sua pelle la generosità della tifoseria nerazzurra. Perché furono gli ultras bergamaschi ad aiutare gli aquilani, che avevano perso tutto, a ritrovarsi intorno alle loro passioni.

2009 – Gli aquilani erano fuori città. Le loro case non c’erano più, erano state spazzate via insieme ai loro oggetti più cari, alle loro certezze, alle strade che li avevano visti crescere. L’Aquila che si era persa incontrò, quindici anni fa, l’abbraccio di un popolo, quello dei tifosi dell’Atalanta. Anche per questo mercoledì, davanti la tv, gli aquilani hanno esultato emozionati mentre i tifosi neroazzurri alzavano orgogliosi le sciarpette al cielo. Quelle stesse sciarpette e quelle grandi bandiere che avevano sventolato fieri anche arrivando a L’Aquila, nell’immediato post sisma.

Tutto cominciò quindici anni fa. Un legame speciale che, ancora oggi, lega la Curva nord dell’Atalanta e L’Aquila Rugby.
Un rapporto che si tradusse, concretamente, nell’acquisto da parte degli Ultras bergamaschi di quote societarie del club rugbystico aquilan0, sposando l’appello dell’allora sindaco Massimo Cialente. Fu l’inizio di un abbraccio che ha avuto un inizio, ma non una fine. Come ricorda Marco Molina, presidente del Comitato regionale FIR Abruzzo: “Iniziò tutto l’estate immediatamente successiva al terremoto. Poiché la Curva Nord dell’Atalanta aveva scelto di aiutarci – fornendoci un sostegno che, in quel momento, aveva un grande valore sociale, oltre che economico – salimmo a Bergamo per partecipare all’evento che chiudeva la loro stagione”. Oltre a Marco Molina, si recarono a Bergamo anche Daniele Giampietri, Stefano Varrella e il consigliere Antonio Cialente, invitati in rappresentanza de L’Aquila Rugby 1936. Prima di salire sul palco allestito dalla società nerazzurra, i rappresentanti de L’Aquila Rugby decisero, insieme all’allora presidente Giacomo Pasqua, di far cucire sulla maglia dell’Aquila il logo della Curva Nord dell’Atalanta, in segno di ringraziamento per quanto fatto nei nostri confronti”, continua Molina.

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“Ho ancora la pelle d’oca mentre ricordo questi momenti. In particolare quando a Bergamo abbiamo annunciato che avremmo aggiunto il logo della Curva sulle nostre maglie. Scese un silenzio improvviso ed irreale, l’emozione fu fortissima e partì un applauso scrosciante. In quel momento nacque un’unione profonda che non si è mai interrotta negli anni, nonostante strade e impegni diversi. Ci stringe un’amicizia vera. Credo che siano grandi persone e la riconoscenza non può che essere tanta, anche quindici anni dopo, per tutto ciò che furono in grado di fare“. 

Se Marco Molina racconta il viaggio aquilano a Bergamo, Roberta Galeotti, allora editrice del Capoluogo.it, ricorda invece la prima volta in cui gli ultras bergamaschi raggiunsero L’Aquila, destinazione Stadio Fattori, tempio del rugby aquilano, per assistere alla sfida tra L’Aquila Rugby e il Viadana: una società neopromossa contro una formazione scudettata. “Era la prima volta che vedevo degli ultras allo stadio e non li dimenticherò mai. Noi aquilani eravamo frastornati e ancora sparsi in situazioni di precarietà. Cercavamo di ritrovare una normalità e le nostre squadre, del calcio e del rugby, hanno rappresentato un collante molto forte. Il tifo dei bergamaschi per incitare i fratelli aquilani è stato un abbraccio straordinario per gli aquilani, chea dispetto dei pronostici – conquistarono la vittoria”. L’apoteosi sportiva per una città che, solo qualche mese prima, aveva vissuto il dramma del terremoto.

“Il Capoluogo, che a quei tempi era sistemato in un container all’esterno del Centro Commerciale L’Aquilone, era un punto di riferimento importante per gli aquilani. Organizzammo la presentazione della squadra dell’Aquila Rugby nello spazio antistante l’area food del Centro Commerciale l’Aquilone, cercando di ritrovare uno spazio che assomigliasse ad una piazza. Poi con due hostess regalammo dei lacci neroverdi all’ingresso dello stadio”. Momenti che sono stati immortalati da qualche scatto in cui ritroviamo anche alcune delle tante persone che hanno mosso i loro passi nella grande realtà del Capoluogo. “Come la giornalista Maria Chiara Zilli o le hostess Donatella Ceccarelli e Federica Piccinini. Tutte loro contribuirono all’organizzazione di un grande evento di sport e vicinanza”, sottolinea Roberta Galeotti.

ultras atalanta l'aquila rugby 1936
l'aquila rugby 1936
ultras atalanta l'aquila rugby 1936
Maria Chiara zilli federica piccinini

La forza dello sport, appunto, della condivisione, dell’unione, della passione che unisce e che continuerà ad unire i cuori. Sentimenti che hanno accompagnato il viaggio bergamasco all’Aquila. “Questi eventi, all’indomani del sisma, ci aiutarono a tornare a respirare, tra le carezze e il calore di una tifoseria unita e spinta da un grande senso di responsabilità. Fu una bella pagina di sport nell’emergenza. Un incontro inaspettato e travolgente: perché la carica degli oltre 100 ultras che arrivarono da Bergamo ci conquistò, al grido di ‘Fratelli aquilani’.
Forse era scritto nel destino che una Dea arrivasse a risollevare le ali ferite dell’Aquila
.

Per tutto questo, forza Atalanta!

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