Abruzzesi nel mondo

Abruzzesi nel mondo, i cento anni di Henry Mancini

Gli abruzzesi nel mondo con la musica nel cuore, i cento anni di Henry Mancini.

Gli abruzzesi nel mondo con la musica nel cuore, i cento anni di Henry Mancini.

Il 16 aprile 1924 nasceva, negli Usa, a “Little Italy” in Ohio, un mito della musica internazionale, come Henry Mancini, la cui famiglia era arrivata lì, nel grande esodo migratorio dei primi anni del ‘900, dallo splendido borgo di Scanno, in provincia dell’Aquila. Un anniversario importante, che inizia ad essere celebrato anche nella terra dei suoi avi, in ultimo con i concerti in suo onore in programma da parte della grande orchestra del Conservatorio “Alfredo Casella” dell’Aquila. Un riconoscimento importante dell’istituzione musicale del Capoluogo, che avrà l’onore di avere ospiti anche i tre figli del genio musicale “patrimonio dell’umanità“, figlio di una terra abruzzese, che ha generato tanti talenti in composizione, nel canto e nello spettacolo, specie in America. Ecco perché in occasione di una ricorrenza unica lunga un secolo, vanno ricordati anche tutti loro, come si è comunque fatto su queste pagine. Questo a partire dai contemporanei di Henry Mancini, che aveva già nei geni familiari del padre Quinto la passione per la musica, quasi si dice potesse avere una linea ereditaria comune. Così per Dean Martin, Dino Crocetti, da Montesilvano (PE), grande uomo di spettacolo americano, come Perry Como (Pierino, da Palena), che incantò l’America degli anni dal dopoguerra, con “Magic Moments”, che canterà anche mitici pezzi musicali come “Moon River”. Una vicinanza professionale, ma anche umana, tra figli nati in una nuova “Terra Promessa”, che mantenevano però il filo dei ricordi familiari degli antichi borghi abruzzesi, da cui erano emigrati i loro genitori, in cerca di miglior fortuna. Era il caso anche di un tenore di grande successo, sempre a cavallo tra musica e cinema, come Mario Lanza, (il cui vero nome era Cocozza), con la madre Maria Lanza, nata a Tocco da Casauria, in provincia di Pescara. Ed ancora grandi musicisti, sempre nati in terra americana, come il pianista ” bambino prodigio”, Joe Alfidi, la cui famiglia proveniva da Luco Dei Marsi, in provincia dell’Aquila. Dalla musica colta a quella popolare, ancora contemporanea come la stella del pop Madonna, i cui nonni materni Ciccone, arrivavano da Pacentro in Valle Peligna, da dove, dalla vicina Pratola, è emersa una sua rivale, come la star dei musical, Patti LuPone. Sempre dalle valli e conche aquilane, le origini marsicane di un ‘altra grande” stella musicale” del folk Usa, purtroppo “caduta dal cielo”, come Jim Croce, con la sua “Time and Bottle”, con il figlio Adriano J. sempre musicista. Lo stesso Odino Faccia, “La voce per la pace nel mondo”, nato in Argentina, sempre da una famiglia abruzzese, emigrata nel Paese definito da Papa Francesco, alla “Fine del Mondo”. Tanti talenti musicali, di varie generazioni, che possono avere una medesima eredità ancestrale dalla propria terra d’origine, ma che è difficile da individuare, se non con le “arie” della musica popolare e lirica italiana, che hanno assimilato fin dalla propria infanzia, in verità pochi di loro hanno potuto coltivare con successo, quasi sempre provenendo da umilissime famiglie, che con enormi sacrifici li hanno incoraggiati. Sarà forse anche per questi che l’Abruzzo “Forte e Gentile” ha potuto mantenere viva la propria immagine positiva di terra di tolleranza e d’accoglienza nel mondo, con cotanti “Ambasciatori nel Mondo“. Questi nel ricordo di chi non c’è più, fino a quelli ancora presenti, vanno maggiormente coinvolti per far conoscere ancor più una Regione, non solo per le sue splendide attrattive storiche, culturali, ambientali e paesaggistiche, ma proprio per la sua vocazione culturale ed artistica, passata spesso per la tradizione popolare, tramandata anche oralmente, intrecciandosi altresì con il canto lirico di Francesco Paolo Tosti e la letteratura di Gabriele D’Annunzio, insieme per una celeberrima canzone del repertorio della musica napoletana:

‘A VUCCHELLA

Si’ comm’a nu sciurillo,
tu tiene na vucchella,
nu poco pucurillo,
appassuliatella.

Méh, dammillo, dammillo,
è comm’a na rusella.
Dammillo nu vasillo,
dammill, Cannetella.

Dammillo e pigliatillo
nu vaso; piccerillo
comm’a chesta vucchella
che pare na rusella
nu poco pucurillo
appassuliatella…

La canzone celeberrima, venne costruita come una romanza, poi ripresa dal maestro Roberto Murolo. Lo stesso G. D’Annunzio fu librettista d’opera, con “Le Martyre di Saint Sébastien”, in cinque atti rappresentato nel 2011, a Parigi, da Ida Rubinstein, su musiche di Claude Debussy.

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