“Tutti i Santi giorni” del 4 marzo: San Casimiro.
Il 4 marzo ricorre la memoria facoltativa di San Casimiro. Della nobile dinastia degli Jagelloni, nacque a Cracovia il 3 ottobre del 1458 nel palazzo reale della città: era nipote di Ladislao II e terzogenito di tredici figli del Re Casimiro IV di Polonia e della Regina Elisabetta d’Austria.
Ancora fanciullo, le fazioni avverse al Re Mattia Corvino gli offrirono di prendere il posto del sovrano in carica sul trono d’Ungheria e San Casimiro, desideroso di difendere i territori cristiani dai Turchi, lasciò la sua terra natia per essere incoronato. Tuttavia, spinto dalla contrarietà del papa Sisto IV alla sua incoronazione, affinché non fossero accresciute le già esacerbate tensioni con l’Impero Ottomano, rinunciò alla corona e ritornò in Polonia. Quando il fratello Ladislao ascese al trono di Boemia, Casimiro divenne l’erede del trono polacco; durante l’assenza del Re Casimiro IV, governò dal 1481 al 1483, amministrando lo Stato con saggezza ed equilibrio. Rifiutò di congiungersi in matrimonio, preferendo rimanere fedele al suo ideale ascetico di castità e la sua consacrazione alla Vergine Maria. Anelando a una vita quasi ascetica, decise di donare tutti i suoi beni ai bisognosi, gesto che gli portò l’appellativo di “difensore dei poveri”. Di salute cagionevole, San Casimiro fu colpito dalla tubercolosi e morì all’età di venticinque anni a Grodno il 4 marzo 1484. Le sue spoglie, venerate sin da subito dal popolo polacco, furono sepolte a Vilnius, dove sono tutt’ora conservate in una cappella della Cattedrale della città.
L’iter di canonizzazione fu avviato già nel 1517 dal vescovo Alberto da Vilnius e da Re Sigismondo III che inoltrarono la richiesta a Roma. Papa Leone X incaricò Monsignor Zaccaria Ferreri di recarsi in Polonia per indagare sulla presunta santità del principe: una leggenda non supportata da fonti storiche narra che il pontefice procedette alla canonizzazione nel 1521. In realtà tutti gli atti sono andati perduti; rimane solo una Vita beati Casimiri confessoris, redatta dal messo apostolico, dove San Casimiro viene presentato come un giovane integerrimo, votato alla carità cristiana, provato nel corpo dalle continue veglie e dai digiuni. Nel 1602 Papa Clemente VIII approvò la festa del Santo, sancendone la definitiva canonizzazione. Nel 1636 Papa Urbano VIII proclamò San Casimiro patrono ufficiale della Lituania e nel 1948 Papa Pio XII lo nominò patrono speciale dei Giovani. Alcune reliquie del Santo sono conservate nella Basilica di San Lorenzo a Firenze, poiché Cosimo III le ricevette in dono da un vescovo di Vilnus nel 1667.
La tradizione iconografica lo raffigura con in mano una pergamena su cui sono riportate alcune parole del suo inno mariano prediletto, e un giglio, simbolo di castità; infatti, San Casimiro è particolarmente invocato contro le tentazioni carnali. Una curiosità iconografica: il dipinto del Santo nella Cattedrale di Vilnius, considerato miracoloso, lo rappresenta con due mani destre, per un totale di tre mani. Secondo la leggenda, il pittore, insoddisfatto di una prima bozza dell’opera, cercò di ridisegnare la mano in una posizione differente, coprendo la prima versione. Poco dopo, però, la prima mano, inspiegabilmente, riapparve. Secondo altre interpretazioni, invece, il pittore scelse di dipingere di proposito tre mani per sottolineare l’eccezionale generosità del Santo. Da questo primo esempio, l’iconografia di San Casimiro si è consolidata e il Santo è spesso dipinto con tre mani.
