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Zona 30, ridurre velocità apre a nuovo mondo

Patrick Kofler, consulente del Comune di Trento per la Zona 30, sulle piste ciclabili del Parco Sirente Velino. Una nuova mobilità è possibile: "Discussione impostata male, ridurre la velocità sulle strade locali apre la porta a un nuovo mondo".

Patrick Kofler, consulente del Comune di Trento per la Zona 30, sulle piste ciclabili del Parco Sirente Velino. Una nuova mobilità è possibile: “Discussione impostata male, ridurre la velocità sulle strade locali apre la porta a un nuovo mondo”.

Zona 30 sì, zona 30 no, a portare il suo contributo sul tema, è Patrick Kofler, fondatore di HELIOS, società di consulenza e comunicazione per mobilità e turismo sostenibile, che con il Comune di Trento sta tentando di introdurre nuove “filosofie” di mobilità. Con la sua famiglia è venuto in Abruzzo, attraversando in bicicletta i meravigliosi paesaggi della Costa dei Trabocchi e del Parco Sirente Velino.
“Riguardo alla discussione sul limite di 30 km/h, – scrive – devo dire che è semplicemente stata impostata in modo errato. Qui si parla sempre solo del ‘limite’, sia verbalmente che visivamente. Ridurre la velocità nelle strade locali a 30 km/h apre la porta a un nuovo mondo; una possibilità di utilizzare in modo più democratico e redistributivo il nostro prezioso spazio pubblico. Si creano nuove opportunità per giovani e anziani di muoversi in modo sicuro e indipendente nel quartiere, si libera spazio per incontri, per sostare davanti ai negozi, per camminare fianco a fianco per strada, per giocare”.
“Maggiore sicurezza – sottolinea Kofler – permette un uso promiscuo (rispettoso) della carreggiata (non abbiamo spazio per altre). Se si considera che un viaggio in auto attraverso una ‘zona urbana democratica’ comporta solo pochi secondi in più, ma per tutti gli altri significa maggior sicurezza, qualità della vita e, sì, anche maggiori entrate, allora la situazione mi sembra abbastanza chiara. Stiamo lavorando insieme a Matteo Dondé su incarico del Comune di Trento per accompagnare l’introduzione di questi (non così nuovi) concetti, e ora siamo finiti nel mezzo del ciclone con l’avvento di Bologna. Il progetto si chiama “Immagina Trent*” e sfrutta le nuove possibilità e come i cittadini immaginano il loro quartiere e la loro città. Il primo evento della scorsa settimana dipinge un’immagine completamente diversa da quella che emerge dai media. Le persone desiderano quartieri verdi, tranquilli, sostenibili, salutari e pieni di vita”.
Insomma, il dibattito non riguarda esclusivamente i limiti di velocità. Si tratta di riscoperta di modi di vivere e ritmi che spesso rimpiangiamo, anche se poi vanno a cozzare contro la “fretta” del mondo contemporaneo. Forse un nuovo stile di mobilità e di vita è possibile, il dibattito è aperto.

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