Grandangolo

Parco Sirente Velino, l’unione fa la forza del turismo sostenibile

Due anni di governance, nuovi percorsi intrapresi e missione sviluppo sostenibile per il Parco Sirente Velino, al centro del nuovo appuntamento di Grandangolo

Lavoro fatto e obiettivi da raggiungere, sulla strada di un turismo sempre più green e sostenibile. Focus sul Parco Sirente Velino nel nuovo appuntamento di Grandangolo. Ospiti il presidente Francesco D’Amore e il Direttore del Parco Igino Chiuchiarelli.

Due anni di governance, nuovi percorsi intrapresi e missione sviluppo sostenibile per il Parco Sirente Velino, al centro del nuovo appuntamento di Grandangolo, che ospita il presidente Francesco D’Amore e il direttore Igino Chiuchiarelli.
Un “nuovo inizio” per il Parco regionale e per il suo territorio dopo anni di commissariamento. Ai microfoni di David Filieri, i due ospiti hanno tracciato un bilancio dell’attività portata avanti in questi due anni di lavoro e dei progetti che vedono il Parco protagonista.
“Quando siamo arrivati, il Parco era commissariato da anni, quindi il primo atto da Presidente è stato la nomina del Direttore, Igino Chiuchiarelli. Da qui è iniziato il lavoro con il Consiglio Direttivo, poi integrato dal Consiglio regionale. Il nostro è stato un lavoro a 360 gradi: il direttore ed io ci siamo spesso spostati per osservare in presa diretta quei Parchi in cui gli stessi problemi incontrati nella nostra area protetta erano stati superati. Esperienze e viaggi, quindi, che sono serviti a conoscere da vicino le buone pratiche da portare nel nostro territorio, con l’obiettivo di arricchire l’esperienza alla base delle nostre scelte, sempre condivise con le realtà della zona”, ha evidenziato D’Amore nello spazio di Grandangolo.

Quindi il presidente dell’Ente Parco ha sottolineato la necessità di un confronto continuo e aperto con le comunità locali, alla base della nuova gestione del Parco vicina al territorio, per rendere i cittadini parte integrante di un cammino di sviluppo virtuoso.
“Il Parco – ha aggiunto D’Amore – deve lavorare ad una programmazione territoriale unitamente alle comunità locali: ciò vuol dire che qualsiasi iniziativa deve essere discussa con gli amministratori  e le realtà del territorio. In questi anni – precisa – ci siamo concentrati su determinate opportunità e sui principali problemi da affrontare. Abbiamo quindi avviato un percorso per la salvaguardia dell’agricoltura territoriale, condizionata dai danni causati dalla fauna selvatica. Inoltre, ci siamo focalizzati sul turismo esperenziale, esploso soprattutto dopo il Covid19.
A questo proposito, sono nate una serie di riflessione inerenti proprio l’importanza di infrastrutture che possano aiutare nella gestione dei flussi turistici. In quest’ottica si collocano i lavori fatti sulla rete sentieristica, che è stata riorganizzata, gli interventi sui rifugi e le iniziative che hanno rianimato la ferrovia, con l’esperimento di successo del Treno del Parco, inaugurato questa estate. 

Tra le operazioni strategiche più importanti c’è il percorso della CETS, la Carta Europea del Turismo Sostenibile, un iter per arrivare ad avere un’offerta turistica qualificata.

Ne parla il direttore dell’Ente Igino Chiuchiarelli: Il Parco è sostenibilità, cioè il punto di incontro tra grandi insiemi: quello riguardante la sfera ambientale, quello riguardante la sfera sociale e quello proprio della sfera economica. Il momento in cui queste dimensioni si incontrano rende sostenibile un territorio. E la Carta europea del Turismo Sostenibile è la possibilità di arrivare a questo punto, giungendo ad una modalità di turismo che coniughi la conservazione di habitat e specie, migliori le condizioni di vita delle comunità, generando altresì economia e lavoro. Ciò permette di qualificare prima l’Ente, poi gli operatori e i tour operator, verso una forma di turismo, appunto, sostenibile a 360 gradi”.

Spesso si percepiscono i Parchi come un insieme di vincoli che limitano l’azione umana, quasi allentandolo del territorio. Si può parlare di sostenibilità se l’equilibrio di questo rapporto diventa “sfavorevole” per l’uomo?
Chiuchiarelli: “A me piace citare questa frase dell’Emerito Comandante del Corpo forestale dello stato che, in un convegno disse, ‘I parchi sono una sconfitta della società’, poiché se la società avesse capito l’importanza del valore ambientale, con l’uomo al suo interno, non ci sarebbe stata la necessità di istituire aree protette, inglobando comuni dalla storia antichissima. Tuttavia, ci sono compiti di competenza del Parco, per suo stesso statuto: Parco che gestisce il suo territorio, inserito nella rete europea delle aree protette. Noi stiamo lavorando proprio all’obiettivo sostenibilità: stiamo cercando di arrivare a una convivenza possibile e virtuosa. Il percorso naturalmente non è semplice, ma ritengo che siamo abbastanza avanti e, anzi, colgo l’occasione per essere positivo e nel momento in cui porteremo a compimento questo cammino spero che torneremo a parlarne in questo spazio”. 

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