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L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026, un dossier di area vasta per l’Appennino centrale

Presentato il dossier per L'Aquila Capitale italiana della Cultura 2026, progetto con Rieti e i territori dell'Appennino centrale.

Presentato il dossier per la candidatura di L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026, progetto con Rieti e i territori dell’Appennino centrale.

“Partiamo dall’esperienza del terremoto come elemento di frattura del percorso delle nostre comunità, ma ne recuperiamo tutta la capacità di reazione, di crescita e di costruzione di un percorso che in questo dossier non rappresenta un cartellone di eventi, non una semplice somma delle proposte in campo, ma è un progetto di sviluppo territoriale, un timone che utilizziamo anche per dare una formula scientifica al progetto di sviluppo culturale”. Così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, questa mattina a Palazzo Fibbioni per la presentazione del dossier della candidatura L’Aquila Capitale italiana della cultura 2026. Presenti all’evento il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, il sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, i professori Pier Luigi Sacco e Alessandro Crociata che hanno curato la redazione del dossier di candidatura, insieme a Vincenzo Rivera, direttore Ufficio speciale per la Ricostruzione della Regione Abruzzo, Salvo Provenzano titolare dell’USRA e Raffaello Fico, titolare USRC.
“Per la prima volta – ha spiegato il professor Crociata – viene attivato un modello di sviluppo su base culturale che coinvolge tutto il territorio, un’area vasta costituita da molti centri che caratterizzano l’Italia appenninica. Presentiamo un progetto che non è solo scalabile su altri territorio, ma che già al suo interno comprende un’altra realtà vicina, come quella di Rieti.

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“Quando sindaco Biondi ci ha proposto questa collaborazione, – ha sottolineato il primo cittadino di Rieti – siamo stati subito disponibili, perché crediamo che le aree interne debbano recitare un ruolo da protagonista . Si tratta di una candidatura d’insieme che vede L’Aquila capofila di un territorio molto più vasto”.

Le interviste

 

Il dossier

L’Aquila Capitale italiana della cultura 2026: Salute pubblica e benessere, coesione sociale, creatività e innovazione, sostenibilità socio-ambientale. Sono i quattro assi portanti del dossier di candidatura della città dell’Aquila a Capitale Italiana della cultura 2026, presentato presso il Ministero della Cultura. Entro il 15 dicembre 2023, la commissione definirà la short list delle dieci città finaliste, e la procedura di valutazione – dopo l’audizione pubblica dei progetti finalisti entro il 14 marzo 2024 – si concluderà per il 29 marzo 2024 con la proclamazione della Capitale italiana della cultura 2026.
Il progetto di candidatura L’Aquila Capitale della cultura 2026 è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa cui hanno preso parte il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, il presidente della giunta regionale, Marco Marsilio, il sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, città che ha annunciato il proprio sostegno alla proposta lanciata dal capoluogo abruzzese. All’incontro con i giornalisti, inoltre, hanno partecipato i professori Alessandro Crociata, direttore della candidatura, Pier Luigi Sacco, in video collegamento e che ha contribuito alla stesura del dossier, il titolare dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, Salvatore Provenzano (anche lui in video collegamento), il titolare dell’Ufficio speciale per il cratere, Raffallo Fico, il direttore dell’Usr Abruzzo, Vincenzo Rivera, che insieme alla Regione Abruzzo e alla città laziale supportano l’iniziativa promossa dall’amministrazione aquilana.
Illustrato, nell’occasione, anche il logo scelto per lanciare la corsa a Capitale italiana della cultura, raffigurante in forma rivisitata e stilizzata il rosone della Basilica di Collemaggio. Attraverso il segno si propongono scenari e ambienti del passato per generare un ponte con il futuro grazie all’uso della tridimensionalità, con la quale si vuole creare in chiave immersiva la forte contaminazione tra scienza, cultura umanistica e tecnologia. L’Aquila Città Multiverso, è concettualmente proposta con le sue aree interne nelle sue molteplici dimensioni di territorio (tra locale e globale), virtualmente abbracciato a 360° da questa “sfera emozionale”. Nel logo sono evidenziati, attraverso delle sfumature, i cinque differenti colori che caratterizzano i cinque ‘cardini’ con cui vengono declinati gli assi portanti del dossier di candidatura: “Multiculturalità”, “Multidisciplinarità”, “Multitemporalità”, “Multiriproducibilità” e “Multi-naturalità”, che a loro volta, formano l’unicum del segno identitario della città.

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“La candidatura di L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026 rappresenta una importantissima occasione di rilancio e riscatto delle aree interne dell’Appennino centrale. Il dossier presentato al ministero mette in evidenza il percorso di rinascita e rigenerazione dell’Aquila, e dei territori colpiti dal sisma, fondato sulla cultura quale elemento capace di riconnettere, innovare, alimentare crescita e sviluppo economico. Abbiamo lavorato al dossier unitario – con L’Aquila capofila in rappresentanza dei territori colpiti dai terremoti del 2009 e del 2016 – con lo scopo di avviare una sinergia strategica per la riscoperta delle aree interne del Centro Italia valorizzandone l’identità e il valore. La sinergia con la città di Rieti è nata proprio in ragione del legame storico tra i due territori accomunati anche da elementi naturalistici e archeologici. Una sfida importante che affrontiamo per la seconda volta e con grande coraggio nella speranza di realizzare un progetto culturale condiviso tra istituzioni che finalmente dialogano in modo proficuo per il bene comune” ha dichiarato il sindaco Biondi.
“Crediamo fortemente nel progetto presentato dalla Città dell’Aquila e nutriamo forti speranze che possa convincere la giuria ed essere prescelta come capitale italiana della cultura. L’Aquila e la cultura rappresentano un binomio inscindibile che affonda le radici nella storia del territorio, che caratterizza le aree interne della nostra regione. Ferita e rinata dopo grandi calamità della natura, la città dell’Aquila è sempre stata capace di ricomporre un mosaico culturale che spazia dall’arte all’architettura, coniugando il passato ricco di storia con il presente e la capacità di innovare. La nostra tradizione e la nostra storia sono impregnate dalla cultura espressa dal capoluogo, cultura che si concentra in ogni azione politica, economica e sociale di questo territorio” ha dichiarato il presidente Marsilio.
“Abbiamo accettato con piacere la proposta del Sindaco Pierluigi Biondi, per la costruzione di un dossier unitario con l’Aquila candidata in rappresentanza dell’area vasta dei territori colpiti dal terremoto del 2009 e da quello del 2016. Per la prima volta l’Appennino centrale lavorerà insieme nel tentativo di avviare una sinergia strategica e prospettive di sviluppo comuni alle aree interne del Centro Italia. E’ una grande sfida che passa per la valorizzazione culturale e la riscoperta dell’identità comune e delle radici storiche delle nostre terre” ha dichiarato il sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi.
“Essere capitale significa oggi più che mai sperimentare assieme dando spazio alle molte e diverse forme del genius loci italiano. Partendo da queste ragioni profonde, il dossier di candidatura L’Aquila 2026 si propone di valorizzare le funzioni e il ruolo propulsivo delle città medie a favore dello sviluppo delle Aree Interne e periferiche a base culturale – un tema centrale delle politiche territoriali italiane del prossimo decennio. Un’azione politicamente e socialmente indispensabile per migliorare le connessioni tra le città medie e i loro territori, e per sostenere un’azione mirata al miglioramento della qualità della vita dei cittadini, in particolare intervenendo nelle situazioni di maggiore disagio e caratterizzate da situazioni di particolare ritardo nello sviluppo – un intervento indispensabile per garantire la sostenibilità demografica e incoraggiare le dinamiche di ripopolamento in aree chiave del territorio italiano, anche dal punto di vista del presidio socio-culturale e socio-ambientale” ha dichiarato il direttore della candidatura Crociata.
“Fino ad oggi l’Abruzzo non ha avuto tanti momenti di ribalta nazionale. Almeno non tanti quanti ne meriterebbe per presentare alla comunità nazionale le straordinarie capacità e potenzialità dei territori in tema di progettualità. Questa candidatura è un’occasione importante, che arriva nel momento giusto affinché la città dell’Aquila possa rafforzare il messaggio di rinascita in corso e rinsaldare la sua centralità nel panorama culturale del Paese” ha dichiarato il professor Sacco.

L’ultima città ad essere insignita del titolo è stata Agrigento per il 2025, preceduta da Pesaro che diventerà capitale della cultura nel 2024 e da Bergamo e Brescia che sono insieme la Capitale italiana della cultura attualmente in carica per il 2023. La prima a ottenere questo riconoscimento è stata Mantova nel 2016. Poi sono seguite Pistoia nel 2017, Palermo nel 2018 e Parma nel 2020, titolo prorogato anche nel 2021 a causa dell’emergenza Covid-19, nel 2022 è stata Procida.
Oltre la città dell’Aquila le altre candidate, in rappresentanza di quattordici regioni, a Capitale Italiana della cultura 2026 sono: Agnone (Isernia) – Molise; Alba (Cuneo) – Piemonte; Bernalda (Matera) – Basilicata; Carpi (Modena) – Emilia Romagna; Cleto (Cosenza) – Calabria; Cosenza – Calabria; Gaeta (Latina) – Lazio; Latina – Lazio; Lucca – Toscana; Lucera (Foggia) – Puglia; Maratea (Potenza) – Basilicata; Marcellinara (Catanzaro) – Calabria; Massa – Toscana; Moliterno (Potenza) – Basilicata; Nuoro – Sardegna; Pantelleria (Trapani) – Sicilia; Potenza – Basilicata; Rimini – Emilia Romagna; Senigallia (Ancona) – Marche; Todi (Perugia) – Umbria; Treviso – Veneto; Unione dei Comuni dei Monti Dauni (Accadia – Anzano di Puglia – Bovino – Candela – Deliceto – Monteleone di Puglia – Orsara di Puglia – Panni – Rocchetta Sant’Antonio – Sant’Agata di Puglia; Foggia) – Puglia; Unione dei Comuni Terre dell’Olio e del Sagrantino (Bevagna – Campello sul Clitunno – Castel Ritaldi – Giano dell’Umbria -Gualdo Cattaneo – Massa Martana – Montefalco – Trevi; Perugia) – Umbria; Unione dei Comuni Valdichiana Senese (Cetona – Chianciano Terme – Chiusi – Montepulciano – San Casciano dei Bagni – Sarteano – Sinalunga – Torrita di Siena – Pienza – Trequanda; Siena) – Toscana; Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana (Anghiari – Badia Tedalda – Caprese Michelangelo – Monterchi – Sansepolcro – Sestino; Arezzo) – Toscana.

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