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Superbonus e ricostruzione, Ance L’Aquila: “Troppa confusione”

L'AQUILA - L'Ance: "Nei crateri 2009 e 2016 Superbonus significa ricostruzione, basta confusione".

L’AQUILA – L’Ance: “Nei crateri 2009 e 2016 Superbonus significa ricostruzione, basta confusione”.

Il Presidente dei Costruttori Edili della provincia aquilana Gianni Frattale abbandona i toni felpati degli ultimi mesi e dice un esasperato “basta” alla confusione che si sta facendo sui bonus fiscali a danno delle imprese, con dichiarazioni giornaliere che disinformando, complicano l’andamento già problematico dei cantieri, soprattutto nei crateri del sisma 2009 e 2016 dove, dire Superbonus significa dire ricostruzione.  “Troppi – scrivono dall’ANCE – hanno optato per l’incentivo fiscale per compensare il contributo della ricostruzione. In molti casi i privati hanno completamente rinunciato al contributo ricostruzione per procedere ad abbattimento e ricostruzione con il Superbonus 110% ritenuto più conveniente. Questo è accaduto anche per immobili pubblici dell’ATER”.
“Il Super Bonus 110% è ormai la pietra dello scandalo, unico responsabile del rischio tracollo per le casse pubbliche, capro espiatorio di futuri tagli e sacrifici della manovra economica. Questo è quanto ci ripetono tutti da mesi, politici e stampa compiacente, cercando di convincerne l’opinione pubblica, in barba ai dati analitici di autorevoli osservatori, con la tecnica, ben nota in comunicazione, che una bugia ripetuta all’infinito diventa prima o poi convinzione diffusa. Su queste basi si cerca di legittimare la ghigliottina che si sta calando sulle imprese edili che, in osservanza di una legge dello Stato, hanno operato in buona fede dopo il 2020, producendo in pieno “cigno nero” per l’economia del Paese un clamoroso quanto inaspettato innalzamento del PIL con cifre da Repubblica Cinese vecchia maniera, proprio quando il trend di crescita ci portava più verso l’Argentina. La pietra dello scandalo va cercata invece in un modo di fare  politica irresponsabile, confusionario e sleale. Irresponsabile perché tutti i partiti, e ripeto tutti, negli anni scorsi hanno presentato emendamenti per allargare il Superbonus non per ridurlo, illudendo e poi tradendo cittadini e imprese. È noto invece che si trattava di una misura di emergenza in pandemia che doveva essere successivamente e opportunamente sfumata senza creare danno al sistema. E’ la proroga, non la misura, che è stata condannata da Banca d’Italia, al contrario di quanto si ripete. Confusionario perché i tentativi di arginare il danno con la chiusura in corsa delle banche alla cessione dei crediti ha creato una incertezza diabolica sull’operato delle imprese che si ritrovano da tempo col cerino in mano: cassetti fiscali bloccati, senza liquidità per avanzare con i cantieri. A tre mesi dalla scadenza non si conosce ancora il destino di eventuali proroghe; solo anticipazioni e indiscrezioni nello stile contraddittorio mostrato fin dall’inizio con  dichiarazioni continue e disfattiste del Ministro Giorgetti, il quale, mentre prorogava la misura da Ministro del Governo Draghi prima e da Ministro del Governo Meloni poi,  avendola già accettata da membro della maggioranza del Governo giallo-verde, distruggeva la fiducia del mercato ostacolando l’attuazione piena del beneficio fiscale nei tempi comandati. Sleale infine è alterare i dati a sostegno dei propri fini politici sfigurando quanto di buono è stato prodotto in termini di risparmio sulle bollette per le famiglie italiane, di inquinamento, di soccorso all’economia del Paese, di riqualificazione immobiliare, in un momento in cui l’Europa ci obbliga a rinnovare gli edifici, di gettito iva e di occupazione. Maliziosa è anche la narrazione sul buco nei conti. Dopo che nessuno dei tre governi che si sono succeduti in tre anni si è preoccupato di programmare una progressiva e ragionevole uscita dal Super Bonus 110% e dopo aver sbagliato tutte le previsioni di spesa, si grida al dissesto dei conti gonfiando fumosamente le cifre fino a 147 miliardi di impatto sull’erario. Senza dire che dentro questa cifra si contano anche oltre una decina di miliardi di richieste di credito che non verranno accontentate perché irregolari, e quindi bloccate all’Agenzia delle Entrate. Non sempre truffe, come si racconta, dato che il Super Bonus ha sempre avuto un sistema di controlli molto accurato. Né si distingue tra Superbonus e altri incentivi ben più permeabili alle truffe come il bonus facciate. La cifra che resta andrà ammortizzata dalle casse pubbliche in diversi anni, da quattro a dieci, a seconda dell’incentivo adottato. Cifre certamente importanti, che potevano essere meglio contenute, su cui però si pone un’enfasi che più che di amor di patria sa di propaganda e non è ammissibile mandare al macero l’intero comparto dell’edilizia pur di colpire l’avversario politico, alle porte dell’ennesima tornata elettorale. Dai rappresentanti dello Stato ci aspettiamo una postura istituzionale, non da capi partito in campagna elettorale. Da mesi assistiamo al carosello di dichiarazioni senza soluzioni che ci fanno venire l’orticaria! Ci auguriamo che non si voglia prolungare questa agonia fino alle prossime elezioni europee e regionali qui in Abruzzo. È ora di chiudere questa penosa questione che da troppo tempo ci tiene in sospeso su un burrone, con una soluzione assennata che stavolta non danneggi le imprese e i cittadini come fatto finora. Invitiamo ad un confronto aperto il Ministro Giorgetti e la Presidente del Consiglio  qui nel cratere, dove è stata eletta e dove tutto si complica ulteriormente, per parlare di numeri veri e per programmare la fine della ricostruzione. Invitiamo infine tutta la politica a mostrare maturità istituzionale su una situazione diventata ormai disastrosa”.

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