L’Abruzzo, scosso dalla morte dell’orsa Amarena, continua a registrare visite degli orsi, ormai sempre più vicini alle porte delle abitazioni (e non solo).
Scanno, Lecce nei Marsi, Civita d’Antino: le scorribande dei plantigradi sono sempre più frequenti, tra mastelli addentati e portati via, cancelli scavalcati e scorpacciate di frutti.
Il caso Civita d’Antino: ora i residenti sono intimoriti.
Mentre si attendono le relazioni e i risultati definitivi che faranno luce sull’uccisione dell‘Orsa Amarena, avvenuta a San Benedetto dei Marsi, l’orso continua ad essere protagonista in Abruzzo. Solo una settimana fa Pescina e San Benedetto dei Marsi si preparavano ad accogliere le manifestazioni in ricordo dell’orsa Amarena, condannando all’unanimità il gesto violento che ha portato alla morte di Mamma Orsa, simbolo d’Abruzzo e del suo Parco Nazionale. Intanto sono numerosissimi gli avvistamenti di plantigradi che si registrano, soprattutto nel territorio marsicano.
La prima a fare capolino è stata l’orsa Gemma – la mamma di Amarena – ora anziana e al centro di episodi singolari, avvenuti a Scanno, prima all’interno di una pizzeria, poi nei locali di una pasticceria. Quindi i social sono stati invasi da foto e video di un altro esemplare di orso – sembrerebbe trattarsi dell’Orsa Petra – passeggiare per le strade di Lecce nei Marsi, addentare e portare via un mastello della raccolta differenziata trovato all’esterno di un’abitazione. Non si è trattato di un caso isolato, anzi: infatti, soltanto la sera successiva l’orsa è tornata. Questa volta è stata immortalata in un video mentre scavalca un cancello che delimita un’abitazione di Lecce. E a 53km di distanza scene simili si vivono a Civita d’Antino, dove tuttavia la “convivenza” non programmata con l’orso sta causando qualche disagio.
(In copertina foto di repertorio, la seguente è del 2 settembre)
Da ormai settimane l’orso è tornato ad essere un assiduo frequentatore del borgo della Valle Roveto. Il plantigrado è arrivato spesso a ridosso dei cancelli, attirato dagli alberi da frutta presenti nelle vicinanze o nei cortili delle abitazioni, oltre ai vari tentativi di irruzione nei pollai.
Arrivano ormai quotidianamente anche i Guardaparco, per verificare eventuali danni a stalle ed altre strutture commessi dall’orso e dare consigli agli abitanti, i quali, tuttavia, ora iniziano a sentirsi intimoriti.
La convivenza con l’orso, del resto, non è affatto semplice. “Non ci sentiamo sicuri nel lasciare i nostri bambini liberi di giocare per le strade del paese”, riferiscono alcuni genitori alla nostra redazione. “Ci è stato detto di avere pazienza, ma sapere di poter trovarsi faccia a faccia con l’orso ogni giorno non è rassicurante”, sottolinea un altro residente.
Civita d’Antino, paese a 904 metri s.l.m, anche negli anni passati ha visto numerose incursioni di orsi, a volte spuntati lungo la strada provinciale che conduce al paese, fortunatamente senza mai causare incidenti che abbiano messo in pericolo l’incolumità degli abitanti, né degli animali. Il paese di montagna è osservato speciale proprio da parte dei Guardaparco, che stanno cercando di monitorare la presenza del plantigrado.
Ora, ciò che chiedono i cittadini è “una maggiore collaborazione. Noi ascoltiamo, ci comportiamo con rispetto cercando di adottare ogni precauzione, ma chiediamo di essere ascoltati allo stesso modo, perché le incursioni dell’orso – finora sempre assolutamente innocue – iniziano a condizionare la nostra quotidianità. Quella di un paese in cui una delle libertà più belle è proprio quella di poter giocare tranquilli, per strada, fin da bambini”.
Archiviata allora – con il triste episodio di Amarena – anche l’ipotesi del “modello Abruzzo” da alcuni decantato, viene da chiedersi: lasciare tutto com’è sarà la soluzione migliore? Una serena convivenza sembra ancora molto lontana.
leggi anche
leggi anche
Orsa Amarena uccisa, in corso l’esame necroscopico: sospesa la cattura dei cuccioli
