Sisma 2016

Sisma Centro Italia, Amatrice, Accumoli, Arquata: silenzio e ricordo aspettando la ricostruzione

Nel 2016 la scia sismica che ferì il Centro Italia. Oggi Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto, Norcia, Ussita chiedono un cambio di passo nella ricostruzione

Sette anni dal terremoto del Centro Italia. Amatrice, Arquata del Tronto, Norcia, Accumoli, Ussita. Tante le comunità messe in ginocchio e che, ancora oggi, 7 anni dopo, faticano a vedere la luce della ricostruzione. Silenzio e commozione nel giorno del triste anniversario: è il momento del ricordo.

AMATRICE – Alle 3:36 del 24 agosto 2016 la terra tremò in tutto il Centro Italia, dando vita a una scia sismica che si protrasse per mesi e che causò 303 morti. Una lunga scia sismica, quindi, che colpì l’Abruzzo, le Marche, l’Umbria e il Lazio, danneggiando 340mila edifici. Ad Amatrice e negli altri centri colpiti le cerimonie, giornata di lutto cittadino e momenti di commemorazione per le vittime del terremoto.  

Il Vescovo di Rieti ad Amatrice, “Comunità più forte del sisma”

AMATRICE ED ACCUMOLI
“Come pastore di questa terra martoriata e ferita sento di esortarci reciprocamente anzitutto ad essere e a fare comunità e a tendere molto a questo. Abbiamo bisogno di essere salvati dalla solitudine e dalla dispersione, dalla tristezza e dallo sconforto che ci portiamo tutti dentro. È solo Gesù, la Speranza fatta carne, a salvarci, a farci ripartire continuamente, talvolta anche rivedendo i nostri modi, le nostre prospettive, le nostre certezze”. Lo ha detto monsignor Vito Piccinonna, vescovo di Rieti, celebrando oggi ad Amatrice la messa in ricordo delle vittime del terremoto che 7 anni fa (24 agosto 2016) colpì il Centro Italia, provocando centinaia di morti e danni enormi in numerosi Comuni di Lazio, Abruzzo, Marche e Umbria.
Nella cavea dell’Auditorium dei Monti della Laga, alla presenza dei familiari e delle autorità locali, regionali e nazionali – per il Governo il ministro dello Sport, Andrea Abodi, e quello della Protezione civile, Nello Musumeci – il vescovo, ricordando la figura di Bartolomeo‐Natanaele, l’Apostolo di cui oggi la Chiesa fa memoria, ha esortato a coltivare “l’amicizia col Signore” che, ha sottolineato, “sarà portatrice di una promessa che può far aprire il cielo, quel cielo che dal 24 agosto di 7 anni fa anche a noi sembra essere chiuso. Ma siamo qui a coltivare la fiducia nel Dio di Gesù Cristo, che non ha smesso di esserci Padre e mai lo farà!”.
Per il presule, qualcosa di nuovo accade solo quando riusciamo a fare comunità. È questa la premessa e la forza liberante per tutto. Benedetta la nostra vita quando ci accorgiamo degli altri e, anche in memoria dei nostri cari, ci disponiamo ad accogliere, a non lasciare ai
margini, a fare comunità. Perché solo un più grande e forte senso di comunità ci potrà aiutare ad accorgerci che, nonostante tutto, il cielo su di noi non è rimasto chiuso: sì, una comunità più forte del terremoto“.
Oggi alle 17.00 mons. Piccinonna celebrerà la messa ad Accumoli, epicentro del sisma, sotto le cui macerie persero la vita 11 persone.

amatrice
vescovo Rieti amatrice

ARQUATA DEL TRONTO
Silenzio e commozione hanno avvolto la notte scorsa il Parco della Memoria che a Pescara del Tronto, frazione di Arquata in provincia di Ascoli
Piceno, ricorda le 52 vittime del terremoto del 24 agosto del 2016. Ad officiare la cerimonia, insieme al parroco di Arquata don Emanuel Chemo, è stato il vescovo di Ascoli Piceno, monsignor Gianpiero Palmieri, che ha avuto parole di ricordo e tenerezza per chi non c’è più e di incoraggiamento per chi è sopravvissuto a quella drammatica notte e spera, con tutte le proprie forze, di tornare ad abitare le frazioni di Arquata del Tronto.
Alle 3.36, l’ora della prima terrificante scossa di terremoto, 6.0, al rintocco di una campana sono stati letti i nomi di tutte le persone decedute a seguito del sisma di sette anni fa. Alla cerimonia hanno presenziato, tra gli altri, il sindaco di Arquata Michele Franchi, l’assessore regionale Andrea Maria
Antonini e il direttore dell’Ufficio speciale per la ricostruzione Marco Trovarelli. Oggi alle 18,30 verrà celebrata una messa nella chiesa presso il villaggio Sae di Pescara del Tronto.
L’attesa è tutta per la ricostruzione che sta partendo, ma non alla velocità che i terremotati auspicano e chiedono con forza alle istituzioni e, in particolare, al commissario Guido Castelli di fare presto. Segnali incoraggianti in questo senso arrivano da alcuni residenti che sono tornati nelle ultime settimane ad occupare le loro abitazioni nella frazione non perimetrata di Borgo d’Arquata. La maggior parte, però, resta ancora nelle casette Sae o si trova ancora lontana da Arquata.

acquata del Tronto
araquata del trono 2023

Le parole del Ministro Musumeci

“Nei prossimi giorni delibereremo in Consiglio dei ministri un disegno di legge destinato esclusivamente a gestire le ricostruzioni dopo ogni calamità e non soltanto quelle sismiche, ma anche in caso di alluvioni, frane e incendi boschivi”: a dirlo è stato il ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, arrivando stamani ad Amatrice per il settimo anniversario dal sisma del Centro Italia.
“Dopo sette anni la ricostruzione è ancora in corso, c’è stata una accentuazione negli ultimi mesi e l’obiettivo del governo è quello di accelerare ulteriormente”, ha aggiunto Musumeci, spiegando che “ci sono molti lacci e procedure burocratiche che mal si conciliano con le esigenze di una ricostruzione celere, efficace ed efficiente. Importante è tenere vivo il ricordo non solo per rendere omaggio alle centinaia di persone che sono rimaste vittime della tragedia, ma abbiamo anche il dovere di apprendere la lezione di quello che è accaduto sette anni fa, altrimenti il sacrificio delle vittime rischia di apparire assolutamente vano e superfluo”, ha detto ancora il ministro.

Meloni, “il sisma catastrofe che resta nella memoria collettiva”

ROMA- “Sono trascorsi sette anni dal terribile terremoto che alle 3.36 del 24 agosto 2016 ha colpito il Centro Italia. In quella terribile notte, una forte scossa ha dato il via ad una sequenza distruttiva che si è protratta fino ai primi giorni del 2017 e che ha coinvolto un territorio molto vasto della nostra Nazione. Quattro le Regioni colpite, più di trecento vite spezzate, centinaia di feriti, decine di migliaia di sfollati, borghi e città interamente distrutti o gravemente danneggiati. Meravigliosi ‘luoghi dell’anima’ – da Amatrice a Norcia, da Accumoli ad Arquata, da Visso a Castelsantangelo sul Nera, da Ussita a Pescara del Tronto, e tanti altri – che sono nel cuore di tutti noi. Una vera e propria catastrofe che rimarrà per sempre nella nostra memoria collettiva. In questo anniversario rinnoviamo il nostro cordoglio per le vittime e la vicinanza alle loro famiglie e ai loro cari”, dichiara la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

Purtroppo, a 7 anni dal terremoto la ricostruzione è ancora incompiuta. È una ferita che non si è chiusa e fa ancora male. Oltre quattordici mila famiglie vivono tuttora lontane dalle loro case, molti territori faticano a tornare alla normalità, diversi i ritardi da colmare e le criticità che rimangono da affrontare. Il Governo sta operando per imprimere un cambio di passo, dalle norme ai cantieri“. Così
la premier Giorgia Meloni, che conclude: “Il lavoro di squadra tra il ministro per la Protezione Civile Musumeci, il commissario Castelli e la Struttura commissariale, le Regioni coinvolte e i 138 Comuni del cratere sta dando buoni risultati”.

Ingv: “dal terremoto di Amatrice spinta alla sorveglianza sismica

ROMA – I terremoti non possono essere fermati, ma possiamo studiarli per difenderci al meglio ed evitarne le conseguenze: è il messaggio del presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Carlo Doglioni, a sette anni dal terremoto che colpì il Centro Italia.
“Il 24 agosto 2016 iniziò la tragica sequenza sismica di Amatrice-Visso-Norcia: una ferita che deve ancora rimarginarsi, che ci ha insegnato moltissimo e che stimola quotidianamente l’Ingv a implementare le reti di monitoraggio e sorveglianza sismica in tutta Italia”, rileva Doglioni in una nota. I terremoti torneranno, non c’è possibilità alcuna di fermarli, ma – prosegue – dobbiamo conoscerli meglio per poterci difendere tramite una prevenzione adeguata, che ci permetta un giorno di poterci convivere senza temere perdite di vite e di beni”.
Doglioni sottolinea infine la necessità di investire nella comprensione dei terremoti per difendere non solo vite umane e abitazioni, ma la libertà di “non essere sfollati per molti anniperdere le proprie radici culturali e disperdere il tessuto economico”.

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