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Sentenza via Campo di Fossa, Comune in Appello contro il risarcimento per la morte delle sorelle Antonini

Il Comune ricorre in Appello contro la sentenza per il risarcimento ai familiari delle sorelle Giusy e Genny Antonini, morte nel crollo di via Campo di Fossa.

Il Comune dell’Aquila ha deciso di ricorrere in appello avverso la sentenza emessa dal Tribunale che ha riconosciuto un maxi risarcimento danni di 780mila euro, nei confronti dei familiari di Giusy e Genny Antonini, le 2 sorelle, studentesse fuori sede, morte nel crollo di via Campo di Fossa.

La sentenza ha riconosciuto anche gli interessi e la rivalutazione monetaria. La sentenza emessa dal giudice Baldovino De Sensi ribalta quella choc di ottobre scorso della collega Monica Croci, avendo motivato che le due giovani, rimanendo a casa, hanno assunto un comportamento corretto vista la situazione caratterizzata dallo sciame sismico. La collega Croci per una sentenza analoga riguardante lo stesso crollo del palazzo di via Campo di Fossa aveva previsto un concorso di colpa del 30 per cento nei confronti di alcune vittime per il fatto che le persone decedute avessero sbagliato a rimanere in casa e a non uscire dopo le due scosse precedenti a quella devastante delle 3.32.

Adesso, in attesa che anche le altre parti in causa si muovano, la sentenza per i risarcimenti alla famiglia Antonini la porterà in Appello il Comune dell’Aquila che aveva citato in giudizio gli eredi di Salvatore Cimino, progettista del palazzo di via Campo di Fossa, chiedendone il concorso di colpa nella morte delle due giovani sorelle. Il giudice Baldovino De Sensi ha assegnato invece la responsabilità soltanto al Ministero delle Infrastrutture e a quello dell’Interno e agli eredi del costruttore Luigi Del Beato. Per questo motivo, il giudice ha condannato il Comune ha ripagare agli eredi di Cimino le spese legali per averli tirati dentro la causa civile. Anche il giudice Monica Croci, nella sentenza di ottobre scorso, aveva direttamente quantificato la cifra a carico del Comune in circa 13mila euro.

Nella delibera si motiva la decisione ritenendo necessario “che il Comune si costituisca in giudizio al fine di tutelare gli interessi dell’ente e di sostenere la legittimità dell’azione amministrativa da esso profusa”, ricordando precedenti sentenze della Corte di Appello, che hanno segnalato “analoghi profili di illegittimità che affliggevano le decisioni del tribunale dell’Aquila relative al crollo del medesimo edificio e ai medesimi profili di responsabilità del progettista”.

sisma, sentenza via campo di fossa

Come ricorda Il Centro, nella causa civile il Comune era stato a sua volta citato dai familiari delle due sorelle Antonini, mentre il giudice ha poi escluso responsabilità nella morte a carico dell’ente.

La posizione del Comune

“Corre l’obbligo di formulare alcune precisazioni in ordine all’appello del Comune dell’Aquila in una delle cause citata oggi da un quotidiano e relativo al crollo dell’edificio di via Campo di Fossa, in occasione del terremoto del 6 aprile 2009. Crollo nei quali, purtroppo, si registrarono numerose vittime. Precisazioni che hanno l’unico scopo di chiarire la posizione dell’Ente, che non ha promosso alcuna azione contro i familiari delle vittime. La delibera della giunta comunale con cui l’avvocatura comunale è stata autorizzata a impugnare la sentenza di primo grado concerne solo ed esclusivamente le spese che, secondo il provvedimento del tribunale, l’amministrazione civica dovrebbe pagare agli eredi del progettista.
In altri termini, la Municipalità è stata assolta da ogni responsabilità, ma è stata condannata a rifondere le spese agli eredi del progettista. Già altre tre volte, per giudizi identici, il Comune ha appellato le sentenze che l’avevano illegittimamente condannata alle spese, vincendo già in due occasioni, mentre la causa sulla terza impugnativa è ancora in corso”.

“Tutto qui. Unico e solo scopo dell’amministrazione comunale è quello di non pagare – perché, secondo una valutazione dell’avvocatura, la stessa amministrazione non è tenuta a farlo – i 20mila euro nei confronti degli eredi del progettista e di evitare, pertanto, un oneroso e ingiusto esborso di denaro a carico delle casse dell’ente e dunque dei cittadini. Si ribadisce, nessuna iniziativa contro i familiari di quelle vittime che ancora oggi, a più di 14 anni di distanza da quella tragedia, restano e resteranno sempre nei nostri cuori”, la nota a firma dell’assessore Paola Giuliani.

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